L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

PER SAPERNE DI PIÙ CI SONO UNA COLLANA DI LIBRI E UN BLOG IN VARIE LINGUE…

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martedì 24 gennaio 2023

RAPPORTO OXFAM 2023

Per la prima volta negli ultimi 25 anni aumentano al contempo disuguaglianze, fame e povertà estrema
 
di Andrea Vento
(Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati)

L'annuale rapporto dell'organizzazione Oxfam sulla disuguaglianza globale viene regolarmente emesso in concomitanza del Word Economic Forum di Davos in Svizzera, allo scopo di indurre la leadership planetaria a riflettere sui nefasti effetti sociali e ambientali prodotti delle loro politiche, le quali continuano a portare esclusivo vantaggio ad una ristretta elite a discapito della maggioranza della popolazione mondiale.
Quest'anno, i 2.700 leader mondiali fra politici, amministratori delegati delle principali multinazionali e big della finanza presenti alla consueta passerella mondiale, ormai giunta alla 53esima edizione, hanno visto aleggiare sul loro summit l'immancabile ombra delle critiche dei movimenti e del rapporto Oxfam che non casualmente in italiano è stato tradotto in "La disuguaglianza non conosce crisi".
La ratio del titolo è conseguente al fatto che nel biennio 2020-21, i più ricchi fra i ricchi del pianeta, vale a dire il top 1%, ha continuato come da trend consolidato ad accumulare ricchezza più di tutto il resto dell'umanità. Tale incremento ha, tuttavia,  toccato livelli di crescita inediti, mentre, in contemporanea, per la prima volta, a livello mondiale negli ultimi 25 anni è aumentata anche la povertà e la fame.
 Il dominante capitalismo liberista ha, dunque, impresso alla forbice della disuguaglianza un ampliamento mai registrato in precedenza. Ciò in conseguenza del sovrapporsi della crisi economica pandemica a quella ambientale, quest'ultima caratterizzata da fenomeni estremi, come siccità, cicloni e inondazioni, sempre più devastanti, i quali hanno inevitabilmente innescato una drammatica crisi sociale che ha spinto milioni di persone sotto la soglia della povertà estrema e nel baratro della fame, costringendone una massa crescente a migrare forzatamente. Tutto ciò mentre le grandi multinazionali, soprattutto quelle operanti in rete, hanno conseguito, al pari della grande finanza,  profitti stratosferici, i quali hanno generato una concentrazione apicale della ricchezza mai registrata in precedenza.
Guardando alle cifre del rapporto rileviamo come nel biennio 2020-2021, l’1% più ricco della Terra si è accaparrato quasi 2/3 della nuova ricchezza generata, mentre le principali 95 multinazionali dell'energia e dell'agro-business hanno più che raddoppiato i profitti rispetto alla media del periodo 2018-2020. Con il drammatico paradosso che, nel 2022, mentre queste ultime si arricchivano col commercio di beni e prodotti alimentari e distribuivano, grazie agli extra-profitti, dividendi pari a 257 miliardi di dollari ai propri azionisti, al contempo 800 milioni di persone soffrivano la fame. 

venerdì 13 gennaio 2023

SE LA SINISTRA DIVENTA REAZIONARIA

di Giorgio Amico


A proposito dell'ultimo libro di Roberto Massari


È da poco disponibile in libreria l'ultimo lavoro di Roberto Massari, Reazionari sinistri, che raccoglie articoli, riflessioni, lettere che vanno dal 2007 ad oggi. La parte più consistente, e anche ovviamente la più attuale del volume, è quella dedicata all'Ucraina. Senza alcun timore di andare controcorrente Massari si schiera, senza se e senza ma, a fianco del popolo ucraino aggredito e inchioda alle loro contraddizioni una sinistra fatta di orfani: orfani di Lenin, orfani di Stalin, orfani di Mao, orfani del “Grande PCI”. Ma anche orfani di Trotsky, al cui pensiero per larga parte della sua vita Massari si è rifatto, da militante e da studioso del movimento operaio. In polemica feroce fra loro, ma accomunati da un amore smisurato per ogni forma di regime o movimento che si dichiari antiamericano. Perché, come per gli ayatollah iraniani, gli Stati Uniti (e Israele) sono il “Grande Satana”. E dunque, proprio come il presidente dell'Anpi Pagliarulo, che da quegli ambienti proviene, pensano che Putin abbia avuto le sue ragioni e che se la guerra continua è perché gli Ucraini rifiutano di arrendersi e continuano ostinatamente a resistere.

