L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

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giovedì 7 giugno 2012

«I RAGAZZI FELICI DI SUMMERHILL» (Alexander S. Neill, 1960), di Giulia Viti

Quello che state per leggere è lo scritto di una mia allieva, Giulia Viti, che frequenta la terza C in una delle mie classi alle scuole medie. Invece di scrivere io, ancora sulla scuola libertaria, ho trovato in Giulia, una studentessa curiosa e sensibile (oltre alla scuola tradizionale frequenta il Conservatorio), un valido aiuto, così ho deciso, visto il suo interesse al mio modo di insegnare, di farle leggere un libro: I ragazzi felici di Summerhill di Alexander Neill, primo fondatore negli anni ’20 del secolo scorso, in Gran Bretagna, di una scuola democratica e non autoritaria.
Alessandro Gigli

Summerhill è la scuola non repressiva più famosa al mondo. Fondata nel 1921, è situata nelle vicinanze di Leiston, a circa cento miglia da Londra. Summerhill, propone un nuovo tipo di pedagogia, in altre parole, tenta di introdurre nella scuola, il concetto di libertà e ricerca della felicità. Questa scuola non obbliga la partecipazione alle lezioni, vi è un orario, ma vale solamente per gli insegnanti. Ogni alunno può decidere se passare il proprio tempo nei laboratori di meccanica, giardinaggio, elettronica, arte, musica, falegnameria, maglieria, o in giardino a giocare a pallone, anziché imparare a leggere e a scrivere. Non vi sono voti, esami o riconoscimenti che mettano un individuo al di sopra dell’altro, contrariamente alle continue competizioni che siamo costretti a subire normalmente.
Anche i provvedimenti disciplinari sono estremamente libertari, poiché è un’assemblea composta dai ragazzi stessi a decidere le conseguenze dell’azione fatta, e se ritenute inopportune, lo stesso “colpevole”, può decidere se obiettare, ma ciò, non implica l’assenza di regole.
Le regole ci sono, ma sono stabilite in comune accordo con gli studenti, e mirano ad evitare comportamenti che danneggiano il prossimo, più che a limitare il singolo individuo: è così che va interpretato il concetto di libertà della scuola di Summerhill.
I bambini imparano a rispettare gli insegnanti in quanto persone, e non tanto perché loro diretti “superiori”. 
A Summerhill vige una sorta di parità dei diritti, dove il bambino non entra nello studio dell’insegnante, così come l’insegnante, non può usare la bicicletta del bambino, senza avergli prima chiesto il permesso. 
Bambini e adulti hanno gli stessi diritti e partecipano alle votazioni che riguardano l’amministrazione della scuola.
A parere di Neill, i ragazzi di Summerhill imparano a credere in se stessi e a pensare con la loro testa. Ciò è molto diverso da quanto accade nelle scuole ordinarie, dove lo scopo principale sembra essere quello di formare dei buoni cittadini attraverso l’azione repressiva. Oggigiorno si crede che l’unico modo di realizzare una società pacifica sia quella di imporre degli obblighi, dei limiti, delle leggi giuridiche e sociali. 
Neill reputa che i bambini, se lasciati liberi, tendono a non manifestare i comportamenti aggressivi o violenti tipici della scuola tradizionale. Alexander Neill dà la possibilità ai suoi allievi di avere “lezioni private”, che consistono più in chiacchierate che in vere e proprie sedute.
Per quanto riguarda il gioco, la posizione di Neill è la seguente: tanto più un bambino è libero di giocare come vuole, e quanto vuole, maggiore è la probabilità che da adulto sarà in grado si sviluppare una relazione positiva con il mondo del lavoro. E’ la paura del futuro a spingere i genitori d’oggi a privare i figli del gioco.
A mio parere, ciò è sbagliato, poiché privare un bambino dei suoi momenti di gioco, equivale a dare fortemente freno alla sua fantasia e al suo modo di vedere il mondo, che è totalmente differente dal nostro. Siccome, vi è un’estrema unione fra realtà e fantasia nella mente di un bambino, (e ciò è sollecitato nella scuola di Summerhill) credo che lasciare totale libertà sia un errore, poiché è ovvio che un bambino preferisca giocare a pallone anziché studiare e quindi è compito dei genitori dare la giusta via da seguire, ma probabilmente queste mie riflessioni vengono dal fatto che sono stata cresciuta con un modello di educazione tradizionale.
Neill propone l’attività teatrale: durante l’anno gli alunni di Summerhill, mettono in scena alcune opere teatrali, scritte dagli alunni stessi. Oltre a quest’attività, sono proposte anche “lezioni di recitazione” basate sull’improvvisazione. Quest’attività ha fatto sì che gli alunni della scuola capissero che il peggior attore è quello che recita anche nella vita.
