L’associazione Utopia rossa considera suo fondamento politico il principio secondo cui il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi si deve riflettere l’essenza del fine. Non ha programmi politici, come del resto non ne aveva la Prima internazionale. Nonostante le più diverse provenienze ideologiche dei suoi sostenitori, essa ritiene che l’anticapitalismo dilagato dopo l’inizio dell’Antirivoluzione russa (dicembre 1917) sia stato motivato fondamentalmente da idee precapitalistiche, cioè retrograde, e non da progetti di civiltà in grado di superare il capitalismo sviluppando ulteriormente i suoi modelli di democrazia. Ciò spiega anche il prevalere, nella storia della cosiddetta «sinistra», di simpatie per i regimi dittatoriali di ogni specie e colore. Utopia rossa si batte contro l’ulteriore diffusione di ideologie precapitalistiche vecchie e nuove (in campo politico, culturale, ecologico, religioso ecc.), come parte della sua battaglia per il superamento del capitalismo, se si vuole salvare la vita sulla Terra con la sua umanità. In questo senso la sua utopia continua ad essere rossa.

The Red Utopia association considers its political foundation to be the principle that the end does not justify the means, but that the means must reflect the essence of the end. It has no political program, just as the First International did not. Despite the diverse ideological backgrounds of its supporters, it believes that the anti-capitalism that spread after the start of the Russian Anti-Revolution (December 1917) was fundamentally motivated by pre-capitalist – that is, retrograde – ideas, and not by civilizational projects capable of overcoming capitalism and of further developing its democratic models. This also explains the prevalence, throughout the history of the so-called «left», of sympathies for dictatorial regimes of all kinds and colors. Red Utopia fights against the further spread of old and new pre-capitalist ideologies (in the political, cultural, ecological, religious, and other fields) as part of its battle to overcome capitalism, if life on Earth, including its humanity, is to be saved. In this sense, its utopia remains red.

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venerdì 6 marzo 2020

COVID-19: DA SEMPLICE INFERMIERE…

di Paolo Bernardini*

Cari compagni di Utopia rossa,
sto leggendo con molta attenzione la discussione sulla attuale urgenza sanitaria che sta colpendo l'umanità a livello globale e l'Italia a livello locale. La questione, interessando libertà di mobilità delle persone, diritto di sciopero e di aggregazione, diritto alla libera fruizione di spazi collettivi e di socialità in genere non può essere ridotta a semplice questione di statistica epidemiologica. Trovo gli interventi di Bernocchi e Nobile esemplari, pur se da fronti interpretativi, se non opposti in alcuni punti e conclusioni, diversi.
Da semplice infermiere mi pongo alcune questioni di metodo epidemiologico che non sono di poco conto. Da quello che i corsi di aggiornamento obbligatorio mi obbligano, appunto, a sapere, so che non è possibile, con il criterio di conteggio attuale per i contagi ed i decessi attribuiti al covid19, stabilire un confronto statisticamente rilevante tra le epidemia di influenza, chiamiamola standard (in generale riferibile al ceppo H1N1), e quella di covid19. L'unica differenza, non da poco in verità, è che per l'influenza un vaccino c'è e per l'altra no.
Ma allora come mai tutti i non vaccinati per l''influenza (vaccino consigliato ma non obbligatorio) non sono stati sottoposti al DASPO sociale imposto ora a livello nazionale dal covid19 gli scorsi anni (quando al riparo dall'esposizione mediatica l'influenza ha ucciso eccome) essendo, dai dati a disposizione, i numeri - difficilmente confrontabili, Sic -confrontabili? Non mi ricordo bene ma nel 2015 o 2016, un lotto di vaccini anti influenzali destinato per lo più a malati cronici (cardiologici, BPCO - broncopneumopatie cronico ostruttive - e asmatici) e over 65 risultò, passatemi il termine, difettoso. Fatto sta che l'adesione alla vaccinazione ( una vaccinazione senza effetto gregge è fallimentare)  fu un fallimento. Lavoravo allora in una unità operativa di medicina generale e l'incremento percepito di decessi di assistiti da parte di noi operatori sanitari, fu rilevante.
Mi ricordo che su quotidiano sanità apparvero diversi articoli ed anche su riviste scientifiche nazionali ed internazionali. Fu solo una discussione poco più che tra esperti e, a parte i diretti interessati, trasparente a tutta la popolazione. Questo per fare un esempio di indifferenza sociale, clinica in questo caso, ma se ne potrebbero fare altri come le vittime da antibiotico resistenza e quelle determinate dalla sciagurata decisione unilaterale neoliberista di ridurre a oltranza i posti letto disponibili sul territorio nelle strutture nosocomiali (chissà quanti sono, saranno e sono stati i decessi relati a queste decisioni, ci sono solo ipotesi di calcolo) senza implementate alcuna contromisura a livello territoriale parlando di finanziamento e azione reali e non di chiacchiere. In una parola i motivi per imporre misure urgenti giustificate da altre emergenze che provocano globalmente (sai che novità) ma anche localmente morti a profusione già ci sono da un pezzo, ma allora perché proprio ora e proprio con il covid19?
Se si ha paura dei possibili effetti biologici dell'attuale modello di sviluppo (e la quantità di studi e pubblicazioni riguardo le misure per contenere una eventuale pandemia sembrerebbero andare in questa direzione) lo si deve dire chiaramente, se c'è una bomba biologica innescata (il covid19 chiaramente non ne è l'esplosione, non ancora) che può saltare da un momento all'altro è bene saperlo e decidere se difendere il modello sociale ed economico imposto a livello globale ed abituarsi a convivere con i livelli di sicura insicurezza cui esso obbliga oppure cambiarlo se non per desiderio di giustizia sociale almeno per la sopravvivenza della specie, quella umana.

* Infermiere USL1 UMBRIA Hospice/cure palliative.
Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

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a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.