L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

PER SAPERNE DI PIÙ CI SONO UNA COLLANA DI LIBRI E UN BLOG IN VARIE LINGUE…

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venerdì 28 ottobre 2022

Ucraina 20: LE CONDIZIONI DI UNA PACE GIUSTA PER L’UCRAINA

di Michele Nobile 

 

Le illegali annessioni degli oblast’ ucraini alla Russia come impedimento alla pace

-La prima condizione di una pace giusta secondo le Nazioni Unite: ritiro delle forze d’invasione della Russia 

-Una pace giusta richiede che venga annullato il debito estero dell’Ucraina e la Russia paghi riparazioni 

L’aggressione russa all’Ucraina e la distruzione delle norme di civiltà del diritto internazionale

La garanzia internazionale per la sicurezza dell’Ucraina

L’articolo 11 della Costituzione e il sostegno alla resistenza armata dell’Ucraina

 

Le illegali annessioni degli oblast’ ucraini alla Russia come impedimento alla pace 

Le annessioni degli oblast’ucraini di Cherson, Donets’k, Luhans’k, Zaporižžja decise da Putin nel settembre 2022 segnano un momento di svolta nella storia politicadella guerra russo-ucraina. Nessun individuo che si dica pacifista, nessuna organizzazione che si dica contro la guerra, può prescindere dal condannare in modo chiaro e duro le annessioni dei territori occupati dalla Russia in Ucraina. Esse hanno infatti una gravissima conseguenza: con l’annessione dei territori occupati Putin ha deliberatamente bloccato ogni possibilità di risoluzione negoziata del conflitto.

Per la vicenda militare invece le annessioni non cambiano nulla: l’esercito ucraino continua ad avere l’iniziativa e a erodere il territorio annesso alla «santa Russia», mentre le forze d’invasione si vendicano bombardando con droni e missili le città e le infrastrutture civili, nella speranza di fiaccare lo spirito di resistenza del martoriato popolo ucraino. Putin ha deciso le annessioni per motivi di politica interna: per dimostrare che, nonostante le truppe perdano terreno, l’invasione paga. È una mossa demagogica, volta a contentare l’opinione pubblica nazionalista e i nostalgici dell’Impero russo. Putin intende la pace come sottomissione dell’Ucraina. Tuttavia il popolo dell’Ucraina ha abbondantemente dimostrato che mai potrà accettare un governo fantoccio della Russia né la mutilazione del territorio e il sequestro dei concittadini nella Federazione Russa. E nessun governo dell’Ucraina potrà mai concedere queste annessioni, non fosse altro perché andrebbe incontro a una rivolta popolare. Inoltre, poiché le annessioni sono una gravissima violazione del diritto internazionale, per circostanze e argomenti paragonabili a quelle della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale, esse non potranno mai essere riconosciute dal resto del mondo.

Quanto siano gravi le annessioni dei territori occupati e, viceversa, quanto grave e ipocrita siano il silenzio su queste e l’assenza della richiesta di immediato ritiro delle truppe d’invasione russe dai territori occupati dell’Ucraina, lo dimostra il fatto che il 12 ottobre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato la ES-11/4 «Integrità territoriale dell’Ucraina: difendere i princìpi della Carta delle nazioni Unite» che

domenica 16 ottobre 2022

Ucraina 19: LA SINISTRA OCCIDENTALE A UN BIVIO STORICO CON LA GUERRA IN UCRAINA

di Michele Nobile


La farsa dei referendum nei territori occupati, le annessioni decretate e prontamente riconosciute dalla servile Duma, la mobilitazione parziale, l’immotivata agitazione della minaccia nucleare contro uno Stato non-nucleare e che combatte in difesa del proprio territorio, i missili nuovamente scagliati su obiettivi civili: sono fatti che dovrebbero chiarire anche agli ubriachi che l’attacco all’Ucraina è un’operazione imperiale che non ha nulla di difensivo, esattamente come tante altre invasioni e tante operazioni «coperte» degli imperialismi occidentali. L’illegale annessione dei territori ucraini occupati preclude al momento qualsiasi possibilità di soluzione politica della guerra scatenata dal governo russo.

Putin e i fintopacifisti lamentano il «tradimento» della promessa di non estendere la Nato nell’area già sottomessa all’Unione Sovietica. Che ingenuità!, viene da esclamare. Perfino a prescindere dalla volontà di Washington o Berlino, è ovvio che, sia per motivi di sicurezza che per prospettive di lavoro, le élites e i popoli prima sottomessi all’Urss dovessero essere attratti dalla Nato e dall’Unione Europea. 

