THE MOVIE DIRECTOR GIUSEPPE FERRARA JOINS RED UTOPIA - EL CINEASTA GIUSEPPE FERRARA ADHIERE A UTOPÍA ROJA - O REALIZADOR GIUSEPPE FERRARA ADERE À UTOPIA VERMELHA - LE METTEUR EN SCÈNE GIUSEPPE FERRARA ADHÉRE À UTOPIE ROUGE
Nel 45º anniversario della morte del Che
ITALIANO
LA MIA ADESIONE A UTOPIA
ROSSA
di
Giuseppe (“Beppe”) Ferrara
[regista]
Caro Roberto,
la mia adesione a Utopia rossa è piena,
soddisfatta e direi ricca di entusiasmo. Essa mi appare come la naturale
continuazione dell’attività che conduco ormai da decenni in campo
cinematografico, dove il mio impegno politico non è mai venuto meno.
Naturalmente l’entusiasmo attuale per UR nasce anche dalle insoddisfazioni
vissute nelle precedenti esperienze politiche, che vorrei qui ricordare
brevemente.
Ricordo di essermi iscritto ventiquattrenne al
Psi su presentazione dell'amico regista Lino Del Fra (l’autore tra l’altro di Allarmi siam fascisti!, nel 1962, e La torta in cielo, nel 1970) e di aver
vissuto come primo evento negativo l’entrata dei socialisti nella cosiddetta
“stanza dei bottoni”, voluta da Pietro Nenni e sfociata nella scissione (da me
ovviamente approvata) che portò alla nascita del Partito socialista di unità
proletaria, il Psiup. Rammento di esser stato l’unico, nella sezione Centro del
Psi a Roma, in cui ero iscritto, ad aver votato per Lelio Basso. (Anni dopo
avrei scoperto che la brigatista rossa Laura Di Nola, con la quale avevo
frequentato il Centro sperimentale di Cinematografia, era stata iscritta alla
stessa sezione.)
Seguì un periodo di battaglie giornalistiche
all’interno del settimanale del Psiup - Mondo
Nuovo - diretto da Lucio Libertini. Dalle colonne di quel giornale attaccai
Torello Ciucci (che insieme a Giovanni Gronchi intrallazzava con gli Enti di
Gestione Cinema) e Guido Lonero (direttore, altro intrallazzatore ai danni del
Festival del cinema di Venezia).
Riuscimmo a far
dimettere Lonero e a mettere in difficoltà Ciucci, ragion per cui il segretario
di redazione – Salasso – mi richiamò all’ordine, dicendomi che “rompevo i
vetri”. Da bravo psiuppino nel 1968 diedi man forte a Cesare Zavattini, insieme
ad altri registi (come Marco Ferreri, Ugo Gregoretti, Citto Maselli, Pier Paolo
Pasolini) nella contestazione del Festival di Venezia. Al Partito, però, non
importò nulla di quella battaglia. E alle elezioni politiche del 1972, non
avendo raggiunto il “quorum” per eleggere anche un solo parlamentare (benché ne
avessimo eletti quasi quaranta nel 1968) il partito si sciolse.
Agli iscritti del Psiup si prospettarono due
soluzioni, entrambe assurde: rientrare nel Psi oppure iscriversi al Pci. Io
preferii aderire a un minipartito, Democrazia proletaria (nata dalla confluenza
di varie correnti di sinistra) che arrivò a candidare come capolista alle
elezioni il comico Paolo Villaggio.
Conclusa l’esperienza di Dp, il giudice Carlo
Palermo mi convinse ad entrare armi e bagagli nella Rete di Orlando. Lì feci parte della sinistra del
movimento insieme a Nando Dalla Chiesa e all'ex sindaco di Torino, Diego
Novelli.
|
Giuseppe Ferrara, Douglas Bravo e Roberto Massari Incontro a Roma nella sede di Utopia Rossa, 30 aprile 2011 |
Questa è la storia del mio impegno politico
all’interno delle organizzazioni partitiche della sinistra italiana. Potrei poi
accennare al mio impegno nella lotta contro il fascismo, contro l’imperialismo,
contro la mafia e i poteri occulti condotta attraverso lo strumento del cinema
- mia professione e grande amore della mia vita. Ma il discorso a questo
riguardo sarebbe molto lungo e forse si potrà fare in altra occasione [Si veda
la scheda aggiunta alla fine, con la descrizione dell’iter cinematografico di
Ferrara e la lista dei suoi lungometraggi, nonché il suo magistrale Manuale di regia pubblicato nel 1999 e
da Editori Riuniti nel 2004 (nota di R.M.).]
Come tu sai, caro Roberto, la nostra amicizia
politica iniziò alla fine degli anni ‘80 con Guevara, della cui persona continuo
ad essere un fervente ammiratore, ed è poi proseguita con la fondazione di
Utopia rossa. Leggo molto di ciò che pubblicate e ho partecipato direttamente
ad alcuni incontri. In realtà è da tempo che mi sento vicino a voi e ora
aderisco pienamente, convinto che la mia militanza (si dice ancora così?) in
Utopia Rossa sia perfettamente coerente col mio passato politico.
Trovo veramente bello poter leggere sul blog
analisi illuminanti come quelle sul mondo arabo di Zarcone o sulla crisi
economica di Michele Nobile o sul cinema di Pino Bertelli, ma anche contributi
originali come quello recente di un fiorentino sulle ragioni della popolarità
del gioco del calcio.
Grazie, Roberto, per Utopia rossa e per la tua
straordinaria attività di editore (e sono lieto che due miei libri siano nel
tuo catalogo), per il sostegno che dai alla memoria e alla comprensione del
pensiero guevariano, per avere una delle menti oggi più lucide su tutte le
questioni di fondo. A volte, scherzando, ti ho sentito dire che nella ex sinistra
ti temono perché “hai avuto sempre ragione”.
A me non sembra tanto uno scherzo perché me la sento di poter dire che
sul terreno dell’impegno politico rivoluzionario hai avuto sempre ragione. Ed è
anche questo merito - incarnato ormai anche dal collettivo internazionale di
compagni e compagne che lavorano insieme a te - che mi spinge oggi a voler
essere parte a tutti gli effetti del progetto politico e culturale di Utopia
rossa.
(settembre
2012)
DATI BIOGRAFICI
Giuseppe
Ferrara è nato a Castelfiorentino, provincia di Firenze, il 15 luglio del 1932.
Negli
anni del liceo fonda un cineclub nel segno dell’innovazione e dell’analisi
critica del Neorealismo. Dopo la laurea in Lettere all’università di Firenze
(con una tesi sul Nuovo cinema italiano”
- relatore Roberto Longhi), si trasferisce a Roma per frequentare il corso di
regia nel “Centro Sperimentale di Cinematografia”.
A
Siena produce i suoi primi due cortometraggi in 16mm, ottenendo vari
riconoscimenti ufficiali. Nel 1959 ottiene il diploma di regista e durante i
suoi soggiorni a Siena realizza Brigata
partigiana, un documentario in cui per la prima volta il materiale
documentaristico di repertorio è fuso con riprese appositamente filmate: sarà
questa una caratteristica fondamentale del suo stile in quasi tutti i suoi film
più celebri.
