L’associazione Utopia rossa considera suo fondamento politico il principio secondo cui il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi si deve riflettere l’essenza del fine. Non ha programmi politici, come del resto non ne aveva la Prima internazionale. Nonostante le più diverse provenienze ideologiche dei suoi sostenitori, essa ritiene che l’anticapitalismo dilagato dopo l’inizio dell’Antirivoluzione russa (dicembre 1917) sia stato motivato fondamentalmente da idee precapitalistiche, cioè retrograde, e non da progetti di civiltà in grado di superare il capitalismo sviluppando ulteriormente i suoi modelli di democrazia. Ciò spiega anche il prevalere, nella storia della cosiddetta «sinistra», di simpatie per i regimi dittatoriali di ogni specie e colore. Utopia rossa si batte contro l’ulteriore diffusione di ideologie precapitalistiche vecchie e nuove (in campo politico, culturale, ecologico, religioso ecc.), come parte della sua battaglia per il superamento del capitalismo, se si vuole salvare la vita sulla Terra con la sua umanità. In questo senso la sua utopia continua ad essere rossa.

The Red Utopia association considers its political foundation to be the principle that the end does not justify the means, but that the means must reflect the essence of the end. It has no political program, just as the First International did not. Despite the diverse ideological backgrounds of its supporters, it believes that the anti-capitalism that spread after the start of the Russian Anti-Revolution (December 1917) was fundamentally motivated by pre-capitalist – that is, retrograde – ideas, and not by civilizational projects capable of overcoming capitalism and of further developing its democratic models. This also explains the prevalence, throughout the history of the so-called «left», of sympathies for dictatorial regimes of all kinds and colors. Red Utopia fights against the further spread of old and new pre-capitalist ideologies (in the political, cultural, ecological, religious, and other fields) as part of its battle to overcome capitalism, if life on Earth, including its humanity, is to be saved. In this sense, its utopia remains red.

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giovedì 18 luglio 2019

PARTIGIANI DELLA TERRA

(Camminando verso L’Aquila)

di Antonio Marchi

Mentre alcuni vanno al bar, mentre altri fumano e si raccontano barzellette, mentre quelli vanno al mare un fine settimana e questi a caccia e altri a pescare, o al cinema, al night club, o a messa la mattina di domenica, mentre alcuni sono innamorati e altri innamorati di se stessi, mentre il fiume, mentre il mare, mentre gli astri, mentre le automobili e i ciclisti… noi camminiamo, camminiamo senza far niente. Camminiamo come gli uccelli che costruiscono i loro nidi, i castori le loro dighe, le formiche i loro buchi… noi posiamo i piedi sulla terra. Uno dopo l'altro. Lasciamo tracce. Costruiamo relazioni per abbattere muri e incomprensioni e ridare fiducia e speranza a chi l'ha persa... 
Dentro un fuoco di desideri più intimi Noi diamo dignità alla vita, alla vita che manca.
Come sempre il terremoto, come qualsiasi evento tragico, ci sorprende anche se l'attendiamo. Sempre ci sorprende il dolore, la tragedia e la devastazione cioè la morte. 
Camminiamo tra le macerie e tra i sopravvissuti nei loro pensieri, tristi. Piegati sulle ginocchia da tanta desolazione in un silenzio spettrale, l'angosciosa domanda ci perseguita e il dubbio si fa carne togliendoci a volte la forza di camminare. Lacrime di sudore e di stupore, niente è perduto ma tutto è scaduto. Camminiamo nell'estasi dell'alba e del tramonto, dentro l'immane bellezza dei monti e delle valli. 
Più avanti cerchi, colori rotondi, sempre più intensi, il rosso, il giallo, il verde… il rosso col giallo, il verde col rosso e mille papaveri rosso sangue a danzare nel vento come piccoli fuochi accesi. Sono quadri, colori quadrat., scene, scintille, letarghi.
Ci fa compagnia il vento, gli uccelli e la musica del menestrello Francesco per le emozioni più care e intime … e Gabriele, come il primo uomo e come l'ultimo, divide tutto come il suo frutto e Valentina raccoglie, racconta: «ringraziare desidero per il bene dell'amicizia… per l'amore che rende impavidi… per la gran potenza d'antico amor…»
L'allontanarsi di una stella nella notte vuol mostrare a un tempo la bellezza e il potere salvifico e distruttore dell'amore. Bianche colombe l'attraversano, buia, stellata. Il nero danzava nell'ombra, il rosso nel sangue. Ero geloso di voi e nello stesso momento ero parte di voi. Di giorno in giorno potevo piangere e sorridere, passarvi accanto, guardarvi negli occhi… occhi acquosi, misteriosi, belli e lucenti, occhi che rapiscono, orgogliosi di dolce essenza d' armonie ironico-erotiche.
Camminiamo. L'Aquila si avvicina. L'Aquila liberata… dalle zone rosse, dalle gru, dagli anni tragici dei porci profitti, degli inganni assassini… L'Aquila scalda i cuori, è festa di piazza, è liberazione...
Balliamo al ritmo degli sbandieratori. Urliamo i nostri Mai più! mai più! ininterrottamente fino a perdere la voce. Ho in testa Pescara del Tronto, Accumoli, S. Lorenzo, Amatrice… ho in testa la guerra, le guerre nel mondo.
Il terremoto è la nostra guerra con le sue sofferenze e distruzioni, le sue morti. E ballo alle «Case Matte», come non mai, come una trottala, come un airone, come un gorgo, come le eliche di un areoplano, come le pale di un mulino che macinano la farina della fame. Girando come gira la sfera della terra, col suo cuore, col suo sangue. Ballo e penso al terremoto come a un giudice occulto che compare all'improvviso e ci presenta il conto dell'infinito male fatto all'uomo che si è voluto redimere, agli animali che ci hanno nutriti, alle foreste e alle acque potabili, al mare dove i cetacei crepano orribilmente per la plastica che ingoiano, al cielo insozzato dai rottami... È bene e giusto quello che facciamo individualmente, perchè gli Stati non sono che divinità maligne e false, ma qualsiasi pia intenzione non potrà che fare i conti con il clima della terra. Ho la terribile sensazione che non si fidi di noi che ipocritamente proclamiamo di volerla salvare. Però ci proviamo. La voglia di cambiare ci accompagnerà come le gambe, il cuore e tanta poesia.
Antonio .
16 luglio 2019

Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

* * *

a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.