L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

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lunedì 9 dicembre 2024

E SE CI FACESSIMO FOLGORARE TUTTI SULLA VIA DI DAMASCO?

di Roberto Massari


ITALIANO - ENGLISH - FRANÇAIS


Avevo scritto più volte che il popolo ucraino e il popolo israeliano stanno combattendo per tutti noi, che questi due popoli così diversi per culture e tradizioni storiche al momento rappresentano la trincea più avanzata della lotta contro le antidemocrazie, cioè contro le grandi dittature ex staliniste (Russia, Cina, Nordcorea) alleate temporaneamente alla più feroce delle dittature islamiche (Iran), con i loro satelliti minori. Tra questi includevo anche la Siria del criminale e macellaio Assad, sanguinario dittatore rimasto al potere solo grazie all’aiuto della Russia e dell’Iran. Dei suoi crimini, non lo si dimentichi, sono stati moralmente complici tutti coloro che si collocano dalla parte della Russia, dell’Iran e delle dittature loro alleate.

Non mi riferisco solo ai vari gruppi dell’estrema destra fascistoide e nazistoide europea - tutti schierati con Putin e con Khamenei - ma anche agli utili idioti filoputiniani e antisemiti «di sinistra» che li osannano con manifestazioni celebrative di Hamas e del pogrom del 7 Ottobre: un rigurgito di antisemitismo che non si vedeva dai tempi dell’Olocausto, negli Usa, in Francia, in Italia ecc.

Ebbene, non immaginavo che avrei avuto una conferma positiva della mia affermazione nel giro di così breve tempo. E questo perché non avevo riflettuto sull’effetto che la sconfitta di Hezbollah libanese da parte di Israele avrebbe avuto per i movimenti di opposizione siriani. Anche il mondo è stato preso di sorpresa, ma ora non c’è analista serio che non stia spiegando che la vittoria così rapida di HTS (Hayat Tahrir al-Sham, Organizzazione per la liberazione del Levante) è stata resa possibile dalla sconfitta di Hezbollah. Non solo dello Hezbollah libanese (braccio armato dell’Iran), ma anche delle sue truppe presenti in Siria a difesa del regime di Hassad. E questo mentre la Russia continua a esssere impegnata nell’aggressione all’Ucraina e non in condizioni quindi di intervenire direttamente in Siria. La vittoria di HTS si deve in parte, quindi, anche alla resistenza eroica del popolo ucraino.

Intervenendo al di là del confine siriano e interrompendo la via di comunicazione tra le milizie di Hezbollah in Siria e quelle in Libano, Israele ha reso possibile la vittoria di HTS. Su questo non possono esservi dubbi.

Speriamo che Abu Mohammad al-Jolani sia grato a Israele per questo successo e d’ora in avanti faccia del suo meglio per pacificare i rapporti tra la Siria e Israele (prima che i servizi russi lo uccidano, come sicuramente stanno programmando di fare. Non si dimentichi che il delitto politico è l’arte in cui gli eredi del Kgb sono rimasti imbattibili).


Se la sconfitta di Hezbollah e quella di di Hamas hanno rappresentato dei primi gravi colpi per il regime degli Ayatollah, la caduta del regime filosciita di Hassad segna il tramonto definitivo per il progetto imperialistico della dittatura iraniana. Non solo questa dovrà rinunciare al suo progetto di dominare il Medio oriente, ma probabilmente dovrà assistere impotente al riavvicinamento tra Arabia Saudita e Israele che era riuscita a interrompere con il pogrom del 7 ottobre e che ora potrebbe rimettersi in moto. E qualcosa forse comincia a capire anche il regime del Qatar che finora ha dato il suo contributo a tenere in vita il regime terrorista di Hamas.

Quale che sia lo sviluppo del nuovo governo siriano (che comunque non potrà che essere migliore di quello di Hassad), la coraggiosa resistenza del popolo israeliano - aggredito da 7 direzioni diverse, che ora sono scese a 5 - comincia a raccogliere i frutti del suo sacrificio.

