PUTIN WANTED TO DENAZIFY UKRAINE DEPORTING ITS CHILDREN...
PUTIN QUERIA DESNAZIFICAR A UCRANIA DEPORTANDO SUS NIÑOS...
PUTIN VOULAIT DÉNAZIFIER UKRAINE EN DEPORTANT SES ENFANTS...
di Michele Nobile e Roberto Massari
Dice di voler «denazificare» l’Ucraina, ma è ricercato per un crimine degno dei nazisti.
Finalmente la Corte penale internazionale dell’Aia ha spiccato un mandato di cattura per crimine di guerra nei confronti di Vladimir Vladimirovič Putin, Presidente della Federazione Russa, e Marija L’vova-Belova, Commissaria per i diritti dei bambini presso l’ufficio della presidenza russa. Putin e L’vova-Belova sono ritenuti personalmente responsabili della deportazione di migliaia di bambini ucraini in Russia. Inoltre la procedura d’adozione di bambini ucraini da parte di famiglie russe è stata sveltita con apposita legge nella scorsa primavera (decreti del presidente Putin del 25 e 30 maggio 2022).
Questo crimine è degno del nazismo ed era prassi comune in Argentina, dove venivano dati in adozione i figli delle persone assassinate dalla giunta militare.
Dunque ora Putin è a tutti gli effetti (quindi anche giuridicamente) un criminale di guerra, che può essere arrestato in 123 Paesi del mondo. Egli è ora equiparato ad altri criminali come Omar Al-Bashir, Presidente del Sudan condannato per crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio, per il conflitto in Darfur.
Questo è forse il più odioso tra i vari crimini di guerra commessi sotto gli ordini di Putin in Ucraina ma, quanto a tipologia, è solo uno di tanti: si contano 71.000 eventi classificabili tra i crimini di guerra.
Chi simpatizza con l’aggressione della Russia all’Ucraina è ora nella posizione di simpatizzare per un criminale ricercato. In effetti, come già denunciato da noi (Utopia Rossa) alcuni mesi fa, la deportazione dei bambini non è solo un crimine di guerra ma uno degli elementi – tra i meno equivocabili – che definiscono il crimine di genocidio secondo la Convenzione per la prevenzione e punizione del crimine di genocidio, articolo II(e):
«e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo a un altro».
La deportazione e la forzata adozione dei bambini ucraini in Russia è parte integrante del progetto coloniale di distruzione della nazionalità ucraina.
Il passo successivo è proprio la condanna di Putin per il crimine di genocidio, non solo per la deportazione dei bambini ucraini ma anche per:
- l’attacco alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina in pieno inverno, con l’intento di provocare la morte di massa per congelamento di civili;
- l’incitamento al genocidio, non esplicito ma logicamente conseguente dall’annullamento dell’identità, dalla de-umanizzazione del popolo d’Ucraina, dalla negazione di una sua distinta nazionalità e dalla sua criminalizzazione in quanto diretto da presunti «nazisti».
È in questo contesto che si spiegano le molte migliaia di civili uccisi sotto i bombardamenti, i massacri a Buča, Irpin’, Izjum, Lyman, Mariupol’, le torture e gli stupri, i milioni di sfollati e di profughi nel resto d’Europa, oltre ai civili deportati in Russia.
Come già detto in precedenti testi, occorre arrivare il prima possibile a costituire un Tribunale indipendente per i crimini del governo russo, come il Tribunale Russel che nel 1966-67 giudicò i crimini di guerra dell’imperialismo Usa in Vietnam.
I pacifisti – veri o finti - che nemmeno dopo questa decisione del Tribunale dell’Aia continuano a non denunciare i crimini che Putin sta commettendo contro il popolo ucraino, rischiano di diventarne moralmente corresponsabili.