(Anticipiamo questa voce tratta dall’abbecedario in corso di stampa - Ucraina dalla A alla Z– la cui edizione italiana è stata curata da R. Massari e M. Nobile, con contributi di Giorgio Amico, Andrea Furlan, Antonella Marazzi, Laris Massari, Pagayo Matacuras.)
All’inizio dell’aggressione all’Ucraina discussi con compagni russi se il regime di Putin fosse da definire semidittatura (come all’epoca ritenevo) o dittatura integrale (come ritenevano alcuni di loro).Da allora però si sono susseguiti processi di trasformazione autoritaria sempre più rapidi e onnipervasivi, tali da far sembrare un po’ poco anche definire solo «dittatura» il regime di Putin.
Lo si potrebbe caratterizzare, infatti, come un regime intrinsecamente reazionario, cioè reazionario nella sua essenza, oltre che nelle manifestazioni esterne (istituzionali e operative), che sono comunque antidemocratiche e dittatoriali anche secondo parametri classici. Il connotato di «reazionario» per la Russia che Putin governa ininterrottamente da quasi un quarto di secolo (dal 1999) si può invece intendere in un senso medievale del termine. Occorre cioè far riferimento al «lungo medioevo» dell’autocrazia zarista - etnicamente russa ben prima dell’avvento di Ivan IV il Terribile nel 1547 - che era sembrato concludersi nel 1917, ma poi riaffiorò in tratti caratteristici del «neozarismo» staliniano.
Fatte le debite distinzioni, alcuni fondamenti ideologici del putinismo sono sostanzialmente analoghi con quelli dell’Impero zarista: 1) potere personale assoluto del sovrano; 2) suo attorniamento con una corte di boiardi (gli oligarchi e i siloviki) la cui «fedeltà al sovrano» è mantenuta con ricatti e concessioni extraistituzionali; 3) mito etnico dell’euroasiatismo impregnato di misticismo geopolitico (col conseguente antioccidentalismo, xenofobo e antimoderno); 4) integralismo religioso (fondato su una Chiesa ortodossa rimasta in sostanziale continuità anche liturgica con le origini nel Patriarcato della Rus’ di Kiev); 5) fanatismo escatologico con l’etica del sacrificio patriottico (garanzia di salvazione, secondo il Patriarca moscovita, per chi muore in battaglia); 6) utilizzo della polizia segreta e ricorso al delitto (anche col medievalissimo veleno) per la soluzione delle contraddizioni politiche interne; 7) il disprezzo per le donne e un’arcaica omofobia assolutamente anacronistica nel mondo capitalistico moderno.