Chi ama veramente la pace (e quindi escludo i pacifinti, gli ecofinti, gli antisemiti, gli hitlerocomunisti, i nemici vari della democrazia: insomma la sinistra reazionaria) dovrebbe solo rallegrarsi della caduta di Hassad, di questa nuova sconfitta dell’imperialismo russo e iraniano, e di questo nuovo punto a favore dell’umanità.


Avanti quindi sulla strada di Damasco, sperando che questa volta vada meglio di come andò l’ultima volta, circa duemila anni fa...

(9 dicembre 2024)       


ENGLISH


AND WHAT IF WE LET US ALL TO BE DAZZLED ON THE ROAD TO DAMASCUS?  

by Roberto Massari


I had written several times that the Ukrainian people and the Israeli people are fighting for all of us, that these two peoples - so different in cultures and historical traditions - currently represent the most advanced front line in the fight against anti-democracies, that is, against the great ex-Stalinist dictatorships (Russia, China, North Korea) temporarily allied with the most ferocious of Islamic dictatorships (Iran), along with their minor satellites. Among these, I included Syria under the criminal and butcher Assad, a bloodthirsty dictator who has remained in power only thanks to the support of Russia and Iran. Let us not forget that all those who side with Russia, Iran, and their allied dictatorships are morally complicit in his crimes.  

I am not only referring to the various far-right fascist and neo-Nazi groups in Europe - all aligned with Putin and Khamenei - but also to the pro-Putin and anti-Semitic "left-wing» useful idiots who praise them with celebratory demonstrations for Hamas and the pogrom of October 7: a resurgence of anti-Semitism not seen since the Holocaust, in the U.S., France, Italy, and elsewhere.  

Well, I did not imagine I would receive positive confirmation of my assertion in such a short time. This is because I had not considered the effect that the defeat of Lebanese Hezbollah by Israel would have on Syrian opposition movements. The world was caught by surprise too, but now there is no serious analyst who does not explain that the rapid victory of HTS (Hayat Tahrir al-Sham, Organization for the Liberation of the Levant) was made possible by Hezbollah's defeat. Not only the Lebanese Hezbollah (Iran's armed wing) but also its forces present in Syria to defend Assad's regime. This comes as Russia remains entangled in its aggression against Ukraine, thus unable to intervene directly in Syria. The victory of HTS is partly due, therefore, also to the heroic resistance of the Ukrainian people.  

By acting beyond the Syrian border and disrupting the communication routes between Hezbollah militias in Syria and those in Lebanon, Israel made HTS's victory possible. On this, there can be no doubt.  

Let us hope that Abu Mohammad al-Jolani is grateful to Israel for this success and that, from now on, he does his best to normalize relations between Syria and Israel (before Russian operatives assassinate him, as they are surely planning to do. Let us not forget that political assassination is the art in which the heirs of the KGB remain unbeaten). 


If the defeats of Hezbollah and Hamas represented the first significant blows to the Ayatollahs' regime, the fall of Assad's pro-Shia regime marks the definitive decline of Iran's imperialistic project. Not only will Iran have to abandon its dream of dominating the Middle East, but it will likely watch helplessly as Saudi Arabia and Israel resume their rapprochement, which Iran had managed to disrupt with the pogrom of October 7 and which may now be back on track. And perhaps even Qatar’s regime - so far complicit in sustaining Hamas’s terrorist regime - is beginning to realize something.  

Whatever the development of the new Syrian government (which, in any case, cannot be worse than Assad's), the courageous resistance of the Israeli people - attacked from seven different directions, now reduced to five - is beginning to bear the fruits of its sacrifice.  

Those who truly love peace (and thus I exclude pacifakers, eco-fakers, anti-Semites, Hitler-communists, various enemies of democracy - —in short, the reactionary left) should rejoice at Assad's fall, this new defeat of Russian and Iranian imperialism, and this new point in favor of humanity.  