Aspetti
della realtà sociale senese sono affrontati in Tramonto della mezzadria (sullo spopolamento delle campagne) e in Il pregiudizio sociale (inchiesta
televisiva sul Palio di Siena). Nello stesso periodo concretizza l’interesse
per l’insegnamento attraverso una serie di trasmissioni radiofoniche sul cinema
(Terzo Programma, 1964) e un ciclo di lezioni sul Neorealismo italiano.
Pubblica
un libro sul Nuovo cinema italiano;
un libro su Luchino Visconti (1964) e
uno su Francesco Rosi (1965).
Prosegue, pur tra difficoltà soprattutto
finanziarie per le produzioni, l’attività di documentarista e regista di
cortometraggi. Negli anni ’60 realizza circa 80 opere, tra cui Le streghe a Pachino (1965), sull’omertà
mafiosa in Sicilia. È in questo periodo che Cesare Zavattini gli propone di
partecipare a un progetto collettivo col fine di “di far assumere alla macchina
la funzione di mezzo rivelatore e indagatore della realtà”.
Nel 1969 fonda la cooperativa “Cine 2000” per produrre al di
fuori dai condizionamenti del potere cinematografico (industriale e politico).
Il 1970 è l’anno del primo lungometraggio, Il sasso in bocca, opera innovativa sul potere mafioso in Italia.
Nel 1975 realizza Faccia di spia,
dove ricostruisce vari avvenimenti storici (come l’omicidio Kennedy, il
“suicidio” dell’anarchico Pinelli, il golpe in Cile ecc.), mostrando in essi
l’intervento della Cia, il cui agire criminale è paragonato a quello della
mafia. La figura di Alessandro Panagulis - eroe nazionale greco nella lotta contro
il regime dei colonnelli, e da esso ferocemente perseguitato, è già presente in
questo film ma è protagonista assoluto del successivo film di Ferrara, Panagulis zei (Panagulis vive, 1977).
Con Cento giorni a Palermo,
sull’assassinio del generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa,
prefetto di Palermo, Ferrara torna a parlare di mafia. Un’altra opera in cui
Ferrara entra nell’oscuro e sinistro labirinto dei meccanismi di potere è Il caso Moro (1986), ricostruzione di
uno dei più gravi delitti politici della storia repubblicana - considerato da
molti il suo capolavoro, anche per la magnifica interpretazione di Gian Maria
Volonté.
Ferrara si reca poi in America latina, dove gira un documentario sulla
lotta di liberazione del Nicaragua dalla dittatura di Somoza e sull’appoggio
dato dagli Usa ai mercenari Contras.
Dopo
le esperienze televisive di P2 Story,
inchiesta sulla famigerata loggia massonica di Licio Gelli, e Il cinema cos’è (esperimento didattico
in cui Ferrara spiega il linguaggio filmico e la produzione cinematografica),
nel 1987 si occupa del mondo del narcotraffico in Colombia, riproducendo la
vita di tre giovanissimi killers.
Nel
1993, Ferrara gira il film Giovanni
Falcone, sul famoso giudice ucciso dalla mafia con la complicità dello
Stato italiano; e due anni dopo è la volta di Segreto di Stato, che trae lo spunto storico dalla strage alla
stazione di Bologna. Questi e altri film affrontano il tema delle trame segrete
in Italia e all’estero, dell’intreccio Mafia-Servizi segreti-Stato, costituendo
la caratteristica inconfondibile del suo cinema. Un suo film
storico-documentario - Fascismo ieri e
oggi - viene pubblicato come video (Vhs) da Massari editore nel 1995. È la
stessa casa editrice che pubblicherà due suoi libri di indagine politica: L’assassinio di Roberto Calvi (2002) e Misteri del caso Moro ( 2003).
Nel
1999 pubblica il suo Manuale di regia
(nuova edizione nel 2004 presso gli Editori Riuniti) che costituisce l’unico
manuale del genere scritto in Italia.
Da
segnalare ancora nel 2001 un altro capolavoro, Donne di mafia (4 puntate per la Televisione) in cui per la prima
volta Ferrara produce una “fiction” totale, provando a immaginare il mondo
della mafia per la prima volta attraverso gli occhi delle mogli o compagne dei
mafiosi. Nel 2002 riesce finalmente a vincere tutti gli ostacoli e realizza un
film sulle oscure vicende del Banco Ambrosiano e l’uccisione a Londra di
Roberto Calvi: è il film I banchieri di
Dio. Il caso Calvi che gli procura numerose disavventure giudiziarie.
Il
suo ultimo film - Roma nuda, del 2012
- benché terminato e montato, è al momento bloccato per difficoltà finanziarie
del produttore.
Attualmente Ferrara è docente di regia presso la Facoltà di Scienze
della Formazione dell’Università di Perugia (sede di Terni) per il corso di
“Scienze e Tecnologie della produzione artistica”.
Filmografia (lungometraggi)
I misteri di Roma (1963) - Un episodio
Il sasso in bocca (1970)
Faccia di spia (1975)
La salute non si vende (1977)
Caro papà (1979)
Panagulis vive (1981)
Cento giorni a Palermo (1984)
P2 Story (1985)
Il caso Moro (1986)
Contra-diction (1987)
La posta in gioco, regia di Sergio Nasca (1988)
Narcos (1992)
Giovanni Falcone (1993)
Segreto di stato (1995)
Fascismo ieri e oggi (1995) video (Massari editore)
Donne di mafia (2001)
I banchieri di Dio. Il caso
Calvi (2002)
Guido che sfidò le Brigate
Rosse (2005)
L’aeroporto fantasma (2009)
I ragazzi del Vesuvio (2010)
Roma nuda (2012)
* * *
ENGLISH
MY ADHESION TO RED UTOPIA
Giuseppe
(“Beppe”) Ferrara
[Filmmaker]
Dear
Roberto, my acquaintance to Utopia Rossa
is plenty, fulfilled, and I can say, wealthy in eagerness. It seems to me as a
natural maintenance of the activity which I have been doing since decades in cinematography,
where my political commitments are intact, never decreasing indeed. Logically, my
current enthusiasm for UR,
also come from the disappointment in the previous political experience, that
here, I would like shortly remember.
I remember
that I entered into the PSI (Italian Socialist Party) when I was only 24 years
old, introduced by my friend, Lino Del Fra (filmmaker, author among other
movies as, Allarmi siam fascisti,
in 1962, and “La torta in cielo” The cake in the sky, 1970). I lived as
first negative event, the input of socialists in the so called “room of the buttons”,
by decision of Pietro Nenni becoming on the split (that I have obviously
approved) leading to the foundation of the Socialist Party of Proletarian Unity,
PSIUP. I remember that I was the only one, in the section Centre of the Psi in Rome, where I was member,
who voted for Lelio Basso. (Years later I will found that the red brigade Laura
Di Nola, with whom I attended to the Experimental centre of Cinematography, was
member of the same section.)
Then, it followed
a period of journalistic battles inside the Psiup`s weekly, called New World - directed by Lucio
Libertini. From the columns of that journal I attacked Torello Ciucci (that
joined with Giovanni Gronchi botched up with Enti di Gestione Cinema and Guido Lonero (film director, doing the
same in detriment of the Venice’s
Film Festival).
