È morto a 73 anni Gino Strada, una delle figure più importanti italiane ed europee nel campo dell'impegno civile per la vita degli altri. Medico, chirurgo, pacifista e strenuo oppositore della guerra e della violenza, era il fondatore dell’Ong Emergency, che ha allestito 18 ospedali in tutto il mondo in paesi dilaniati dalla guerra come Afghanistan, Iraq e Sudan.
L'esistenza di persone come Gino Strada è un potente schiaffo alla credibilità di tutti i nostri gruppi dominanti che glorificano il potere, l'innovazione tecnologica, la sicurezza nazionale e spendono 2 trilioni di dollari l'anno in armi, per conquistare, uccidere, dominare. E lasciare spudoratamente la salvezza di centinaia di migliaia di feriti, malati e sfollati nelle mani di persone di buona volontà, come Gino Strada.
Questi gruppi prepotenti dovrebbero essere processati e condannati per crimini contro l'umanità. Le guerre devono essere bandite
Riccardo Petrella, Roberto Savio – Agorà degli Abitanti della Terra
Mi associo all’appello, aggiungendo che ho sempre considerato Gino Strada una perla anomala sulla scena politica italiana. Non è paragonabile a nessuno dei politici o dei personaggi più noti. Insisto sul nessuno.
In primo luogo per la sua totale indipendenza dallo Stato: quando il governo Prodi gli offrì del denaro, lo rifiutò dicendo che non voleva prendere soldi da chi portava la responsabilità di provocare le vittime.
In secondo luogo perché non si fece condizionare dalla presunta appartenenza alla «sinistra»: non ebbe problemi a denunciare il governo D'Alema corresponsabile diretto dei bombardamenti su Belgrado. Così come non volle avere niente a che fare con Cossutta, Bertinotti, Rifondazione e i Verdi che il 19 luglio 2006 votarono compatti e unanimi la missione italiana in Iraq.
In terzo luogo perché pur vivendo in mezzo alle peggiori guerre della nostra epoca, è rimasto un antimilitarista convinto e non ha mai smesso di esprimere disprezzo per i parlamentari, ministri ecc. che anno dopo anno votano e confermano le varie missioni di guerra italiane all’estero (intendo PD e M5S, perché degli altri non è il caso neanche di parlare).
In quarto e importantissimo luogo perché è stato uomo d’azione, che si è rimboccato le maniche e ha fatto ciò che ha potuto per fermare il degrado morale, politico, climatico e sanitario del pianeta Terra.
Quest’uomo ha avuto il coraggio di andare controcorrente, di essere politicamente scorretto, di dire ciò che pensava e di fare ciò che diceva. Tra i personaggi noti del dopoguerra mi viene in mente solo un altro che abbia agito come lui, dicendo ciò che pensava e facendo ciò che diceva.
Ora siamo tutti un po’ più soli.
Hasta siempre, Gino!
Roberto Massari