di Laris Massari
[Voce tratta dall’edizione italiana - a cura di R. Massari & M. Nobile - dell’abbecedario realizzato collettivamente dalle Brigate editoriali di solidarietà, Ucraina dalla A alla Z, fresco di stampa e in arrivo in libreria, in vendita al prezzo politico di 7 €.]
Dizionario Hoepli: «Tendenza a rimandare pretestuosamente la spiegazione di problemi contingenti a fumose cause di carattere più generale». L’equivalente in inglese è whataboutism.
Il fenomeno del benaltrismo, già emerso in àmbito giornalistico a partire dagli anni ’80, ai giorni nostri è ampiamente diffuso nelle discussioni riguardo alla guerra in Ucraina. Nello specifico, questo modo peculiare di eludere i problemi reali che si ha paura di affrontare, è comune alla stragrande maggioranza delle persone che non appoggiano la lotta difensiva ucraina, e che trovano di conseguenza complicato costruirsi un’opinione. Costoro sono soliti elencare minuziosamente tutte le colpe delle altre nazioni più o meno coinvolte nel conflitto, purché si eviti di analizzare le responsabilità più evidenti dell’invasore Putin. Anzi, sul banco degli imputati spesso viene messo addirittura il governo ucraino, dandoci così un primo paradossale esempio di benaltrismo.
Gli Stati Uniti, però, sono il bersaglio favorito dei nostri benaltristi. E dato che gli Usa di colpe per il passato ne hanno a bizzeffe, l’argomento principe del benaltrista di turno è: «E allora gli Usa…?» (what about the Usa?). Domanda retorica cui segue la «spiegazione»: «gli Stati Uniti (o la Germania o la Francia o l’Italia) hanno fatto ben altro».
A ciò segue una lista potenzialmente infinita di colpe dell’imperialismo, un’escalation nell’elencazione dei crimini di guerra e contro l’umanità (peraltro tutti ultranoti e universalmente riconosciuti come tali), anche perché, volendo, si potrebbe risalire alla nascita del capitalismo se non proprio alle origini dell’umanità. Mentre è facile prevedere che nel futuro l’odierno benaltrista, dovendo giustificare qualche altra aggressione imperialistica, includerà nel paniere anche gli attuali crimini di Putin contro l’umanità. Ciò gli servirà a deviare l’attenzione da qualche altro fatto grave che starà avvenendo in quel momento.
È evidente la natura psicopatologica del benaltrismo: si tratta in fondo di una forma molto primitiva di fuga dalla realtà (bisogno di voltare lo sguardo davanti alle sciagure altrui), coniugata con una narcisistica autocelebrazione: «io non me la bevo», «solo io conosco questi crimini precedenti degli Usa», «ben altro si nasconde dietro questo sostegno al popolo ucraino»... C’è il rischio inoltre del contagio, reso oggi molto più facile dalla circolazione delle fake-news in Rete.
Nota: Il benaltrismo non va confuso con l’analisi storica, seria e dettagliata, delle cause che hanno portato all’odierno conflitto in Ucraina. I due atteggiamenti non si assomigliano nemmeno alla lontana, facendo essi riferimento a motivazioni etiche e a strumenti teorici incompatibili tra loro.