We gained to dismiss Lonero and to embarrass
Ciucci, and for that reason the secretary of that editorial – Salasso – called me
to order, telling me that I was “breaking glasses”. As a good activist and
militant, in 1968 I gave a good support to Cesare Zavattini, joined with other
filmmakers (such as Marco Ferreri, Ugo Gregoretti, Citto Maselli, Pier Paolo
Pasolini) acting in response to Venice’s Festival. Even to the Party, yet, didn’t
matter at all of that battle. And in the political elections in 1972, not
having reached the “quorum” to elect even an only member of parliament (although
we had elected about 40 of them in 1968) the party broke up.
The
members of Psiup were facing two solutions, both absurd: re-enter in the Psi or
subscribe to Pci (Italian communist party). I preferred joining a small party, Proletarian
democracy (born from the confluence of various left currents) heading in the
electoral lists as official candidate, the comic actor Paolo Villaggio.
After the
experience with Dp, the judge Carlo Palermo convinced me to enter “bag and
baggage” in the party “Network” of (Leoluca) Orlando. There I was account of the left of
the movement together with Nando Dalla Chiesa and the ex major of Torino, Diego Novelli.
This is
the story of my political commitment within the Italian left political
organizations. I could mention about my compromise fighting against fascism, against
imperialism, against the mafia and the hidden powers, through the filming tools - my career and great love
of my life. But the speech in this respect would be very long and maybe it
could be done in an other occasion [You can see the card added at the end, with
the description of the cinematographic items of Ferrara and the list of his films,
as well as his masterly Manual of direction
published in 1999 by Editori Riuniti in
2004 (note by R.M.).]
As you
know, dear Roberto, our political friendship began at the end of the ‘80 with
Guevara, of which, I’m still a fervent follower, and it’s then prosecuted with
the foundation of Utopia Rossa. I
read lot of what you publish and I have been directly participated to some
meetings. Really, it is some time that I feel close to you and now I am joining
fully with you, convinced that my militancy (it still says so?) in UR is perfectly
consistent with my political past.
I find
really good being able to read on the blog illuminating analysis as the ones on
the Arab world by Zarcone, or on the economic crisis by Michele Nobile or on
the cinema by Pino Bertelli, but also original contributions as one of the most
recent by a Florentine writer on the reasons of
popularity about soccer game.
Thanks,
Roberto, for Utopia Rossa and for
your extraordinary activity as publisher (and I’m glad that two of my books are
in your catalogue), for the support you give to the memory and understanding of
Guevara’s thought, and of course, for having one of today clearest mind on all
our fundamental questions. Some times, joking, I heard you say that in the ex-left
they fear you because “you’ve always been right”. To me that doesn’t seem a
joke because I can say that on the ground of the revolutionary political
commitment you’ve always been right. And it is also for this credit – incarnate
now also by the International collective of comrades that work with you – leading
me today to be part of the political and cultural project of UR to all effects.
(September, 2012)
BIOGRAPHICAL DATA
Giuseppe Ferrara was born in
Castelfiorentino, province
of Florence, on July 15th,
1932.
In high school founds a cineclub in the sign of innovation and
the critical analysis of Neorealism. After reach his degree in Literature at
the University of Florence (with the thesis on “New
Italian cinema” - spokesman Roberto Longhi), moves to Rome to attend the class of direction in the
“Experimental Centre of Cinematography”.
In Siena produces his first two shorts on 16mm,
gaining many official awards. In 1959 got the degree of director and during his
stay in Siena
produces Partisan Brigade, a
documentary in which for the first time the material documentary footage is
melted with shooting specially filmed: this will be a fundamental
characteristic of his style in almost all of his most known films.
Traits about social reality of Siena are faced in Sunset of sharecropping (on the
depopulation of the countryside) and in Social
prejudice (a TV report on the “Palio di Siena”). In the same period
concretize the interest for teaching through a radio series on cinema (Third
Programme, 1964) and a cycle of lessons on Italian Neorealism.
He publishes a book on New Italian cinema; a book on Luchino Visconti (1964) and one on Francesco Rosi (1965). He goes on, in
spite of financial difficulties for making productions, the documentary
activity and the direction of shorts. In the 60`s, he produces about 80 works,
including The witches in Pachino
(1965), based on mafia`s code of
silence in Sicily. Is in this period that, Cesare Zavattini offers him to
participate in a collective project with the aim “to take the machine to
function as a medium detector and questioning of reality".
In 1969 founds the cooperative “Cine
2000”
for producing outside of the conditioning of the cinematographic power
(industrial and politically speaking).
1970 is the year of the first
feature film, The rock in the mouth,
innovative work on mafia’s power in Italy. In 1975, he produces Spy’s face, where he rebuilds some
historical facts (as the Kennedy homicide, the “suicide” of the anarchist
Pinelli, the putsch in Chile, showing
in them the intervention of CIA, whose
criminal actions are compared to mafia’s actions. The figure of Alessandro
Panagulis - national Greek hero in the
fight against the regime of the colonels, and from them savagely persecuted, is
already in this film but he is the absolute protagonist of the next film of Ferrara, Panagulis zei (Panagulis lives, 1977).
With A hundred days in Palermo
-on the assassination of the police general Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefect
of Palermo- Ferrara talks again on mafia. Another work in which Ferrara enters
in the dark and sinister maze of mechanism of power is The case Moro (1986), reconstruction of one of the most serious
political crimes of Italian history, considered by many his masterwork, also
for the magnificent interpretation of Gian Maria Volonté.
Ferrara then goes in Latin America, where
makes a documentary on the liberation struggle of Nicaragua
from the dictatorship of Somoza and on the support given by the United States
to Contras mercenary.
After the TV experiences of P2 Story, investigation on the notorious
Masonic lodge of Licio Gelli, and What is
the Cinema (didactic experiment in which Ferrara explains the film language
and the cinematographic production), in 1987 has been working on the world of
drug trafficking in Colombia, reproducing the lives of three young killers.
In 1993, Ferrara
makes the film Giovanni Falcone, on
the famous judge killed by mafia with the complicity of Italian
State; and two years later is the time
of Secret of State, which takes
historical inspiration from the massacre at Bologna’s station. These and other films face
the theme of the secret plots in Italy and abroad, the interlacement between
Mafia, Secret services and the State, constituting the characteristic
unmistakable of his cinema. An historical film documentary - Fascism yesterday and today – has been
published as an home video (Vhs) by Massari editore in 1995. Is the same
Publishing house which will publish two of his book of political investigation:
The murder of Roberto Calvi (2002)
and Mysteries of the Moro case (
2003).
In 1999 publishes his Manual of direction (new edition in 2004
by Editori Riuniti) which is the only manual of this kind written in Italy.
In 2001 other masterwork, Women of mafia (4 episodes for TV), in
which for the first time Ferrara produces a total “fiction”, trying to imagine
the world of mafia for the first time through the eyes of the wives of the
members of mafia. In 2002 finally he manages all the obstacles and produces a
film on the dark events of Banco Ambrosiano and the murder of Roberto Calvi in London: is the film “God’s bankers. The Calvi’s case” which causes him various judicial misfortunes.
His last film - Rome naked, of 2012 - though finished and
mounted, is blocked at the moment for financial difficulties of the producer.