L’attività sociale implica che le altre persone si costruiscano un’immagine di noi, che confrontiamo con l’immagine che vorremmo avere, e sull’esito di questo confronto costruiamo le basi della nostra capacità di reggere le valutazioni altrui. I ragazzi di Summerhill invece, nell’età adulta non avranno questi complessi e quindi vivranno molto più felicemente che altri nella società.
In ciò, vorrei che la mia scuola assomigliasse a quella di Summerhill; l’aspetto esteriore o il carattere che assumiamo per poter “sopravvivere al palcoscenico della società moderna” è un pallino dalla troppa importanza, che rende le persone fragili e impotenti di fronte al proprio “Io”, e non nego di essere la prima ad aver sofferto per commenti altrui.
L’educazione diffusa da Neill va oltre questo; i ragazzi non arrivano ad aver bisogno di simboli, o di un’idea mediatica per costruire la propria personalità. A mio parere le persone con cui mi approccio ogni giorno, sono condizionate a tal punto da escluderti se non segui certi modelli prestabiliti. Purtroppo non è facile abolire queste “barriere mentali” e ciò che puoi fare è non pensarci, ma in fondo se ne rimane mortificati.
Neill ha perfettamente colto nel segno quando affermava che “a Summerhill per la creatività degli allievi è stato più utile il teatro di ogni altra cosa”. Infatti, come detto poc'anzi il teatro potrebbe essere esportato dalla scuola di Summerhill ed importato nella scuola tradizionale, senza mettere in discussione l’obbligatorietà delle lezioni.
Per concludere: imporre regole e leggi è un metodo utilizzato dalla maggior parte delle culture. La società si rivolge alla scuola per educare i bambini, e tale educazione comprende inevitabilmente un’azione repressiva, necessaria per insegnare ai bambini a comportarsi in “maniera adulta”. Solamente in casi eccezionali, come la scuola di Summerhill, si ha un’educazione libertaria.
Probabilmente, con il continuo sviluppo di Internet, sarà possibile avere lezioni a casa, individualmente, senza ricorrere alle pareti scolastiche. Trovo però molte contraddizioni a questa mia soluzione. Per quanto possa essere repressiva la scuola nella maggior parte dei paesi, è diventata ormai l’unica fonte che garantisce un’educazione equa alle richiesta della società, che preferisce vedere uno studioso nevrotico che uno spazzino felice.
La scuola di Summerhill a differenza di quella tradizionale, vede meno l’ansia e la continua competizione, che può portare un individuo al calo della propria autostima, che nel mio esempio cerca di gratificarla attraverso buoni voti a scuola, e al Conservatorio: la mia vita è estremamente condizionata da questi. Gli alunni di Summerhill, sono molto più bravi a padroneggiare l’ansia, che deriva dall’essere coscienti del fatto che gli altri sono coscienti di noi, come disse Neill stesso.
W. Reich e A. Neill
Questo libro mi è stato prestato dal mio professore di ginnastica, in seguito ad una chiacchierata, il quale ha pensato che leggere “I ragazzi di felici di Summerhill” avrebbe potuto farmi riflettere su domande di cui non trovavo risposta. In effetti, ho una nuova veduta della scuola e non credevo esistesse una struttura come quella di Summerhill. Credo che se potessi non vi andrei, non perché non la considero un’ottima scuola, bensì perché il mio stadio di educazione tradizionale non riuscirebbe ad abituarsi a questo sistema che non avrebbe molto effetto su di me.
Vorrei che la mia struttura scolastica non fosse totalmente uguale a Summerhill, poiché come ho detto in precedenza, un bambino sceglierà sempre la strada del gioco a quella dello studio, ma che  le assomigliasse nella gestione delle regole, e magari introducesse lo studio obbligato qualche anno più tardi, in modo da non opprimere la voglia e il bisogno che ha un bambino di giocare all’età di 6/7 anni e nel frattempo permettesse a tutti di scoprire ciò che lo studio ha da offrire, permettendo un giorno di avere tutto quello di cui si ha bisogno, ovvero una società fondata sul lavoro, dove a seconda delle proprie capacità si pratica un certo mestiere, eliminando però lo stress da performance o il nervosismo che siamo soliti subire nelle nostre vite quotidiane.
Nel complesso ho amato questo libro per le innumerevoli informazioni e chiarimenti che mi ha fornito e lo consiglio a chi come me vuole capire di più sul concetto di libertà.

Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.