L’associazione Utopia rossa considera suo fondamento politico il principio secondo cui il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi si deve riflettere l’essenza del fine. Non ha programmi politici, come del resto non ne aveva la Prima internazionale. Nonostante le più diverse provenienze ideologiche dei suoi sostenitori, essa ritiene che l’anticapitalismo dilagato dopo l’inizio dell’Antirivoluzione russa (dicembre 1917) sia stato motivato fondamentalmente da idee precapitalistiche, cioè retrograde, e non da progetti di civiltà in grado di superare il capitalismo sviluppando ulteriormente i suoi modelli di democrazia. Ciò spiega anche il prevalere, nella storia della cosiddetta «sinistra», di simpatie per i regimi dittatoriali di ogni specie e colore. Utopia rossa si batte contro l’ulteriore diffusione di ideologie precapitalistiche vecchie e nuove (in campo politico, culturale, ecologico, religioso ecc.), come parte della sua battaglia per il superamento del capitalismo, se si vuole salvare la vita sulla Terra con la sua umanità. In questo senso la sua utopia continua ad essere rossa.

The Red Utopia association considers its political foundation to be the principle that the end does not justify the means, but that the means must reflect the essence of the end. It has no political program, just as the First International did not. Despite the diverse ideological backgrounds of its supporters, it believes that the anti-capitalism that spread after the start of the Russian Anti-Revolution (December 1917) was fundamentally motivated by pre-capitalist – that is, retrograde – ideas, and not by civilizational projects capable of overcoming capitalism and of further developing its democratic models. This also explains the prevalence, throughout the history of the so-called «left», of sympathies for dictatorial regimes of all kinds and colors. Red Utopia fights against the further spread of old and new pre-capitalist ideologies (in the political, cultural, ecological, religious, and other fields) as part of its battle to overcome capitalism, if life on Earth, including its humanity, is to be saved. In this sense, its utopia remains red.

PER SAPERNE DI PIÙ CI SONO UNA COLLANA DI LIBRI E UN BLOG IN VARIE LINGUE…

giovedì 4 dicembre 2014

«IL LETTRISMO» DI ALESSANDRO SCURO, di Pino Bertelli

In questo testo di Alessandro Scuro, la storia del Lettrismo è analizzata con dovizia di note, approfondimenti, tessiture, leggende di un movimento (non solo) artistico, fondato da Isidore Isou e Gabriel Pomerand negli anni ’40 a Parigi, affiancati (tra gli altri) da Maurice Lemaître e Guy Debord (l’autore del testo più rubato nel ’68, La società dello spettacolo, uno dei fondatori dell’Internazionale Situazionista). Il giovane saggista ricostruisce, con una qualche partecipazione passionale, la successione degli eventi storici, i personaggi eccentrici, gli scandali pubblici che i lettristi hanno operato nella capitale francese e, per molti versi, riversato nei centri culturali europei della propria epoca.
L’introduzione di Scuro rievoca le gesta degli esistenzialisti di Saint-Germain-des-Prés (Sartre, Vian, de Beauvoir, Camus, Prévet, Gréco), l’incontro tra Isou e Pomerand, le prime teorie e provocazioni lettriste nei caffè parigini... le creazioni lettriste e le diatribe tra gli stessi artisti che giungono a risse, espulsioni o dimissioni dal movimento del quale Isou si è autoproclamato Messia... diceva di essere “il più grande uomo politico di tutti i tempi e il più grande poeta e compositore di tutti i tempi”, l’inventore della “società paradisiaca” a venire. Di là da certe incaute affermazioni, ci sono opere di Isou che in qualche modo hanno modificato la struttura, la dizione, la ricezione non solo nella poesia ma anche nella pittura, musica, scultura, fotografia, cinema... la messe dei suoi libri toccano l’insieme dei saperi e non sappiamo se ci troviamo di fronte alla magia spudorata di un talento o alla forza propulsiva di un inventore che ha fatto della propria vita un’opera d’arte.

Il libro di Scuro contiene alcuni testi lettristi di Isou, Pomerand e altri meno riconosciuti... comprendiamo lo sconcerto di quanti si mettono alla lettura di questi affascinanti banditi delle lettere... specie quando s’imbattono in frasi come queste: “Brutale e insolita, come un calcio nel culo, la gioventù è un volantino ambulante” o “come è dolce sussistere in un mondo che crolla” (Gabriel Pomerand, muore suicida nel 1972). La fine del mondo per i lettristi sarà domani!
Questa piccola storia del Lettrismo è tratta da materiali sovente originali, tradotti dall’autore, e apre una riflessione storica/politica sul percorso artistico del Lettrismo... ci mostra anche la notevole capacità di un’avanguardia longeva e la sua seminagione ereticale ha continuato a fiorire sino ai nostri giorni, trascolorandosi ad esempio nell’Inismo (Internazionale Novatrice Infinitesimale), fondato a Parigi negli anni ’80: “Internazionale poiché non ha confini. Novatrice poiché gli inisti si propongono di innovare sempre. Infinitesimale, la più caratterizzante, indica che l'inismo tende a ridurre gli elementi dei linguaggi ai minimi termini, cercando di partire dall'atomo per giungere all'infinito”. Qualunque sia la considerazione culturale/politica su questo movimento, il Lettrismo ha “cesellato” (graffiato, inciso, scorticato) film, immagini, lettere, segni, simboli di antiche scritture... e sotto un certo taglio ha anticipato (con i dovuti prestiti al futurismo, dada e surrealismo) i linguaggi multimediali del nuovo millennio.
Va detto. Di tutte le avanguardie del Novecento, la genialità sovversiva del Surrealismo e dell’Internazionale Situazionista (fondata nel 1957, si è autosciolta nel 1972), saranno le sole che oseranno passare dai salotti dell’arte alle barricate della Rivoluzione di Spagna del ’36 e del ’68, e cercato di trasformare alla radice la vita quotidiana.


Piombino, dal vicolo dei gatti in amore, 7 volte ottobre, 2014.

Alessandro Scuro, Il Lettrismo,
Massari Editore 2014, pp. 240, Euro 14

Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

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a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

* * *

a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.