Ferrara is now teacher of direction in the
Faculty of Science of training of the University
of Perugia (seat of Terni) for the class of “Science and
Technologies of artistic production”.
Filmography
Rome’s mysteries
(1963) - one episode
The rock in the mouth (1970)
Spy’s face
(1975)
Health isn’t for selling (1977)
Dear dad
(1979)
Panagulis lives (1981)
A hundred days in Palermo (1984)
P2 Story
(1985)
The Moro’s case (1986)
Contra-diction (1987)
La posta in gioco, directed by Sergio Nasca (1988)
Narcos
(1992)
Giovanni Falcone (1993)
Secret of State (1995)
Fascism yesterday and today (1995) video (Massari editore)
Women of mafia
(2001)
God’s bankers. The Calvi’s case (2002)
Guido che sfidò le Brigate
Rosse (2005)
Phantom airport (2009)
Kids of Vesuvio (2010)
Rome naked
(2012)
* * *
ESPAÑOL
MI
ADHESIÓN A UTOPÍA ROJA, por
Giuseppe (“Beppe”) Ferrara
[cineasta]
Querido Roberto:
Mi adhesión a Utopía Roja es plena, satisfecha y,
puedo decir, rica de entusiasmo. Se me presenta como la natural continuación de
la actividad que llevo adelante desde hace varias décadas en el campo de la
cinematografía, dentro del cual mi compromiso político no ha mermado jamás.
Naturalmente, mi entusiasmo actual por Utopía Roja nace también de las
insatisfacciones vividas en las precedentes experiencias políticas, que quisiera
recordar aquí brevemente.
Recuerdo que a los veinticuatro años
me inscribí al Psi, presentado por el amigo Lino Del Fra (cineasta, autor entre
otras películas de Allarmi siam
fascisti!, de 1962, y La torta in cielo,
de 1970) y de haber vivido como primer episodio negativo la entrada de los
socialistas en la “sala de los botones”, por voluntad de Pietro Nenni y que
terminó con la escisión (por mí obviamente aprobada) que condujo al nacimiento
del Partido socialista di unità proletaria, el Psiup. Recuerdo que fui el
único, en la sección Centro del Psi de Roma, en la cual yo estaba inscripto,
que votó por Lelio Basso. (Años más tarde descubrí que la brigadista roja Laura
Di Nola, compañera mía en el Centro
sperimentale di Cinematografia, había estado inscripta en la misma
sección.)
Sobrevino un
período de batallas periodísticas desde el semanario del Psiup - Mondo nuovo - dirigido por Lucio
Libertini. Desde las columnas de aquel periódico ataqué a Torello Ciucci (quien
junto con Giovanni Gronchi tejía intrigas con los Enti di Gestione Cinema) y Guido Lonero (director de cine, que
hacía lo mismo en perjuicio del Festival de cine de Venecia).
Logramos que
Lonero renunciara y pusimos en dificultad a Ciucci, motivo por el cual el
secretario de redacción - Salasso - me llamó la atención, diciéndome que
“rompía los vidrios”. Como buen
militante del Psiup, en 1968 di una buena mano a Cesare Zavattini, junto a
otros cineastas (como Marco Ferreri, Ugo Gregoretti, Cito Maselli, Pier Paolo
Pasolini) en la contestación del Festival de Venecia. Al Partido, sin embargo,
no le importó nada de esta batalla. Y en las elecciones nacionales de 1972, no
habiendo alcanzado el “quórum” para obtener ni un solo parlamentario (a pesar
de haber obtenido casi cuarenta en 1968) el partido se disolvió.
A los inscriptos al Psiup se le propusieron dos
alternativas, ambas absurdas: reentrar en el Psi o inscribirse en el Pci. Yo
preferí adherir a Democracia proletaria (un pequeño partido nacido de la
confluencia de varias corrientes de izquierda), que llegó a inscribir como
primer candidato al actor cómico Paolo Villaggio.
Concluida la experiencia de DP, el juez Carlo
Palermo me convenció para que entrara
“con armas y pertrechos” en la Rete de (Leoluca)
Orlando. Allí formé parte de la izquierda del movimiento, junto a Nando Dalla
Chiesa y al ex intendente de Turín, Diego Novelli.
Esta es la historia de mi
compromiso político dentro de organizaciones partidarias de la izquierda
italiana. Podría mencionar mi compromiso en la lucha contra el fascismo, contra
el imperialismo, contra la mafia y los poderes ocultos, conducida a través de
la herramienta del cine - mi profesión y gran amor de mi vida. Pero sería una
historia muy larga, que tal vez se pueda hacer en otra ocasión [Véase al final
la ficha biográfica de G. Ferrara y la lista de sus películas, además de su
magistral Manual de dirección cinematográfica, publicado en 1999 y por Editori
Riuniti en 2004 (nota de R.M.)]
Como tu sabes, querido Roberto,
nuestra amistad política comenzó a fines de la década del 80 con Guevara, de
quien sigo siendo un ferviente admirador, y prosiguió luego con la fundación de
Utopía Roja. Leo mucho de lo que ustedes publican y he participado directamente
de algunos encuentros. En realidad hace mucho tiempo que me siento cercano a
ustedes y ahora adhiero plenamente, convencido que mi militancia (¿se dice
todavía así?) en Utopía Roja es perfectamente coherente con mi pasado político.
Es muy bueno poder leer en el
blog análisis iluminantes como los de Zarcone sobre el mundo árabe o los de
Michele Nobile sobra la crisis económica o los de cine de Pino Bertelli, pero
también aportes originales como el reciente artículo de un florentino sobre las
razones de la popularidad del fútbol.
Gracias, Roberto, por Utopía
Roja y por tu extraordinaria actividad de editor (y me hace feliz de que dos
libros míos figuren en tu catálogo), por el sostén que das a la memoria y a la
comprensión del pensamiento guevariano, por poseer una de las mentes
actualmente más lúcidas respecto a todas las cuestiones de fondo. A veces,
bromeando, te he oído decir que en la ex izquierda te temen porque “tuviste
siempre razón”. A mí no me parece una broma, porque creo poder decir que, en el
terreno del compromiso político revolucionario has tenido siempre razón. Y es
también éste el mérito - encarnado ahora por el colectivo internacional de
compañeras y compañeros que trabajan junto a ti - que me lleva hoy a formar
parte en todo y para todo del proyecto político y cultural de Utopía Roja.
(setiembre de 2012)
DATOS BIOGRÁFICOS
Giuseppe Ferrara nació en Castelfiorentino,
provincia de Florencia, el 15 de julio de 1932.
Mientras era un estudiante secundario funda un
cineclub caracterizado por la innovación y por el análisis crítico del
Neorrealismo. Luego de diplomarse en Letras en la Universidad de Florencia (con
una tesis sobre el Nuevo cine italiano,
relator Roberto Longhi), se radica en Roma para frecuentar el curso de
dirección del “Centro Sperimentale di Cinematografia”.
En Siena produce sus primeros cortometrajes en
16mm, obteniendo varios reconocimientos oficiales. En 1959 obtiene el diploma
de director y realiza en Siena Brigada
partigiana, un documental en el cual por primera vez el los documentos
fílmicos de repertorio son fundidos con tomas filmadas ex profeso: será esta una característica fundamental de su estilo
en casi todas sus películas más célebres.