Da qui il titolo, malizioso e ambivalente come un palindromo. I reazionari sono “sinistri” perché portano dentro l'idea di morte, ma questi “sinistri”, gli orfani di cui si diceva, sono reazionari perché vivono nel passato, in un mondo di spettri che spacciano per il mondo reale. E si trattasse solo di pochi imbecilli isolati, “comunisti da tastiera”, non meriterebbero neppure un rigo, ma purtroppo parliamo di quello che resta di partiti politici che pure in passato ebbero largo seguito. Come, tanto per citare il più noto, il Partito della Rifondazione comunista o almeno quello che ne resta.

Messi tutti insieme, neosindacalisti compresi, rappresentano l'equivalente a sinistra di aree come quella dei No-Vax, a cui comunque si sono abbondantemente mescolati. Sono il partito dell'irrazionalismo e dell'anticultura. Perché, essendo comunisti “a prescindere”, come li avrebbe catalogati Totò, non hanno bisogno di documentarsi e studiare perché tanto, proprio in quanto “comunisti” sanno già tutto. Anzi, i libri fanno male, perché possono creare qualche dubbio in chi invece vive di certezze granitiche. Figurarsi che c'è perfino chi scrive che nel '39 Stalin e Hitler furono alleati nel scatenare la Seconda guerra mondiale aggredendo la Polonia, la Finlandia e iPaesi Baltici! O che nazismo e stalinismo sono stati per molti versi regimi gemelli che si sono copiati a vicenda.

Dunque meglio non sapere. Che il leggere è già in sé il primo passo sulla via del pensare e dunque del dubbio. Convinti come sono che il compito di un rivoluzionario (si fa per dire) non sia prima di tutto porsi domande, ma dare solo e sempre risposte. Ovviamente le più semplici possibili.

 

Di seguito la parte finale della prefazione di Roberto Massari al suo volume Reazionari sinistri. Quelli del «io-non-me-la-bevo» tra guerre e pandemie (2007-2022):

 

Sono infatti tempi duri per la Ragione, assediata d’ogni parte dall’estensione del fenomeno che nel passato definii i «da-soli-ideologici»: cioè i sinistri misantropi (in genere «leninisti-senza-mai-un-partito») che dal proprio blog fingevano di dialogare col mondo, pur di evitare il confronto con la realtà e con gli altri.

Questa variante «sinistra» dei cretini digitali di Michel Desmurget, dell’Homo videns di Giovanni Sartori, dei «frenetici informatissimi idioti» di Franco Ferrarotti, è cresciuta a dismisura e coincide in gran parte col popolo degli io-non-me-la-bevo: quelli che invece si bevono tutto, purché venga da links o dai social, ma non da analisi teoriche serie, esposte negli odiatissimi libri. 

Sono ignoranti, ma presuntuosi; disperatamente soli, ma in connessione permanente; non leggono, ma diffidano di chi legge; angosciati dalle proprie insufficienze intellettuali, si creano dei super-Superego. Sono ovviamene complottisti, dietrologi e prede delle più varie paranoie. Convinti che solo loro abbiano capito l’ultimo inghippo del Potere, sono antieuro («le Banche...»), no-vax («le Big Pharma...»), antiucraini («la Nato...»), antiqualsiasi-cosa pur di poter gratificare il proprio narcisismo ripetendo a se stessi: «Solo io ho l’intelligenza per capirlo...».

(…) Simpatizzano per le dittature stabili (quelle d’origine staliniana come Russia e Cina, o islamica come l’Iran), purché siano antiamericane. 

Indifferenti alla morte di milioni per Covid e di migliaia di ucraini sotto le bombe, non provano il minimo senso di umana pietas. 

A differenza di «noi del Vietnam», tifano per Golia contro David, per gli aggressori contro gli aggrediti, non riuscendo più a sentire l’appartenenza e la solidarietà di specie…

(r.m.)



