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martedì 24 novembre 2020

IL LAGO TRASIMENO: MALATO TERMINALE

di Maurizio Fratta

Foto dell'autore
Con un diametro medio di circa 12 chilometri, una superficie di circa 124 Km quadrati ed una profondità media di circa 4,5 metri, il lago Trasimeno si distingue marcatamente dagli altri laghi dell'Italia centrale.
Quando, in una situazione di normalità, il livello delle acque raggiunge lo zero idrometrico di 257,5 metri sul livello del mare, per comprenderne la morfologia ed apprezzarne la tipicità di assai raro ed esteso lago laminare , occorre ridurne mentalmente mille volte le dimensioni reali .
Come ha scritto Guido Cantarelli nel bel saggio "Addio al Trasimeno", pubblicato per la rivista Diomede, "ecco allora apparire ai nostri occhi una lama d’acqua circolare del diametro di 12 metri e dello spessore di 4,5 millimetri".
Una sottilissima "pozzanghera" che, tra periodi di siccità e periodiche inondazioni, ha resistito per millenni all'evaporazione naturale ed il cui equilibrio, pur nelle contese tra interessi contrapposti, ha reso possibile la vita delle popolazioni che nel corso dei secoli ne hanno abitato il territorio . 
Se prima i Romani, poi nel 1422 Braccio da Montone e successivamente, nella seconda metà del Cinquecento, Sisto V tentarono di far abbassare il livello del lago a causa della insalubrità delle sue sponde, a metà dell'Ottocento il Trasimeno rischiò addirittura di sparire quando proprietari terrieri ne proposero il prosciugamento.
Foto dell'autore
Liberate dalle acque di un bacino la cui abbondanza di pesce era fonte di reddito per centinaia di famiglie di pescatori, le terre diventavano ora disponibili per la cerealicoltura e gli appetiti dei possidenti .
Fu il senatore Guido Pompilj che riuscì a raggiungere un accordo tra le fazioni in lotta con la creazione di un canale artificiale: il lago fu salvato, non la sua capacità di trattenere l'acqua negli anni di siccità.
Nella seconda metà del Novecento la scarsità di precipitazioni, gli impaludamenti, le occupazioni delle rive naturali per le coltivazioni ed i prelievi per le irrigazioni ne hanno compromesso l'equilibrio e minato progressivamente le attività legate alla pesca.
La storia del lago ora fa i conti con le condizioni poste dal cambiamento climatico ed il quadro nell'anno della pandemia si presenta fosco.
Intanto i fragili equilibri della fascia palustre, fondamentali per la tenuta dell'ecosistema, sembrano completamente saltati.
Il taglio e la ripulitura dei canneti, così come avveniva decenni orsono 
ad opera dei pescatori preoccupati di ottenere la migliore circolazione 
dell'acqua e quindi del pesce, aldilà di una sperimentazione sporadica che ne avrebbe dovuto regolare la crescita, sono stati abbandonati.
Le rive a chi le guarda appaiono ormai lasciate a se stesse. 
Molti grandi alberi, morti e caduti a causa delle tempeste di vento sempre più insistenti, rendono molte sponde inaccessibili.
Mai come in questa estate si è potuta vedere una così imponente proliferazione di alghe che si sono sommate alle grandi quantità di materiali organici in decomposizione accumulatisi sui fondali, contribuendo così in modo massiccio alla eutrofizzazione delle acque e a morie di pesci.
Fenomeni visibili lungo il tratto, ad esempio, che va da Monte del Lago fino a Torricella o da Borghetto di Tuoro fino a Castiglione del Lago, dove la fascia spondale in molti tratti è ridotta, con la caduta di tronchi e di rami, ad un groviglio inestricabile e maleodorante.
Le profonde trasformazioni in atto hanno dato poi luogo a mutamenti significativi della biodiversità tipica del lago dove molte sono le specie, tra la fauna ittica e quella avicola, che hanno smesso di abitarne il territorio. Al loro posto, introdotti per il sollazzo dei cacciatori , cinghiali che nottetempo si vanno ad abbeverare lungo le rive, maiali che popolano gli allevamenti del circondario e le cui deiezioni vanno a finire nei torrenti e nei canali che sfociano nel lago, gabbiani che volteggiano in alto provenendo dalla grande discarica di Borgogiglione e che poi si radunano lungo le banchine dei porticcioli. 
E così la crisi idrica dovuta alla diminuita piovosità conseguente ai cambiamenti climatici va ora a sommarsi al degrado ambientale, alla mancata manutenzione di fossi e canali spesso ostruiti, alle centinaia di dighe artificiali e di invasi per uso agricolo, all'uso improprio di una risorsa preziosa come l'acqua che va a finire nelle piscine delle residenze private.
E nulla di ciò che era davvero importante fare per l'ecosostenibilità dei luoghi è stato fatto.
In "Pescatori del Trasimeno - Storie di vita e di pesca", il ponderoso volume edito da Morlacchi Editore che con ampio corredo fotografico documenta la vita dei pescatori di professione , l'autore, il fotografo e ambientalista Alvaro Masseini ha avuto il merito di mettere a fuoco i profondi cambiamenti che hanno interessato il Trasimeno negli ultimi anni.
"L'istituzione del Parco Nazionale del Trasimeno - scrive Masseini - sarebbe stata un'occasione eccezionale per una riconversione all'agricoltura biologica, almeno dei terreni rivieraschi compresi dentro la strada provinciale che perimetra il lago. 
Invece non solo il Parco non arriva a detto naturale confine , ma estese monocolture di mais, girasoli e grano fertilizzati con concimi chimici , insieme a diserbanti e insetticidi, continuano a portare nelle acque "vecchie" e stagnanti del Trasimeno, il loro carico inquinante. 
Se a questo si aggiunge la lenta ma progressiva privatizzazione e alterazione delle sponde dovuta a darsene, campeggi, muri perimetrali e strutture turistiche in genere, il Trasimeno appare oggi accerchiato da elementi che non gli giocano a favore. 
Al cospetto della evidenza dei fatti il gracidio delle rane della politica ha preso ultimamente ad intonare un insolito coro in concordia di accenti e così maggioranza ed opposizione del Consiglio Regionale dell'Umbria sono tornate ad invocare "misure indispensabili per risanare e valorizzare il Trasimeno". 
"È la prima volta che si presentano atti bipartisan per risolvere i problemi del lago" ha dato il la’ il Presidente Mario Squarta, invocando l'adozione, guarda un po’, di tutte quelle misure che negli anni o nei decenni nessuno è stato in grado di prendere.
Quando i buoi sono ormai irrimediabilmente scappati dalla stalla.

( l’altrapagina novembre 2020 ) 
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RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

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a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

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a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.