Aspectos de la realidad social de Siena son
afrontados en Tramonto della mezzadria (sobre
el despoblamiento del campo) y en Il
pregiudizio sociale (investigación televisiva sobre el Palio de Siena). En
el mismo período concreta su interés por la enseñanza, a través de una serie de
transmisiones radiales sobre el cine (Tercer Programa de la RAI, 1964) y un
ciclo de lecciones sobre el Neorrealismo italiano.
Publica un libro sobre el Nuevo cine italiano; un libro sobre Luchino Visconti (1964) y otro sobre Francesco Rosi (1965). Prosigue, aún con grandes dificultades sobre
todo de orden financiero para las producciones, su actividad de documentalista
y realizador de cortometrajes. En la década del 60 realiza alrededor de 80
obras, entre las cuales Le streghe a
Pachino (1965), sobre la omertà mafiosa
en Sicilia. Es en éste periodo que Cesare Zavattini le propone participar de un
proyecto colectivo con el fin de “hacer asumir a la cámara la función de medio
revelador e indagador de la realidad”.
En 1969 funda la cooperativa “Cine 2000” para producir por fuera
de los condicionamientos del poder cinematográfico (industrial y político).
1970 es el año de su primer largometraje, Il sasso in bocca, obra innovadora sobre
el poder mafioso en Italia. En 1975 realiza Faccia
da spia, donde reconstruye varios sucesos históricos (como el asesinato de
Kennedy, el “suicidio” del anarquista Pinelli, el golpe en Chile, etc.),
mostrando en los mismos la intervención de la CIA, cuyo accionar criminal es
parangonado al de la mafia. La figura de Alejandro Panagulis - héroe nacional
griego en la lucha contra el régimen de los coroneles, y por éste ferozmente
perseguido, está ya presente en esta película, pero será el protagonista
absoluto del sucesivo film de Ferrara, Panagulis
zei (Panagulis vive, 1977).
Con Cento
giorni a Palermo, sobre el asesinato del general de Carabinieri Carlo
Alberto Dalla Chiesa, prefecto de Palermo, Ferrara vuelve a hablar de mafia.
Otra obra en la cual Ferrara entra en el oscuro y siniestro laberinto de los
mecanismos de poder es Il caso Moro
(1986), reconstrucción de uno de los más graves delitos políticos de la
historia republicana - considerado por muchos su obra maestra, también por la
magnífica interpretación de Gian Maria Volontè.
Ferrara viaja luego a América Latina, donde rueda
un documental sobre la lucha de liberación de Nicaragua de la dictadura de
Somoza y sobre el apoyo dado por EE.UU. a los mercenarios Contras.
Después de las experiencias televisivas de P2 Story, investigación sobre la
tristemente célebre logia masónica de Licio Gelli, e Il
cinema è così (experimento didáctico en el cual ferrara explica el lenguaje
del cine y la producción cinematográfica), en 1987 se ocupa del mundo del
narcotráfico en Colombia, reproduciendo la vida de tres jovencísimos killers.
En 1993 Ferrara filma Giovanni Falcone, sobre el famoso juez asesinado por la mafia con
la complicidad del Estado italiano, y dos años más tarde es el turno de Segreto di Stato, que toma como punto de
referencia histórico el atentado a la estación de Boloña. Estas y otras
películas afrontan el tema de las tramas secretas en Italia y en otros países,
del entrelazamiento Mafia-Servicios secretos-Estado, constituyendo la
característica inconfundible de su cinematografía. Una película suya
histórico-documental - Fascismo ieri e
oggi - es publicada como video (VHS) por Massari en 1995. La misma
editorial publicó también dos de sus libros de investigación política: L’assassinio di Roberto Calvi (2002) y Misteri del caso Moro (2003).
En 1999 publica su Manuale di regia (Manual de dirección cinematográfica), editado
nuevamente en 2004 por Editori Riuniti, que constituye el único manual del
género en Italia.
Es de destacar otra obra maestra, del 2001, Donne di mafia (4 capítulos para la
televisión) en la cual por primera vez Ferrara produce una “fiction” total,
probando a imaginar el mundo de la mafia por primera vez a través de los ojos
de las esposas o compañeras de los mafiosos. En 2002 logra finalmente vencer
todos los obstáculos y realiza una película sobre los oscuros advenimientos del
Banco Ambrosiano y el asesinato en Londres de Roberto Calvi: es la película I banchieri di Dio. Il caso Calvi que le
procura numerosas desaventuras judiciales.
Su última película - Roma nuda, del 2012 - aunque ya ha sido terminada y montada, está
actualmente detenida por dificultades financieras del productor.
Actualmente Ferrara es docente de dirección en la
Facultad de Ciencias de la Formación de la Universidad de Perusa (sede de
Terni) en el curso de “Ciencias y tecnologías
de la producción artística”
Filmografía (largometrajes)
I misteri di Roma (1963) - Un episodio
Il sasso in bocca (1970)
Faccia di spia (1975)
La salute non si vende (1977)
Caro papà (1979)
Panagulis vive (1981)
Cento giorni a Palermo (1984)
P2 Story (1985)
Il caso Moro (1986)
Contra-diction (1987)
La posta in gioco, regia di Sergio Nasca (1988)
Narcos (1992)
Giovanni Falcone (1993)
Segreto di stato (1995)
Fascismo ieri e oggi (1995) video (Massari editore)
Donne di mafia (2001)
I banchieri di Dio. Il caso
Calvi (2002)
Guido che sfidò le Brigate
Rosse (2005)
L’aeroporto fantasma (2009)
I ragazzi del Vesuvio (2010)
Roma nuda (2012)
* * *
PORTUGUÊS
A MINHA ADESÃO À UTOPIA VERMELHA
de Giuseppe (“Beppe”) Ferrara
[realizador]
Querido Roberto, a minha
adesão à Utopia Vermelha é total, satisfeita e, diria, cheia de entusiasmo.
Aparece-me como a natural continuação da minha actividade desenvolvida durante
vários decenios no sector cinematográfico, onde nunca faltou o meu empenho
político. Naturalmente o entusiasmo actual para com UR nasce também das
insatisfações vividas durante as experiências políticas anteriores, que aqui
quero lembrar em breve.
Lembro a minha adesão –
rapaz de vinte e quatro anos – ao Psi, apresentado pelo amigo realizador Lino
Del Fra (autor aliás de Allarmi siam
fascisti!, em 1962, e La torta in
cielo, em 1970) e de ter vivido como primeiro acontecimento negativo o
ingresso dos socialistas na chamada “stanza dei bottoni” (sala de controle),
pela vontade de Pietro Nenni, que causou uma cissão (por mim obviamente
aprovada) e o nascimento do “Partito socialista di unità proletaria”, o Psiup.
Recordo de ter votado sozinho, na minha secção Centro do Psi em Roma, por Lelio
Basso (anos depois descubri que a brigadista vermelha Laura Di Nola, minha
companheira no “Centro sperimentale di Cinematografia”, foi inscrita na mesma
secção.)
Houve depois um período de
batalhas jornalísticas no interior do semanário do Psiup - Mondo Nuovo – dirigido por Lucio Libertini. Desde as colunas
daquele periódico ataquei Torello Ciucci (quem junto com Giovanni Gronchi
intrigava com os “Enti di Gestione Cinema”) e Guido Lonero (director, outro
intrigante em prejuizo do Festival do cinema
de Venezia).