Let us move forward, then, on the road to Damascus, hoping that this time it goes better than it did the last time, about two thousand years ago…  

(December 9, 2024)  


FRANÇAIS


ET SI NOUS ÉTIONS TOUS FOUDROYÉS SUR LE CHEMIN DE DAMAS?  

par Roberto Massari  


J'avais écrit à plusieurs reprises que le peuple ukrainien et le peuple israélien se battent pour nous tous, que ces deux peuples -si différents par leurs cultures et traditions historiques - représentent actuellement la ligne de front la plus avancée dans la lutte contre les antidémocraties, c'est-à-dire contre les grandes dictatures ex-staliniennes (Russie, Chine, Corée du Nord) temporairement alliées à la plus féroce des dictatures islamiques (Iran), avec leurs satellites mineurs. Parmi ces derniers, j'incluais également la Syrie du criminel et boucher Assad, un dictateur sanguinaire resté au pouvoir uniquement grâce à l'aide de la Russie et de l'Iran. N'oublions pas que tous ceux qui se rangent du côté de la Russie, de l'Iran et de leurs dictatures alliées sont moralement complices de ses crimes.  

Je ne me réfère pas seulement aux divers groupes d'extrême droite fascisants et néo-nazis européens -tous alignés avec Poutine et Khamenei - mais aussi aux idiots utiles pro-Poutine et antisémites « de gauche » qui les acclament avec des manifestations célébrant le Hamas et le pogrom du 7 octobre : un regain d'antisémitisme qui ne s'était pas vu depuis l'Holocauste, aux États-Unis, en France, en Italie, etc.  

Eh bien, je n'imaginais pas que j'aurais une confirmation positive de ma déclaration en si peu de temps. Et cela parce que je n'avais pas réfléchi à l'effet que la défaite du Hezbollah libanais par Israël aurait sur les mouvements d'opposition syriens. Le monde a également été pris de court, mais maintenant il n'y a pas d'analyste sérieux qui n'explique que la victoire rapide de HTS (Hayat Tahrir al-Sham, Organisation de libération du Levant) a été rendue possible par la défaite du Hezbollah. Non seulement du Hezbollah libanais (bras armé de l'Iran), mais aussi de ses forces présentes en Syrie pour défendre le régime d'Assad. Et cela alors que la Russie reste engagée dans son agression contre l'Ukraine, donc incapable d'intervenir directement en Syrie. La victoire de HTS est donc en partie due aussi à la résistance héroïque du peuple ukrainien.  

En intervenant au-delà de la frontière syrienne et en interrompant les routes de communication entre les milices du Hezbollah en Syrie et celles au Liban, Israël a rendu possible la victoire de HTS. Là-dessus, il ne peut y avoir de doute.  

Espérons qu'Abu Mohammad al-Jolani soit reconnaissant envers Israël pour ce succès et qu'à partir de maintenant, il fasse de son mieux pour pacifier les relations entre la Syrie et Israël (avant que les services russes ne l'éliminent, ce qu'ils sont sûrement en train de planifier. N'oublions pas que l'assassinat politique est l'art dans lequel les héritiers du KGB restent imbattables).  

Si les défaites du Hezbollah et de Hamas ont représenté les premiers coups graves pour le régime des Ayatollahs, la chute du régime pro-chiite d'Assad marque le déclin définitif du projet impérialiste de la dictature iranienne. Non seulement celle-ci devra renoncer à son projet de domination du Moyen-Orient, mais elle devra probablement assister impuissante au rapprochement entre l'Arabie Saoudite et Israël, qu'elle avait réussi à interrompre avec le pogrom du 7 octobre et qui pourrait maintenant reprendre. Et peut-être que le régime du Qatar - jusqu'ici complice pour maintenir en vie le régime terroriste du Hamas - commence aussi à comprendre quelque chose.  

Quel que soit le développement du nouveau gouvernement syrien (qui ne pourra de toute façon pas être pire que celui d'Assad), la courageuse résistance du peuple israélien - agressé depuis sept directions différentes, maintenant réduites à cinq - commence à récolter les fruits de son sacrifice.  

Ceux qui aiment vraiment la paix (et donc j'exclus les pacifistes de façade, les écolos de façade, les antisémites, les hitléro-communistes, les divers ennemis de la démocratie : bref, la gauche réactionnaire) devraient se réjouir de la chute d'Assad, de cette nouvelle défaite de l'impérialisme russe et iranien, et de ce nouveau point en faveur de l'humanité.  


Avançons donc sur le chemin de Damas, en espérant que cette fois cela se passe mieux qu'il y a environ deux mille ans…  

(9 décembre 2024)  



Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

* * *

a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.