di Roberto Massari
(17 dicembre 2025)
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Sotto il profilo storico, niente. Sotto il profilo politico, sono stati uniti per circa 13 anni sotto l’egida dell’Anp - per la prima volta nella loro storia - finché si sono separati violentemente nel 2007 (battaglia di Gaza vinta da Hamas contro l’Olp).
Per quante manovre artificiose o dichiarazioni demagogiche si facciano, queste due distinte etnie arabo-palestinesi - le uniche realtà palestinesi non integrate in altri Stati (arabi e non arabi) - non torneranno mai più a unirsi. Almeno non in forma indipendente, giacché l’aggressione di Hamas a Israele ha scavato un solco incolmabile. Basti pensare che l’intero mondo arabo (incluso l’Olp), nonché gran parte del mondo musulmano (Iran escluso), ritiene che Hamas non debba più avere il governo di Gaza e dovrebbe disarmare. Ma poiché parte delle milizie di Hamas è invece ancora presente nel territorio, al momento è impossibile prevedere chi finirà con l’avere la direzione.
Gaza sotto il profilo storico
Ma veniamo alle differenze epocali tra l’antica storia di Gaza e quella recente della Cisgiordania. Gaza (in arabo Madīnat Ghazza) proviene da una storia quasi trimillenaria di occupazioni da parte di popoli stranieri, con prevalenza di periodi di dominio egizio/egiziano fino all’epoca moderna inclusa. Trascurando i più antichi insediamenti, è proprio dagli egizi che si può partire, verso la metà del 2° millennio. Questi rimasero per alcuni secoli, finché arrivarono i filistei (da cui deriva il nome di «palestinesi»), seguìti dagli assiri, gli israeliti, due volte ancora gli egizi, i babilonesi, i persiani, i greci-macedoni, i seleucidi, i maccabei, gli asmonei, i romani, i bizantini, gli islamici, i crociati, gli ayyubidi (curdo-musulmani), i mongoli, i mamelucchi, gli ottomani, i mandatari britannici (1920-1948).
Finito il Mandato britannico, la Risoluzione 181 dell’Onu stabilì, nel 1947, che anche Gaza avrebbe fatto parte del nuovo Stato palestinese: il secondo Stato che sarebbe dovuto nascere accanto a quello ebraico. Israele accettò la proposta dei due Stati, ma i principali Stati arabi mediorientali - Egitto, Transgiordania, Siria, Libano e Iraq raccolti nella Lega araba (quindi senza Arabia Saudita e Yemen) - la respinsero, aggredirono il neonato Stato d’Israele e impedirono che nascesse lo Stato di Palestina. (Continueranno a impedirlo in successive occasioni, ma di questo ora non parliamo.) Lo fecero perché ciò avrebbe implicato il riconoscimento dello Stato d’Israele, ma soprattutto avrebbe impedito le annessioni territoriali cui essi miravano: l’intera regione palestinese o parti di essa.
L’Egitto, infatti - che all’epoca era la principale forza trainante nel fronte anti-Israele - voleva impadronirsi del territorio di Gaza. Sappiamo che la Lega araba fu sconfitta militarmente, ma con l’armistizio del 1949 l’Egitto riuscì ugualmente a prendersi la Striscia di Gaza, occupandola e installandovi un proprio governo militare (non gazawi). Una tipica occupazione coloniale che durò fino al 1967 quando, dopo l’ulteriore sconfitta nella Guerra dei sei giorni, il posto degli egizianni fu preso da Israele.
La nuova occupazione durò 27 anni, fino al 1994, quando, con gli accordi di Oslo, Israele non solo si ritirò, ma con la forza fece sloggiare anche i propri coloni. E così, per la prima volta nella sua storia trimillenaria, Gaza diventava indipendente, all’interno dell’esordiente Autorità nazionale palestinese.
L’ironia del destino vuole che questa indipendenza sia stata concessa proprio da Israele, per la prima volta e dopo quasi tre millenni di occupazioni straniere.
Un tale indiscutibile merito storico non viene mai citato dai nemici di Israele o dagli amici di Hamas, perché basterebbe da solo a far crollare la pretestuosa accusa di genocidio inventata per il massacro dei gazawi nel corso di una guerra scatenata da Hamas e proseguita fino alla liberazione dell’ultimo ostaggio. Si veda se vi sia nel report di Francesca Albanese un accenno a questo merito storico di Israele nei confronti di Gaza. E dopo forse si guarderà con mente un po’ più lucida al resto del castello di accuse montate in quel testo (del quale Utopia Rossa pubblicò a suo tempo una critica puntuale e a quella rinvio).
Quando Israele concesse l’indipendenza a Gaza, lo fece col consenso di tutte le parti in causa. E se analizzata in termini politici, quella scelta sembrò giusta all’epoca. Ma i termini si rivelarono ben presto tutt’altro che politici e il fanatismo religioso prese il sopravvento: fu infatti per adempiere al presunto mandato di Allah, che richiederebbe lo sterminio degli ebrei, che Hamas compì l’orrenda strage del 7 ottobre 2023 e fece prigionieri gli ostaggi, che in parte morirono poi durante la prigionia. A posteriori è ormai evidente che la motivazione religiosa, genocida e antiebraica, fu il movente principale per l’aggressione di Hamas, per il quale furono sacrificate decine di migliaia di vite umane, e lo stesso Hamas ha finito col perdere il proprio dominio sulla Striscia.
Inutile dire che Israele considera un tragico errore aver concesso l’indipendenza a Gaza e non è disposta a ripeterlo. Cosa accadrà di Gaza è ormai impossibile prevederlo, ma certamente non potrà mai riacquistare l’indipendenza di cui ha goduto dal 1994 al 2023. A meno che Hamas non scompaia dalla scena....
Il periodo successivo al 1994 dovrebbe essere noto anche a chi preferisce ignorare la storia fin qui riassunta. Nelle elezioni del 1996 vinse l’Olp di al-Fatḥ diretto dall’egiziano non palestinese Arafat. Al-Fatḥ vinse anche le elezioni presidenziali del 2005, successive alla morte di Arafat, che furono però boicottate da Hamas. Questa invece vinse nel 2006 le elezioni parlamentari (per il Consiglio legislativo palestinese) e nel 2007 vinse lo scontro armato con l’Olp. Questo fu cacciato dalla Striscia, con reciproche eliminazioni di combattenti e militanti. Iniziavano così - con un golpe militare e la cacciata dell’unica altra etnia arabo-palestinese non ancora integrata in altri Stati - la dittatura di Hamas e la preparazione per la futura aggressione a Israele.
Cisgiordania sotto il profilo storico