Conseguimos fazer dimitir Lonero e causar dificultades para o Ciucci, e por isto o secretário de redacção –
Salasso – “chamou-me ao dever”, dizendo-me que “partia os vidros”. Eu, bom
membro do Psiup, em 1968 dei ajuda ao Cesare Zavattini, com outros realizadores
(como Marco Ferreri, Ugo Gregoretti, Citto Maselli, Pier Paolo Pasolini), na
contestação contra o Festival de Venezia. Porém o Partido não tinha interesse
nenhum por aquela batalha. E após as eleições legislativas de 1972, não tendo
obtido o “quorum” para a eleição de apenas um só parlamentar (em 1968 teve casi
40 eleitos) o partido dissolviu-se.
Para os membros do Psiup
apresentaram-se duas soluções, ambas absurdas: voltar ao Psi ou entrar no Pci.
A minha escolha foi aderir a um pequeno partido, “Democrazia proletaria”
(nascida da confluência de várias alas de esquerda), que chegou a candidatar
como cabeça de lista para as eleições o cómico Paolo Villaggio.
Concluida a experiência de
Dp, o juiz Carlo Palermo convenceu-me a entrar com armas e baggens na “Rete”
de Orlando, onde fiz parte da esquerda
do movimento com Nando Dalla Chiesa e o antigo Presidente da Câmara Municipal
de Turim, Diego Novelli.
Esta è a história do meu
empenho político nas organizacões partidárias da esquerda italiana. Muito mais
interessante seria a narração do meu empenho na luta contra o fascismo, o
imperialismo, a mafia e os poderes ocultos conduzido através do cinema como
instrumento, a minha profissão e o amor grande da minha vida. O discurso em
relação a isto seria muito longo, e talvez será feito noutra ocasião. [Vea-se a
ficha bibliográfica posta no fim desta carta, que descreve o percurso
cinematográfico de Ferrara e a lista das suas lunga-metragens, e o seu
magistral Manuale di regia publicado
em 1999 e pelos “Editori Riuniti” em 2004 (nota
de R.M.).]
Como tu sabes, querido
Roberto, a nossa amizade política começou no final dos anos ‘80 com Guevara, do
qual sigo sendo admirador fervente, e depois prosseguiu com a fundação de
Utopia Vermelha. Leio muito o que Vocês publicam e participei directamente
nalguns encontros. Na realidade há muito tempo que me sinto perto de Vocês, e
agora adiro sem reservas, convencido de que a minha militância (se diz ainda
assim?) em Utopia
Vermelha seja em coerência total com o meu passado político.
Hacho verdadeiramente
lindo poder ler no blog análises iluminantes como as sobre o mundo árabe de
Zarcone, a crise económica de Michele Nobile, o cinema de Pino Bertelli, mas
também contribuções originais como a recente dum florentino sobre a razões da
popularidade do futebol.
Obrigado, Roberto, por
Utopia Vermelha e a tua extraordinária actividade de editor (e sou feliz porque
dois meus livros estão no teu catálogo), pela tua ajuda à memória e compreensão
do pensamento de Guevara, por ter uma das mentes hoje mais lúcidas sobre todas
as questões de fundo. As vezes ouvi-te dizer, brincando, que na antiga esquerda
te temem porque “sempre tiveste razão”. A mim não parece uma verdadeira
brincadeira, porque sou seguro de poder dizer que tu tiveste sempre razão na
dimensão do empenho revolucionário. É por este mérito - encarnado agora também
pelo colectivo internacional de camaradas e camatradas que contigbo trabalham –
que hoje quero ser parte integrante do projecto político e cultural de Utopia
Vermelha.
(Setembro de 2012)
Biografia
Giuseppe
Ferrara nasceu em Castelfiorentino, provincia de Firenze, a 15 de Julho de 1932. Durante os anos
do Liceu fez-se notar pelo carácter polémico e contestador - característica que
o acompanhará na sua longa carreira de cineasta. No mesmo período funda um
cineclub inovador no qual se analisava criticamente o "Neorealismo". Esta
actividade, considerada subversiva, foi hostilizada pelo governo daquela
altura. Licenciou-se em Letras na Universidade de Firenze apresentando uma tese
precisamente sobre o "Nuovo Cinema Italiano" - orientador Roberto Longhi - e após a
licenciatura foi à Roma para frequentar
o curso de realização do "Centro Sperimentale di Cinematografia". Nos
períodos passados em Siena, começa a fazer render o que tinha apreendido e
realiza seus primeiros curta-metragens em16mm, que receberão vários
reconhecimentos oficiais. Obtido o título de realizador em 1959, durante as suas
voltas à Siena realiza Brigata partigiana,
documentário no qual pela primeira vez há uma mistura de imagens reconstruidas
e materiais de arquivo; mistura que se tornará característica do seu estilo.
Aspectos
da realidade de Siena são o assunto de Tramonto
della mezzadria, sobre o despovoamento dos campos, e de Il pregiudizio sociale, inquérito
televisivo dedicado ao "Palio". Naquela altura concretiza o seu
interesse para com o ensino através duma serie de trasmissões radiofónicas
sobre o cinema (Terzo Programma, 1964) e um ciclo de
aulas dedicadas ao neorealismo italiano no Consorzio Toscano para as
actividades cinematográficas. Publica um livro sobre o "Nuovo cinema
italiano" como «história do presente, como visão histórica do individuo e
da sociedade onde vive»; un livro sobre Luchino Visconti (1964) e um sobre Francesco Rosi (1965). Prossegue,
embora entre dificuldades sobre tudo financierias em relação às produções, a
actividade de documentarista e realizador de curta-metragens. Nos anos '60
realiza pelo menos 80 obras, entra as quais Le streghe a Pachino (1965), inquérito sobre a lei mafiosa do siléncio na Sicília. Depois realiza audiovisivos
de propaganda para uma entidade
independente de esquerda, e nesta altura Cesare Zavattini propôe-lhe a participação
num projecto colectivo «que tinha o propósito de fazer assumir à máquina de
filmar a função de medio revelador e indagador da realidade». Após esta
experiência Ferrara declarar-se-á de acordo com Zavattini sobre a necessidade
de libertar «a máquina de filmar do cavalete porque é como um testemunha que
fica no real, que vive a realidade».
Em 1969 funda a
cooperativa "Cine 2000" por produzir além dos condicionamentos do
poder industrial e político. 1970 é o ano da sua
primeira longa-metragens, Il sasso in bocca, obra inovadora sobre o
poder mafioso em Itália, porque Ferarra, sem respeitar as regras comuns da
fiction, não apresenta uma trama com um protagonista, mas deixa às imagens a
tarefa de estabelecer ligações e expressar mensagens. Em 1975 realiza Faccia
di spia, reconstrução de vários acontecimentos históricos (o
"suicídio" de Pinelli, o golpe no Chile, o assassinato de Kennedy)
lidos na perspectiva da intervenção da Cia, cujas acções são parecidas com as
da máfia. A figura de Alexandre Panagulis - herói nacional grego na luta contra
o regime dos coroneis, perseguido o morto em circumstâncias pouco claras - é
presente neste film e é protagonista absoluto do film sucessivo de Ferrara Panagulis zei (Panagulis vive, 1977). Através do
film Cento giorni a Palermo, sobre o assassinato do
general Carlo Alberto dalla Chiesa, prefeito de Palermo, Ferrara volta ao
assunto da máfia. Outra obra pela qual Ferrara entra no escuro e sinistro labirinto
dos mecanismos do poder é Il caso Moro (1986), reconstrução
dum dos mais graves delitos políticos na história republicana. Volta depois ao
documentário, neste caso sobre a libertação da Nicaragua da dictadura de Somoza
e o apoyo dos Estados Unidos aos mercenários "Contras".
