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venerdì 3 maggio 2024

LETTERA AI BUONISTI PRO HAMAS

di Saviona Mane


ITALIANO - ENGLISH - ESPAÑOL


Ecco chi ha le chiavi di questa guerra


Da Tel Aviv.

Vedo sui telegiornali italiani le vostre proteste infuocate nelle piazze, le vostre bandiere bianco rosso verde nero negli atenei, vedo i vostri occhi infiammati di odio dietro le vostre kefiah, sento le vostre voci inneggiare i nostri aguzzini, le vostre accuse menzognere lanciate a squarciagola contro il mio popolo, e mi domando come sia possibile. Come è possibile che il boia sia diventato vittima e la vittima boia? Come è possibile che chi ci ha massacrati a migliaia, bruciati vivi, sventrati, mutilati, sgozzati, decapitati, stuprati, rapiti dai letti il 7 ottobre, sia diventato il vostro eroe? Come è possibile che chi ci minaccia da sempre di genocidio, sia diventato il vostro alleato? Da dove viene tutto questo astio verso di noi?

Vedo e mi domando anche dov’era tutta questa vostra foga, tutta questa vostra solidarietà buonista con gli ultimi, quando il presidente siriano Bashar el Assad massacrava più di 600 mila dei suoi cittadini? Non vi ho visti allora infuocare le piazza, gridando al genocidio. E non vi vedo oggi affollare le piazze, mentre decine di migliaia di donne, bambini, anziani, muoiono nelle guerre civili in atto in Yemen, in Sudan, Myanmar,  o mentre i droni iraniani e i missili russi bombardano  bersagli civili in Ucraina. La guerra diventa genocidio solo se sono gli ebrei a difendersi?

Accusate noi di questa infamia, ma in fondo ne siete complici voi stessi ogni volta che scandite lo slogan buonista di tendenza: “La Palestina sarà libera dal fiume al mare”, ossia, la Terra di Israele – quella  che i romani hanno ribattezzato duemila anni fa “Palestina” a seguito alla deportazione di suoi abitanti ebrei a Roma – sarà libera (dagli ebrei) dal Giordano al Mediterraneo. Questo non è forse un genocidio? Manifestando senza se e senza ma contro Israele, paese grande quanto la Toscana fondato dopo la decisione storica dell’Onu del 29 novembre 1947, per dare al popolo ebraico un rifugio da secoli di persecuzioni, state facendo il gioco di Hamas, organizzazione islamica fondamentalista e terrorista, il cui statuto fondatore rinnega l’esistenza di Israele e afferma che “non esiste soluzione alla questione palestinese se non nel  jihaād”, il cui obiettivo è “ ‘sollevare la bandiera di Allah sopra ogni pollice della Palestina’, cioè eliminare e sostituire lo stato di Israele con una  Repubblica Islamica, e che “la Palestina non potrà essere ceduta, anche per un solo pezzo, poiché essa appartiene all’islam fino al giorno del giudizio” (Wikipedia). Per i terroristi di Hamas, da decenni autori di mostruosi attentati e tiri di razzi contro civili inermi in Israele, le atrocità del 7 ottobre e la guerra che ne è derivata, non fanno ovviamente parte di una lotta per due stati per due popoli che vivono in pace fianco a fianco. E’ l’anteprima di un jiahd contro “infedeli” come noi, come voi.  Per noi israeliani o ebrei nella diaspora, questa  è l’ennesima guerra esistenziale, Essere o non Essere nell’unico rifugio concessoci nel mondo.  Mentre per voi buonisti, voi che come tanti dei vostri compagni pseudo progressivi nel mondo, non ci avete concesso più di 24 ore di simpatia dopo la nostra più grande tragedia dalla Shoah, che ci additate, che raccontate barzellette su di noi ebrei, che dite non c’è fumo senza fuoco, che sotto sotto pensate che abbiamo la coda e le corna, per voi che avete scelto nel nostro caso di scambiare orrori di guerra, di tutte le guerre, con il genocidio, è un paradigma bianco e nero nel quale vi siete schierati immediatamente dalla parte di chi ha sempre minato col terrore ogni tentativo di compromesso tra i due popoli. Per ignoranza, per interesse, per trend, o ahimé, per quell’antico morbo incurabile che si chiama Antisemitismo.

