L’associazione Utopia Rossa lavora e lotta per l’unità dei movimenti rivoluzionari di tutto il mondo in una nuova internazionale: la Quinta. Al suo interno convivono felicemente – con un progetto internazionalista e princìpi di etica politica – persone di provenienza marxista e libertaria, anarcocomunista, situazionista, femminista, trotskista, guevarista, leninista, credente e atea, oltre a liberi pensatori. Non succedeva dai tempi della Prima internazionale.

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venerdì 12 novembre 2021

NASCITA DI DP E DEI FORCHETTINI ROSSI

di Giorgio Amico

Un libro su Democrazia proletaria negli anni Ottanta

«Democrazia Proletaria fu la più eretica delle formazioni politiche della nuova sinistra nate negli anni Settanta. Mise insieme, con un’impostazione culturale spesso in rottura con la tradizione della sinistra comunista, migliaia di donne e uomini arrivati alla politica dalle lotte del Sessantotto e i giovani affacciatisi all’impegno militante con i nuovi movimenti degli anni Ottanta. La sua originalità si desume sin dal soprannome che ne diede il leader Mario Capanna: l’agile mangusta che doveva muoversi con sveltezza per colpire il cobra della Democrazia Cristiana e del padronato, uno strumento leggero e coerente più efficace del pesante e immobile pachiderma del Partito Comunista Italiano».

Inizia così la presentazione di L'agile mangusta. Democrazia Proletaria e gli anni Ottanta di Alfio Nicotra, già dirigente di DP e poi di Rifondazione comunista e ora funzionario presso la Camera dei deputati. Volume appena uscito per le Edizioni Alegre. In realtà di «eresia» in DP ce ne fu ben poca, almeno di non definire così l'eclettismo confusionario che caratterizzò fin dagli inizi il partito e questo già dal parto travagliato, non privo di aspetti grotteschi, frutto della fusione fra la minoranza del Pdup e la maggioranza di Avanguardia Operaia. Ne derivò una organizzazione che univa da un lato gli aspetti massimalistici e movimentistici della sinistra extraparlamentare post 68 e dall'altra l'ambiguità opportunista verso il Pci tipica degli ingraiani mai pentiti del vecchio Pdup. Il risultato non fu un vero partito, dotato di una coerente e organica visione strategica, ma una sorta di movimento dei movimenti appassionatamente dedito a quella che una volta veniva chiamata politique politicienne. Elemento questo che DP portò con sé in dote nella'appena costituito Partito della Rifondazione comunista contribuendo così a costituire quel mix di togliattismo manovriero, burocratismo tardostalinista e massimalismo parolaio che ha contraddistinto questo partito nell'intero suo percorso.

Comunque, titolo demenziale a parte - preso da una frase tipica di un personaggio folkloristico come Mario Capanna e del suo modo «immaginifico» di far politica che proprio per questo tanto affascinò una generazione di giovani sprovveduti passati direttamente dal servir Messa a uno stalinismo tanto caricaturale quanto manesco - il volume di Nicotra ha un suo interesse. Ricostruisce infatti con grande cura la politica parlamentare di DP, elemento finora trascurato dai pochissimi che si sono occupati della storia di questa organizzazione. Una ricostruzione dall'interno, visto che Nicotra di quella stagione fu uno dei protagonisti ma che, a dispetto dell'immagine di forza antisistema che l'autore intende offrire del partito, evidenzia come anche in Parlamento DP, proprio per la sua inconsistenza teorica, si dimostrò del tutto incapace di seguire una sua linea strategica e finì, come i «cugini» del Pdup, in balìa degli eventi,  prigioniera di un tatticismo manovriero tipico di un ceto politico sempre più scaltro e autoreferenziale.

Insomma «l'agile mangusta» che doveva rivoluzionare con la sua imprevedibilità il Palazzo finì per trovarsi ingabbiata in una sorta di teatrino della politica che di «proletario» e antisistema quasi nulla. A dimostrazione che dai tempi della sinistra post-risorgimentale ai pentastellati di oggi, passando per il massimalismo socialista dei Bombacci e dei Mussolini, l'antiparlamentarismo piazzaiolo di chi vuole «aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno», rappresenta con il trasformisno una costante tipica della politica italiana.




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RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

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a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

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a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

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a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.