Após a experiências televisivas de P2 Story, inquérito sobre a famigerada loja maçónica de Licio Gelli, e de Il cinema cos’è (experiência didáctica
na qual Ferrara explica a linguagem fílmica e a produção cinematográfica), em 1987 o seu interesse
centra-se nos jovens killers do narcotráfico colombiano, reproduzindo as vidas de tres joveníssimos
assessinos. Este film sugere-lhe paralelos entre a realidade da criminalidade
organizada sul-americana e o clima de medo por esta causado, e a realidade dos
lugares italianos sob o poder mafioso. Logo, em 1993, Ferrara realiza o film Giovanni Falcone, sobre o famoso
juiz contra a máfia; e após dois anos chega o momento de Segredos de Estado, cuja ideia foi sugerida pelas bombas rebentadas
na estação de Bologna para encarar o assunto das tramas de subterfúgios,
coberturas, dinheiro sujo e Poderes Fortes que afligem a nossa história
republicana. Em 2002 Ferrara consegue dar vida ao velho sonho de fazer um film
sobre os acontecimentos obscuros do Banco Ambrosiano e de Roberto Calvi: é o
film I banchieri di Dio - Il caso Calvi. Hoje Ferrara é docente de realização na Faculdade de "Sciencias da
Formação" da Universidade de Perugia (sede de Terni), com áulas sobre
"Sciencias e Tecnologias da Produção Artística"
Filmografia
* * *
FRANÇAIS
Mon adhésion à UTOPIA ROSSA -
Utopie Rouge
Par Giuseppe (“Beppe”) Ferrara
[réalisateur]
Cher
Roberto, mon adhésion à Utopia rossa est entière, heureuse et pleine
d'enthousiasme. Elle m'apparaît comme le naturel prolongement de l'activité que
je mène désormais depuis des décennies dans le champ cinématographique, dans
lequel mon engagement politique n'a jamais été épargné. Bien sûr, mon présent
enthousiasme pour UR résulte aussi de l'insatisfaction ressentie dans mes
précédentes expériences politiques, que je voudrais ici rappeler brièvement.
Je me souviens m'être inscrit au Psi il y a 24
ans sur présentation de mon ami mnetteur en scène Lino Del Fra (l’auteur entre
autre d'Allarmi siam fascisti!, en
1962, et de La torta in cielo, en
1970). J'ai très mal vécu l'entrée des socialistes dans le gouvernement, voulue
par Pietro Nenni et qui a entraîné la scission et la création du Parti
Socialiste d'Unité Prolétarienne, le Psiup (ce que j'ai totalement approuvé).
Je me souviens d'avoir été le seul membre de ma section Centre du Psi à Rome à
avoir voté pour Lelio Basso. (J'ai découvert des années après que la brigadiste
Laura Di Nola, avec laquelle j'avais fréquenté le Centre Expérimental de
Cinématographie, était également inscrite à cette section.)
S'ensuivit une période de batailles
journalistiques au sein de l'hebdomadaire du Psiup - Mondo Nuovo (Monde Nouveau) - dirigé par Lucio Libertini. Dans les
colonnes de ce journal j'ai attaqué Torello Ciucci (qui avec le President de la
République, Giovanni Gronchi, manigançait également au sein des Entreprises de
Gestion du Cinéma) et Guido Lonero (metteur en scène, autre «magouilleur» au
détriment du Festival du cinéma de Venise).
Nous réussîmes à
faire démissionner Lonero et à mettre en difficulté Ciucci, ce qui amena le
secrétaire de rédaction – Salasso – à me rappeler à l'ordre, en me disant que
j'étais un «briseur de verre» [emmerdeur]. Discipliné militant du Psiup
j'appuyai fortement en 1968 Cesare Zavattini, et d'autres metteurs en scène
(comme Marco Ferreri, Ugo Gregoretti, Citto Maselli, Pier Paolo Pasolini) dans
la contestation du Festival de Venise. Pourtant cette bataille n'intéressait
nullement le Parti. Et comme aux
élections législatives de 1972, nous n'avons pas obtenu le quorum pour faire
élire un seul parlementaire (alors que nous en avions eu près de 40 en 1968) le
parti s'est dissout.
Pour les membres
du Psiup il y avait deux solutions, toutes les deux absurdes: réintégrer le Psi
ou s'inscrire au Pci. J'ai préféré adhérer à un groupuscule, Democrazia proletaria
(Démocratie prolétaire, née de la confluence de différents courants de gauche)
qui a un certain moment prit le comique Paolo Villaggio comme tête de liste
électorale.
Après l'expérience de Dp, le juge Carlo Palermo
réussit à me convaincre d'entrer avec armes et bagages dans le Rete (Réseau)
d'Orlando. Je fis partie de la gauche du mouvement avec Nando Dalla Chiesa et
l'ancien maire de Turin Diego Novelli.
Cela est l'histoire de mon engagement politique
au sein des organisations politiques de la gauche italienne. Je pourrai aussi
faire allusion à mon engagement dans la lutte contre le fascisme, contre l'impérialisme
et contre la la mafia et i poteri occulti
(les puissances occultes), mené avec l'arme cinématographique, le cinéma étant
tout à la foi ma profession et le grand amour de ma vie. Mais cette histoire
serait trop longue et pourra se faire à une autre occasion [Voir la fiche
ci-dessous concernant la vie et l'oeuvre de Ferrara, et la liste de ses films
(longs-métrages), évoquant également son magistral Manuale di regia (Manuel de mise en scène) de 1999 réédité par
Editori Riuniti en 2004 (note de Roberto
Massari).]
Comme tu le sais cher Roberto, notre amitié
politique a débuté en fin des années 1980 autour de Guevara, dont je reste un
fervent admirateur, et s'est ensuite poursuivie avec la fondation d'Utopia
Rossa (Utopie Rouge). Je lis beaucoup de choses que vous publiez et j'ai
directement participé à quelques rencontres. Je suis réellement proche de vous
depuis longtemps et désormais j'adhère pleinement, convaincu que ma miltance
(cela se dit encore ainsi?) dans Utopie Rouge est en parfaite cohérence avec
mon passé politique.
Je trouve superbe de pouvoir lire sur le blog
les subtiles analyses sur le monde arabe (Zarcone), sur la crise économique
(Michele Nobile) ou sr le cinéma (Pino Bertelli), mais également des
contributions originales comme celle récente d'un florentin sur l'importance
sociologique du football.