Se vi stanno veramente a cuore le sorti dei palestinesi, in primis quelli della Striscia di Gaza – dove vi ricordo, fin al 7 ottobre un solo soldato israeliano non ha messo piede da quando Israele se ne ritirata di propria iniziativa, 19 anni fa – è ai terroristi di Hamas che dovreste rivolgervi. E’ contro di loro che dovreste manifestare. Sono loro gli assassini. Sono loro i responsabili di decine di migliaia di morti, feriti e sfollati palestinesi. Sono loro a tenere le chiavi di questa guerra. Basta che posino le loro armi e liberino i nostri rimanenti 133 ostaggi a cui è negata ogni visita della Croce Rossa da più di 207 giorni.  Vivi o morti. 133 bambini, donne, uomini, anziani, torturati e stuprati ogni giorno nelle tenebre dei loro tunnel, questa città sotterranea costruita coi miliardi di dollari che i loro sponsor, Qatar e Iran, hanno iniettato nella Striscia in più di 15 anni, con la cortesia dei malgoverni di Bibi Netanyahu. Miliardi con cui  Hamas, avrebbe potuto trasformare la piccola striscia di povertà, ignoranza, violenza, stenti e fondamentalismo islamico ispirato allo Stato islamico e conservata da decenni come un gran campo profughi, in una piccola Singapore, un oasi di pace, un esempio da emulare in Cisgiordania, promuovendo così la soluzione di due stati per due popoli. Invece i  padroni del jihad, hanno preferito investirli in armi, morte, fame e desolazione. E finché non ameranno i propri figli più di quanto odiano noi, come dice la frase attribuita alla nostra premier Golda Meir, ci toccherà purtroppo continuare a difendere a spade tratta la nostra propria esistenza, la nostra identità e la nostra cultura. Anche subendo le vostre accuse ipocrite, ingiuste e menzognere.   


ENGLISH


LETTER TO THE PRO HAMAS DO-GOODERS

by Saviona Mane


Here is who holds the keys to this war


From Tel Aviv.

I see in the Italian news your fierce protests in the squares, your white, red, green, and black flags at universities, I see your eyes inflamed with hatred behind your keffiyeh, I hear your voices praising our executioners, your lying accusations shouted from the top of your lungs against my people, and I wonder how is it possible.

How is it possible for the executioner to become the victim and the victim the executioner? How is it possible that those who massacred us by the thousands, burned alive, gutted, mutilated, injured, decapitated, raped, kidnapped from our beds on October 7th, have become your heroes?

How is it possible that those who have always threatened us with genocide have become your allies? Where does all this hatred towards us come from?

I also see and wonder where all that enthusiasm of yours was, all that solidarity with the poor, when the Syrian president Bashar al-Assad was massacring more than 600,000 of his citizens. I didn't see you setting the streets on fire, screaming about genocide.

And I don't see you crowding the streets today, while tens of thousands of women, children, and elderly die in the civil wars taking place in Yemen, Sudan, Myanmar, or while Iranian drones and Russian missiles bombard civilian targets in Ukraine. Does war only become genocide if the Jews defend themselves?

You accuse us of this infamy, but ultimately, you yourself are complicit in it every time you chant the modern feel-good slogan: "Palestine will be free from the river to the sea," that is, the Land of Israel - as the Romans called it, renamed two thousand years ago as "Palestine" after the deportation of its Jewish inhabitants to Rome - will be free (from the Jews) from the Jordan to the Mediterranean. Isn't this a genocide?

By demonstrating unconditionally against Israel, a country the size of Tuscany founded after the historic decision of the UN on November 29, 1947, to give the Jewish people a refuge after centuries of persecution, you are playing into the hands of Hamas, a fundamentalist Islamic group and terrorist organization, whose founding charter denies the existence of Israel and states that "there is no solution to the Palestinian issue except through jihad”, whose goal is to "raise the banner of Allah over every inch of Palestine”, i.e. to eliminate and replace the State of Israel with an Islamic Republic, and that "Palestine cannot be surrendered even for a single piece, as it belongs to Islam until Judgment Day" (Wikipedia).

For the terrorists of Hamas, perpetrators of monstrous attacks and rocket launches against defenseless civilians in Israel for decades, the atrocities of October 7th and the resulting war are obviously not part of a struggle for two states and two peoples living peacefully side by side. It is a prelude to jihad against the "infidels" like us, like you. For us, Israelis or Jews in the diaspora, this is another existential war, To Be or Not To Be in the only refuge granted to us in the world. While, for you do-gooders, who, like many of your pseudo-progressive comrades in the world, have not given us more than 24 hours of sympathy after our greatest tragedy since the Shoah, who point fingers at us, who tell jokes about us Jews, who say there's no smoke without fire, who deep down think we have tails and horns; for you who have chosen in our case to exchange the horrors of war, of all wars, with genocide, it's a black and white paradigm in which you immediately sided with those who have always undermined with terror any attempt at compromise between the two peoples. Out of ignorance, self-interest, fashion, or, alas, out of that ancient incurable disease called antisemitism.

