The Philosophers' Football Match (Monty Pithon, 1972) |
a) Lo sport è organizzato tramite strutture di carattere mondialeStoricamente, l’unificazione dello sport si è realizzata progressivamente e definitivamente solo dopo la seconda guerra mondiale. Attualmente, lo sport è un’unità gerarchica che si diffonde e si estende continuamente, dominata da un gruppo internazionale dello sport. Sono le federazioni internazionali, il Comitato olimpico internazionale, la Fédération Internationale de Football Association e tutti gli organismi pubblici o privati di questo tipo. I giochi olimpici, i mondiali, i tornei internazionali etc. sono l’espressione dell’unità dello sport mondiale nell’organizzazione di una competizione cosmopolitica permanente. L’intera struttura organizzativa dello sport è fondata suquesta realtà di vertice.b) L’unità dello sport è cementata da record, il suo linguaggio universaleIl record assume un ruolo centrale nell’organizzazione dello sport. È il suo elemento cementificatore. Tutti possono misurarsi a livello mondiale con lo stesso criterio. “Il record è il linguaggio che unisce lo sportivo principiante al campione dalla fama intramontabile. È il legame e l’unico legame concreto che unifica, centralizza la pratica sportiva e le dà un contenuto obiettivo. Il record impone agli organismi sportivi di stabilire dei regolamenti uniformi che precisino l’organizzazione delle competizioni e codifichino le tecniche specifiche di ogni specialità. Il record è per lo sport ciò che il denaro è per l’economia politica: il mezzo astratto di confronto e scambio”.3 Lo sport può così esplicare la sua importante funzione politica: unificare i popoli là dove ingiustizie e sfruttamento li dividono.c) Lo sport nasconde lo sfruttamento di classeCon il mito del successo, lo sport offre una speranza di riuscita sociale. Il successo sportivo è legato alla logica del lavoro. La promozione sportiva è inseparabile da quella del lavoro. Il campione sportivo, è colui che con la sua pazienza è riuscito, contro tutto e tutti, a salire i gradini della scala sociale. Sportivo è colui che sa integrarsi in una gerarchia. I valori gerarchici sono dappertutto: tra dirigenti e coloro che vengono diretti, tra i concorrenti etc. Questo principio si basa su una selezione spietata: impone ai deboli di restare nell’ombra, dimenticati, schiacciati come l’operaio che non ha avuto la fortuna di ereditare da un padre ricco. L’educazione sportiva, abituando le persone a muoversi lungo un quadro gerarchizzato, le induce ad accettare ulteriormente, con sempre meno resistenze, il quadro socio-politico autoritario e repressivo. Il fair play, la lealtà nel gioco sportivo, non apre la strada al rispetto reciproco, all’intesa, alla leale cooperazione tra popoli come qualcuno vorrebbe. Questa mistificazione infatti, non fa che rinforzare la pratica della collaborazione tra le classi e non è che lo strumento per nascondere la realtà della giungla capitalistica in cui l’unica legge è la guerra. Di tutti contro tutti.
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