Tuttavia, elencare le malefatte degli Stati Uniti e degli alleati Nato non rende l’aggressione di Putin al popolo dell’Ucraina un crimine politico minore di quelli degli altri. 

La sinistra che si dice democratica, pacifista e perfino antimperialista deve decidere il criterio con cui giudicare le azioni delle grandi potenze e la resistenza dei popoli a un’aggressione. Deve scegliere tra il criterio geopolitico e dell’equilibrio di potere tra le potenze, che inevitabilmente porterà a parteggiare per uno dei «campi» imperiali; oppure l’alternativa, che è schierarsi coerentemente a sostegno delle lotte di liberazione e di indipendenza nazionale dei popoli, a prescindere da quanto sia gradita o sgradita la loro direzione o il regime politico.

giovedì 6 ottobre 2022

Ucraina 12: L’IPOCRISIA DEL PACIFISMO-NEUTRALISMO

E se fossimo stati neutrali anche per il Vietnam?


di Roberto Massari


Questo testo era apparso sul nostro blog lo scorso aprile. Lo ripubblichiamo, non solo per la sua crescente attualità, ma perché mentre la banda degli hitlero-comunisti è in netto calo ovunque, cresce invece la palude dei pacifisti-neutralisti. In Italia si prepara addirittura una giornata di scioperi del sindacalismo di base per il  2 dicembre in cui si chiede «il blocco dell’invio di armi in Ucraina»-

E ciò avviene in un momento in cui la Resistenza ne ha bisogno come il pane per proseguire a cacciare le milizie di Putin dalla propria terra e rendere via via più vane le minacce d’impiego di armi nucleari (minacce che il pacifismo-neutralismo continua a fingere di non aver udito).

Quale cinismo o calcolo politico può portare degli esseri umani a negare le armi a un popolo che lotta per la propria autodeterminazione?

Di qui la scelta di ripubblicare questo testo, sempre sperando che si avvicini il giorno della vittoria del popolo ucraino e la distruzione delle ambizioni ex zariste e ora coloniali dell’imperialismo russo..

(La Redazione)

 

Dedicato ai miei compagni di Kiev e Odessa che lottano contro l’invasione russa e per la libertà dell’Ucraina (r.m.).

 

«Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunquein qualsiasi parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario».
Ernesto Che Guevara, lettera ai figli (aprile 1965)

 

1.Gli hitlero-comunisti*

Questa mia riflessione non intende polemizzare con i «filoputiniani», vale a dire con coloro che si dichiarano apertamente favorevoli all’aggressione contro l’Ucraina. Fuori dai Paesi della Federazione Russa costoro sono pochi e sono per lo più confinati in ristretti circoli di provenienza hitlero-comunista. Sono infatti gli eredi spirituali dell’invasione della Polonia nel 1939 ad opera del nazismo e dello stalinismo alleati per quasi un biennio, ed eredi delle guerre di conquista sovietiche previste dal Patto con Hitler (Lettonia, Estonia, Lituania, Bessarabia, Bucovina settentrionale), oltre che dell’aggressione fallita alla Finlandia: quelle guerre di conquista fruttarono al nazismo un ampliamento territoriale di circa 800.000 km quadrati, all’Urss di Stalin circa 422.000 kmq.

Ma gli odierni hitlero-comunisti sono anche sostenitori di tutte le successive aggressioni sovietiche contro Ungheria, Cecoslovacchia, Afghanistan, Cecenia, Georgia, Ucraina del 2014 e l’attuale. Sono tristi residui dello stalinismo, persone o gruppi reazionari nel vero senso della parola(giacché condividono il sogno putiniano di ricostruire l’Impero zarista in pieno secolo XXI!), nemici giurati dell’autodeterminazione dei popoli, ammiratori del regime semidittatoriale russo, indifferenti ai danni ecologici provocati anche da queste guerre di conquista, irresponsabili sottovalutatori delle minacce di guerra atomica profferite da Putin, insensibili ai crimini contro l’umanità che il governo russo sta commettendo in Ucraina. Insomma, sono un’autentica schifezza umana e intellettuale, e la definizione di «hitlero-comunisti» si attaglia perfettamente alla loro ostentata disumanità.

I nemici però non sono mai degli interlocutori; con loro non è possibile polemizzare, e con i «putiniani» in modo particolare: perché se io stessi in Ucraina sparerebbero addosso a me e alla mia famiglia, e poi getterebbero i nostri corpi in una fossa comune. Ma il dramma è che anch’io sarei costretto a reagire e quindi a cercare di ucciderli, in difesa della mia persona, della mia famiglia, della mia cultura, del mio popolo.

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

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a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.