L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

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mercoledì 8 giugno 2022

DERIVAZIONI

(Punto della Situazione n. 7)
di Alessandro Scuro
Punto della Situazione  (PdS) è il nome di una serie di incontri  sull’attualità del situazionismo secondo un’idea originaria dell’editore Roberto Massari. Il primo incontro si è tenuto a Sesta Godano (SP) nel settembre del 2014, in occasione della presentazione del mio libro su Il lettrismo. Da allora il grupo – mutevole e variegato, com’è giusto che sia - si è riunito a Livorno, Parigi, Cosio d’Arroscia e Roma. Dopo ogni incontro si è pubblicato un libro collettivo, l’ultimo dei quali è stato Fourier in salsa [post]situazionista, da me curato e dedicato alla relazione tra le teorie di Charles Fourier e il pensiero sviluppato dall’Internazionale Situazionista (l’occasione è stata data anche dal 250° anniversario della nascita di Fourier).
Il prossimo incontro intitolato DERIVAZIONI sarà nella città catalana di Girona l’11 e il 12 giugno e si svolgerà fundamentalmente in spagnolo e catalano (ma anche in italiano). Il testo che segue funge da prima introduzione al PdS n. 7.
[a.s.]
 
All’epoca della sua fondazione (1957) l’Internazionale Situazionista intendeva superare i movimenti di avanguardia che l’avevano preceduta rinunciando alla produzione di opere d’arte più o meno durature e ai protagonismi che avevano caratterizzato ognuna di quelle esperienze. L’azione collettiva, la sperimentazione di nuovi comportamenti e la trasformazione conseguente dello spazio urbano in una prospettiva ludica erano gli obiettivi primari del gruppo, nato dalla fusione di diversi movimenti artistici europei (l’Internazionale Lettrista, il Movimento internazionale per un Bauhaus immaginista e il Comitato psicogeografico di Londra) uniti contro il trionfo della logica funzionalista nel secondo dopoguerra e la mercificazione dell’arte.
 
La costruzione di situazioni, ovvero di momenti della vita deliberatamente e collettivamente predisposti per provocare concatenazioni di eventi e di incontri, viene definita come il centro dell’attività situazionista. A tal fine ogni tecnica ed ogni mezzo sono ammessi nella misura in cui, al di fuori dei limiti specifici della propria disciplina, sono in grado di concorrere alla costruzione di nuovi ambienti di vita. In questo consiste il détournement
   
A partire da qui le attività si sviluppano sulla base di teorie e strumenti specifici: la psicogeografia, che riguarda lo studio e l’analisi degli effetti dei diversi ambienti urbani sulla sfera affettiva e sui comportamenti degli abitanti, e la deriva, che si rivela come l’esperienza sul campo della teoria psicogeografica, l’esplorazione consecutiva e il passaggio improvviso tra ambienti diversi, con predilezione per le zone periferiche e marginali della città.
Entrambe queste definizioni fanno parte del concetto di urbanistica unitaria (urbanisme unitaire). Ispirandosi nella concezione dell’Homo Ludens di Johan Huizinga i situazionisti preconizzano l’avvento di un’umanità finalmente liberata dal lavoro e dalla logica del profitto  interamente dedicata al gioco. Il gioco viene rivendicato come atto politico, come unica attività creativa in aperta contrapposizione con la massificazione generalizzata, come sciopero dalle dinamiche quotidiane, della società dei consumi come uno spreco consapevole e sistematico del tempo utile. La città situazionista si mostra quindi come uno spazio in continua trasformazione, nella quale architetture e paesaggi vengono incessantemente ricreati e ricostruiti dai desideri e dalle azioni di un’umanità errante.
 
In questo senso un’importanza fondamentale va attribuita ai progetti di Constant Nieuwenhuys. Architetto autodidatta, Constant applicò per la prima volta le sue idee alla costruzione del campo nomadi di Alba (su un terreno di proprietà di Pinot Gallizio, che insieme ad Asger Jorn aveva fondato il Laboratorio sperimentale per una Bauhaus immaginistanella città piemontese) composto da ambienti con elementi mobili e adattabili alle esigenze di chi di volta in volta li abitava. Da qui nacque l’ispirazione per un progetto molto più esteso denominato New Babylon, una città concepita per derivare continuamente potenzialmente estendibile a scala planetaria. Il progetto (del quale esistono soltanto schizzi e modellini) prevedeva la costruzione di strutture reticolari sospese sul terreno nudo. Le strutture,interamente modificabili e ricomponibili in diversi assetti, erano composte da lunghi passaggi coperti connessi tra loro da zone di sosta. 
 