Merci, Roberto, pour Utopia rossa et pour ton
extraordinaire activité d'éditeur (je suis très heureux de voir mes deux livres
dans ton catalogue), pour le soutien donné à la mémoire et à la compréhension
de la pensée guévariste, et pour être un des esprits actuels parmi les plus
lucides sur toutes les questions de fond. Parfois, en se moquant, j'ai
entendu dire que dans l'ex gauche ils te craignent parce que "tu as
toujours eu raison". Pour
moi ce n'est pas vraiment une plaisanterie, parce que sur le terrain de
l'engagement politique révolutionnaire tu as effectivement eu toujours raison.
Et c'est aussi ce mérite - incarné désormais par un collectif international de
camerades avec lesquel(le)s tu travailles
- qui me pousse aujourd'hui à vouloir faire partie intégrale du projet
politique et culturel d'Utopia rossa.
(septembre
2012)
Giuseppe
Ferrara est né à Castelfiorentino (Province de Florence) le 15 juillet 1932.
Durant les années de lycée il fonde un ciné-club ouvert à l'innovation et à
l'analyse critique du Néoréalisme. Une fois diplômé en Lettres à l'Université
de Florence (avec une thèse sur le Nuovo
cinema italiano - sous la direction de Roberto Longhi), il se transfert à
Rome pour fréquenter le cours de mise en scène du Centro Sperimentale di
Cinematografia.
À Sienne il produit ses deux
premiers courts métrages en 16mm, et obtient diverses reconnaissances
officielles. En 1959 il obtient le diplôme de metteur en scène et durant ses séjours
siennois il réalise Brigata partigiana,
un documentaire dans lequel pour la première fois il mêle matériel documentaire
et séquences filmées : ce sera une des caractéristiques principales de son
style, utilisée pour la grande majorité des ses films les plus célèbres.
Des aspects de la réalité sociale
siennoise sont abordés dans Tramonto
della mezzadria (sur le dépeuplement des campagnes) et dans Il pregiudizio sociale (enquête
télévisuelle sur le Palio de Sienne). Dans la même période se concrétise son
goût pour l'enseignement à travers un série d'émissions radiophoniques sur le
cinéma (Terzo Programma, 1964) et dans une série de cours sur le Néoréalisme
italien.
Il
publie un livre sur le Nuovo cinema italiano ; un sur Luchino Visconti (1964) et un autres sur
Francesco Rosi (1965). Il poursuit, malgré des difficultés de production
surtout financières, son activité de documentariste et de metteur en scène de
courts métrages. Dans les années 60 il tourne près de 80 oeuvres, parmi
lesquelles Le streghe a Pachino (1965), sur l'omertà mafieuse en Sicile. C'est
dans cette période que Cesare Zavattini lui propose de participer à un projet
collectif visant "à faire assumer à
la caméra la fonction d'objet révélateur et indicateur de la réalité”.
En 1969 il fonde la coopérative “Cine 2000” pour produire en dehors
des contraintes du pouvoir cinématographique (industriel et politique). 1970 est l'année du premier long métrage, Il sasso in bocca, oeuvre innovante sur le pouvoir mafieux en
Italie. En 1975 il réalise Faccia di spia,
où il reconstruit divers évènements historiques (comme l'assassinat de Kennedy,
le “suicide” de l'anarchiste Pinelli, le coup d'État au Chili, etc.), en
mettant en avant le rôle de la Cia, dont l'action criminelle est comparée à
celle de la mafia. Alessandro Panagulis - héros national grec de la lutte
contre le régime des colonels - par lequel il a été férocement inquiété - est déjà évoqué dans ce film, mais surtout il
est la personnalité centrale du film suivant, Panagulis zei (Panagulis vit, 1977).
Avec Cento giorni a Palermo,
sur l'assassinat du général des carabiniers Carlo Alberto Dalla Chiesa, préfet
de Palerme, Ferrara traite à nouveau de la mafia. Une autre réalisation dans
laquelle il pénètre l'obscure et sinistre labyrinthe des mécanismes du pouvoir
est Il caso Moro (1986),
reconstruction d'un des plus graves délits politiques de l'histoire
républicaine - film considéré par beaucoup comme son chef d'oeuvre, sans doute
également à cause de la superbe interprétation de Gian Maria Volonté.
Ferrara se rend ensuite en Amérique Latine, où il
tourne un documentaire sur la lutte de libération du Nicaragua de la dictature
de Somoza dans lequel il évoque l'appui des ÉU aux mercenaires des Contras.
Après les expériences télévisuelles de P2 Story, enquête sur la fameuse loge
maçonique de Licio Gelli, et Il cinema
cos’è (expérience didactique dans laquelle Ferrara explique langage
filmique et production cinématographique), en 1987 il s'occupe du monde du
narco-trafic en Colombie, à partir de la vie de 3 jeunes tueurs.
En 1993, Ferrara tourne Giovanni Falcone, sur le célèbre juge tué par la mafia avec la
complicité de l'État italien. Deux années plus tard sort Segreto di Stato, qui donne un éclairage historique sur le carnage
de la gare de Bologne. Ses autres films abordent le thème des liens secrets
Mafia-Services secrets-État, en Italie et à l'extérieur. C'est le coeur évident
de sa production cinématographique. Son documentaire
historique - Fascismo ieri e oggi -
est publié en Vhs par l'éditeur Massari en 1995. Cette même maison éditrice
publiera ses deux livres d'enquête politique : L’assassinio di Roberto Calvi (2002) et Misteri del caso Moro (2003).
En
1999 sort son Manuale di regia
(nouvelle édition en 2004 chez Editori Riuniti) qui est l'unique manuel de ce
genre écrit en Italie.
Il
faut encore signaler en 2001 un autre chef d'oeuvre, Donne di mafia (4 épisodes pour la Télévision) qui représente sa
première “fiction” totale, en immaginant le monde de la mafia à travers les
yeux des femmes et compagnes des mafieux. En 2002 il réussit é passer tous les
obstacles et réalise un film sur les sombres évènements de la Banco Ambrosiano
et l'assassinat à Londres de Roberto Calvi : il s'agit de I banchieri di Dio. Il caso Calvi qui lui amène de nombreuses
mésaventures judiciaires.
Son dernier film - Roma nuda, en 2012 - bien que terminé et monté, reste actuellement
bloqué du fait des difficultés financières du producteur.
Actuellement
Ferrara est docteur en mise en scène auprès de la Facoltà di Scienze della
Formazione dell’Università di Perugia (siège de Terni) où il assure la
formation : “Scienze e Tecnologie della produzione artistica”.
Filmographie (longs métrages)
I misteri di Roma (1963) - Un épisode
Il sasso in bocca (1970)
Faccia di spia (1975)
La salute non si vende (1977)
Caro papà (1979)
Panagulis vive (1981)
Cento giorni a Palermo (1984)
P2 Story (1985)
Il caso Moro (1986)
Contra-diction (1987)
La posta in gioco, mise en scène de Sergio Nasca (1988)
Narcos (1992)
Giovanni Falcone (1993)
Segreto di stato (1995)
Fascismo ieri e oggi (1995) video (Massari editore)
Donne di mafia (2001)
I banchieri di Dio. Il caso
Calvi (2002)
Guido che sfidò le Brigate
Rosse (2005)
L’aeroporto fantasma (2009)
I ragazzi del Vesuvio (2010)
Roma nuda (2012)
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