L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

PER SAPERNE DI PIÙ CI SONO UNA COLLANA DI LIBRI E UN BLOG IN VARIE LINGUE…

ČESKÝDEUTSCHΕΛΛΗΝΙΚÁENGLISHESPAÑOLFRANÇAISPOLSKIPORTUGUÊSРУССКИЙ

sabato 11 dicembre 2021

IL VALORE NON È UN PREZZO

Liberiamo l’acqua dalla Borsa

 
di Riccardo Petrella 
 
“Il valore non è un prezzo” è il titolo della rivendicazione (non petizione) che change.org ci ha aiutato  a diffondere in Italia  a partire dal 20 novembre (vedi https://chng.it/p8w8y4qP): un capovolgimento di prospettiva umana “vogliamo l’acqua bene comune pubblico mondiale e fuori della Borsa”.
Quel che è di grande incoraggiamento, oltre che di contentezza,  è che in soli 15 giorni, a partire dal 20 novembre, quasi 50.000 donne e uomini del nostro paese hanno apposto la loro firma ad un capovolgmento delle credenze culturali e sociali e delle scelte economiche e politiche oggi imperanti.
Anzitutto, un  capovolgimento riguardo i criteri di definizione del valore delle cose, della vita. I firmatari hanno sconfessato la credenza imposta dai gruppi sociali dominanti  che il prezzo di mercato definisce il valore di un albero, di un vaccino, di una conoscenza scientifica, di una innovazione sociale, di un gregge di pecore, di un calciatore, di  un'operaia di Aia, di un'insegnante elementare, di un m³ d’acqua potable… Schierarsi a favore dell’idea che il prezzo dell’acqua, bene naturale essenziale per la vita, non è riducibile al suo prezzo di proprietà e di consumo, rappresenta uno schiaffo forte in faccia ai dominanti. Questi hanno imposto le tesi che non vi sono piu i diritti all’acqua, alla salute, all’alloggio, all’educazione, alla libertà… ma la capacità di accesso su basi eque e a prezzo abborddabile all’acqua, alla salute, all’alloggio, all’informazione digitale. Secondo loro, un  prezzo è  “abbordabile” soprattutto nel senso che dev'essere tale per consentire un livello di profitto “giusto” per il capitale investito!
In secondo luogo, un capovolgimento riguardo la dimensione storica della vita dalla quale partire per  definire e riorganizzare le relazioni tra, fra poco, i 9 miliardi di persone che abiteranno la Terra insieme agli altri miliardi, ben più numerosi  di esseri viventi (microbi, piante, animali).  La rivendicazione sostiene che l’acqua dev'essere trattata come un bene comune mondiale, e non solo europeo, russo, africano-subsahariano, medio-orientale, Usa, vuoi italiano, keniano, bengalese, coreano, costaricano, israeliano o turco. Firmando,  i cittadini hanno espresso una coscienza nuova concreta della condizione umana e cioé la mondialità effettiva della comunità di esistenza e del divenire della vita della Terra.  L’acqua  é mondiale e così dev'essere (dobbiamo imparare) il governo della politica dell’acqua oggi in mano ai gruppi  oligarchici delle  grandi compagnie miultinazionali dell’acqua e, con la  messa in Borsa dell’acqua, dei fondi d’investimento globali speculativi. Inoltre, i firmatari hanno aderito all’affermazione che l’acqua è un bene comune mondiale pubblico. Ci vuole incoscienza o deliberata convizione per rivendicare tale  scelta in un’epoca in cui i gruppi sociali dominanti sono riusciti a demolire il concetto di pubbllico (specie quello statuale). L’acqua pubblica è stata  eliminata dal linguaggio corrente e fa sempre meno parte della narrazione etica, sociale e politica della  vita.
Cosi, cosa che sembrava impossibile, i firmatari hanno sconfessato il principio accettato da molti governi e poteri pubblici che e non si può lottare contro la presa di controllo mondiale della vita da parte della finanza privata. Per molti, mettere in questione la potenza della finanza privata e in partcolare degli operatori in Borsa è irrealistica e velleitaria, da Don Quisciotte. Ebbene, quasi 50.000 donne e uomini in Italia hanno cominciato una nuova battaglia.
Dal 25 ottobre scorso la battaglia è diventata ancor più necessaria e dura. Su pressione e iniziativa del fondo d’investimento più potente al mondo, Black  Rock,  la borsa di New York (“Wall Street”)  ha deciso di creare  una nuova classe di averi finanziari, i Natural Assets, gestiti da una nuova categoria d’imprese, le NAC (Natural Assets Companies), Secondo la proposta di Black Rock si tratta a termine di gestire il 30% del mondo naturale della Terra attraverso i meccanismi delle transazioni  finanziarie in  Borsa, la cosidetta “monetizzazione della natura” (“nature pricing”). La vita trasformata in averi finanziari! Che bel progetto.
Le 50 mlla firme sono una bella soffiata di ossigeno culturale e politico per  “ridare” un  senso “spirituale”, etico e sociale  alla vita. Esse rappresentano un piccolo passo di un lungo percorso collettivo mondiale all’insegna di  “il valore non è un prezzo”.


Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

* * *

a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.