Nato in seno all’IS il progetto di New Babylon continuò ad essere sviluppato da Constant anche dopo la sua espulsione dal gruppo, il cui pretesto fu la costruzione di un labirinto situazionista allo Stedelijk Museum di Amsterdam in occasione della manifestazione prevista nel 1959. Con il titolo di Die Welt als Labyrinth (Il mondo come labirinto) il progetto non venne mai realizzato per disaccordi tra la direzione del museo e i situazionisti stessi, divisi su diverse posizioni.
Dai documenti rimasti si possono intuire alcuni dettagli del progetto. Un percorso di lunghezza e dimensioni variabili, all’interno del quale sarebbero stati predisposti oggetti installazioni sonore, effetti di luce e proiezioni volti alla creazione di ambienti cangianti sui quali era possibile intervenire. Indicazioni e toponomastica fasulle sarebbero servite a provocare un ulteriore senso di straniamento ai visitanti, che all’uscita si sarebbero in imbattuti in Guy Debord y Abdelhafid Khatib giocando a Kriegspiel, il gioco della guerra inventato dall’autore della Società dello spettacolo. Il progetto prevedeva che i visitanti accedessero al labirinto da un varco appositamente creato sfondando una parete del museo.
 
Per quanto mai realizzati New Babylon e Die Welt als Labyrinth restano le prove più tangibili dell’urbanistica unitaria e delle intenzioni dell’IS alle sue origini. «New Babylon  è una città ludica, un’opera collettiva costruita dalla creatività architettonica di una nuova società errante da un popolo che va costruendo e ricostruendo fino all’infinito il proprio labirinto nel quadro di un nuovo paesaggio artificiale» scrive Francesco Careri promotore del corso di Arti Civiche all’università di Roma Tre. Il corso eminentemente pratico si basa su esperienze collettive di deriva attraverso quelle che definisce amnesie urbane, territori ai margini della pianificazione e della legislazione urbanistica, che in contrasto con esse mutano e si sviluppano, generando zone franche con regole e codici di comportamento propri.
Alla base delle proposte di Careri si trova l’esperienza del Gruppo Stalker, fondato nel 1995 da un collettivo di artisti ed architetti. Il nome si ispira al film omonimo di Andreij Tarkovski il cui scenario è «la Zona» un territorio al quale l’accesso è stato proibito in seguito a un atterraggio extraterrestre per via del manifestarsi di strani fenomeni che ne modificano continuamente l’aspetto e la morfologia. Solo con l’aiuto di una guida i personaggi del film riescono ad entrare in maniera intrusiva nella Zona e percorrerla seguendo strategie che tengono conto di un paesaggio nel quale la loro stessa presenza provoca mutamenti. Nella Zona perdere tempo è necessario e bisogna al tempo stesso essere degni di quel che accade.
Nel suo manifesto il collettivo Stalker  rivendica il valore dell’unica giungla sopravvissuta al turismo, alla circolazione e alla speculazione edilizia, il «negativo della città contemporanea» che rappresenta al tempo stesso l’essenza dello scarto e della risorsa.
 
Con questi presupposti l’11 e il 12 giugno la città catalana di Girona ospiterà il Punto della Situazione n.7, l’ultimo di una serie di incontri promossi a partire dal 2014 dall’editore Roberto Massari intorno alle teorie e alle pratiche dell’Internazionale Situazionista. Per l’occasione sabato 11 è stata organizzata una deriva collettiva condotta dallo stesso Francesco Careri e la mattina seguente, dentro il rifugio antiaereo dei Giardini dell’infanzia verrà inaugurato un labirinto ispirato al progetto situazionista e che starà aperto per tutta la giornata. Nel pomeriggio della domenica, ai Jardins dels Alemanys è prevista una conferenza alla quale saranno presenti, oltre ai già citati, Eduardo Subirats (che alla fine degli anni 60 ebbe contatti con i situazionisti per fondare la mai fondata sezione spagnola del movimento), Alessandro Scuro (autore per Massari e Avanguardia 21 di due libri su Isidore Isou e il Movimento Lettrista e organizzatore dell’incontro insieme agli artisti Pierre D.La e Francesco Deri), José Sagasti (che collabora con l’Archivo Situacionista Hispánico e che ha riprodotto artigianalmente il Gioco della guerra ideato da Debord), Lourdes Martínez e José Manuel Rojo (membri del Grupo Surrealista de Madrid). L’evento intitolato DERIVACCIONES si svolge grazie alla collaborazione del Bòlit (il centro d’arte contemporanea di Girona), il Museo di Storia di Girona e della libreria 22 (dove si svolgerà la conferenza in caso di pioggia).
 
Per informazioni: derivacciones@gmail.com



Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

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a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

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a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

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a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.