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sabato 7 gennaio 2023

PIETRA D’INCIAMPO PER OTELLO DI PEPPE D'ALCIDE

militante antifascista, comunista, assassinato alle Fosse Ardeatine

Otello Di Peppe D’Alcide (Chieti 1890, ebanista) è mio nonno materno. Mi batto da sempre per il rispetto della sua memoria: e per questo mi costituii parte civile in tutti e tre i gradi del processo contro Priebke (oltre alla comparsa in Corte Costituzionale); per questo da anni chiedo inutilmente ai vari Sindaci di Chieti di dedicargli una strada e finalmente - grazie all’impegno di una sua nipote (mia cugina Silvia Zerenghi) - siamo riusciti ad ottenere che si metta una pietra d’inciampo a Roma, via Silla 6, dove Otello aveva la sua bottega d’ebanista e dove l’arrestò la Gestapo, prima di farlo torturare a via Tasso e rinchiuderlo a Regina Coeli, condannato a tre anni di carcere.

L’appuntamento è alle 15,30 di lunedì 9 gennaio, in via Silla n. 6, accanto alla metro Ottaviano. Saranno presenti la figlia Clara (Roma 1930), nipoti e pronipoti. Chi vive in zone limitrofe (Trionfale, Medaglie d’oro, Milizie, Risorgimento, Mazzini) è invitato a partecipare alla breve cerimonia. Si prega anche di far circolare questo invito.
    Roberto Massari
 



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martedì 3 gennaio 2023

IL 18° CONGRESSO DELLA CGIL

di Andrea Furlan (Rsa Filcam Cgil)

 

Con l'inizio del congresso della Cgil colgo l'occasione per fornire un quadro d'insieme in cui inserirò la mia personale posizione politica di astensione nei confronti dei due documenti che si stanno confrontando a partire dai luoghi di lavoro.

La decisione di astenermi nasce da una mia critica al gruppo dirigente della minoranza di Riconquistiamo tutto (RT), l'area di opposizione in Cgil, per la sua incapacità di organizzare l'opposizione, ma soprattutto, per la posizione di falso neutralismo assunta rispetto all’aggressione russa all’Ucraina che reputo di una gravità inaudita.

Questa posizione, insieme alla richiesta del non invio di armi alla resistenza Ucraina, è anche condivisa dall'insieme del gruppo dirigente della Cgil, sia quello raccolto intorno al segretario nazionale Maurizio Landini, sia dal gruppo dirigente di sinistra che ha proposto il documento alternativo.

Prima di entrare nel merito, premetto che dal 1995 fino all'inizio dell'attuale fase congressuale, la mia militanza all'interno della Cgil si è sempre caratterizzata con l’appoggio ai documenti congressuali che criticavano la linea confederale fondata su linee politiche di concertazione sindacale. Ho sempre dato il mio sostegno alla costruzione delle sinistre sindacali che negli anni si sono succedute, da Alternativa sindacale, cui aderii appena eletto delegato nel 1995, fino a Riconquistiamo tutto (RT) nel 2022.

 

Nel mese di ottobre 2022 la Cgil ha iniziato il proprio Congresso nazionale partendo dai congressi di base che si stanno svolgendo nei posti di lavoro e nelle leghe dello Spi (sindacato pensionati). Il dibattito congressuale ruota intorno ai due documenti che sono stati licenziati dal Direttivo nazionale della Cgil - "Il lavoro crea il futuro" (primo firmatario Maurizio Landini) e "Le radici del sindacato. Senza lotte non c'è futuro" (prima firmataria Eliana Como) - e che rappresentano due posizioni politiche differenti.

 

Questa volta però, rispetto al passato, la situazione politica internazionale è la vera questione che dovrebbe essere all'ordine del giorno del Congresso: l'invasione dell'Ucraina da parte dell'imperialismo Russo costituisce un gravissimo problema per la pace mondiale e una tragedia per i lavoratori e le lavoratrici ucraine. La Russia di Putin ha riportato la guerra nel cuore dell'Europa, per soffocare le legittime aspirazioni di un popolo sovrano, e ha provocato una corsa al riarmo generale della Nato che invece si stava avviando gradualmente verso una crescente perdita di peso. Né va dimenticato che le continue minacce di Putin di utilizzare nel conflitto armi atomiche (sia pure tattiche), rappresentano un pericolo concreto e immediato per la sopravvivenza della specie umana.

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.