If you truly care about the fate of the Palestinians, mainly those in the Gaza Strip - where, I remind you, until October 7th not a single Israeli soldier had set foot since Israel withdrew voluntarily, 19 years ago - it's Hamas terrorists you should turn to.

It is against them that you should demonstrate. They are the murderers. They are responsible for tens of thousands of dead, injured, and displaced Palestinians. They are the ones who hold the keys to this war. All they need to do is lay down their arms and release the remaining 133 hostages, who have been denied any visit from the Red Cross for over 207 days. Alive or dead.

133 children, women, men, elderly, tortured and raped every day in the darkness of their tunnels, this underground city built with the billions of dollars that their sponsors, Qatar and Iran, have injected into the Strip over 15 years, courtesy of the bad governments of Bibi Netanyahu.

Billions with which Hamas could have transformed the small strip of poverty, ignorance, violence, hardship, and Islamic fundamentalism inspired by the Islamic State and preserved for decades as a large refugee camp, into a small Singapore, an oasis of peace, an example to emulate in the West Bank, thus promoting the solution of two states for two peoples.

Instead, the masters of jihad preferred to invest them in weapons, death, hunger, and desolation. And as long as they won’t love their children more than they hate us, as the phrase attributed to our Prime Minister Golda Meir goes, unfortunately, we will have to continue defending our own existence, our identity, and our culture with drawn swords. Even enduring your hypocritical, unfair, and lying accusations.


ESPAÑOL


CARTA A LOS BIENHECHORES PRO-HAMÁS

por Saviona Mane


Aquí está quien tiene las llaves de esta guerra


Desde Tel Aviv.

Veo en las noticias italianas vuestras feroces protestas en las plazas, vuestras banderas blancas, rojas, verdes y negras en las universidades, veo vuestros ojos inflamados de odio detrás de vuestra keffiyeh, oigo vuestras voces alabando a nuestros verdugos, vuestras acusaciones mentirosas lanzadas desde lo alto de vuestros pulmones contra mi pueblo, y me pregunto cómo es posible.

¿Cómo es posible que el verdugo se convirtiera en víctima y la víctima en verdugo? ¿Cómo es posible que aquellos que nos masacraron por miles, quemados vivos, destripados, mutilados, masacrados, decapitados, violados, secuestrados de nuestras camas el 7 de octubre, se hayan convertido en vuestro héroe?

¿Cómo es posible que quienes siempre nos han amenazado con genocidio se hayan convertido en su aliado? ¿De dónde viene todo este odio hacia nosotros?

También veo y me pregunto dónde estaba todo ese entusiasmo suyo, toda esa solidaridad con los pobres, cuando el presidente sirio Bashar el Assad estaba masacrando a más de 600.000 de sus ciudadanos. No te vi prendiendo fuego a las calles, gritando sobre genocidio.

 Y no los veo abarrotando las calles hoy, mientras decenas de miles de mujeres, niños y ancianos mueren en las guerras civiles que tienen lugar en Yemen, Sudán, Myanmar, o mientras drones iraníes y misiles rusos bombardean objetivos civiles en Ucrania. ¿La guerra sólo se convierte en genocidio si los judíos se defienden?

Ustedes nos acusan de esta infamia, pero, en última instancia, usted mismo es cómplice de ella cada vez que corea el moderno eslogan de bienestar: "Palestina será libre desde el río hasta el mar", es decir, la Tierra de Israel, como decían los romanos, rebautizada hace dos mil años es “Palestina” tras la deportación de sus habitantes judíos a Roma: será libre (de los judíos) desde el Jordán hasta el Mediterráneo. ¿No es esto un genocidio?

Al manifestarse sin condiciones ni peros contra Israel, un país del tamaño de Toscana fundado tras la histórica decisión de la ONU del 29 de noviembre de 1947, de dar al pueblo judío un refugio tras siglos de persecución, está haciendo el juego a Hamás, un grupo islámico fundamentalista. organización y terrorista, cuyo estatuto fundacional niega la existencia de Israel y afirma que "no hay solución a la cuestión palestina excepto en la yihad", cuyo objetivo es "'izar la bandera de Alá sobre cada centímetro de Palestina', es decir, eliminar y sustituir el Estado de Israel por una República Islámica, y que "Palestina no puede ser cedida ni siquiera por una sola pieza, ya que pertenece al Islam hasta el día del juicio" (Wikipedia).

Para los terroristas de Hamás, autores de monstruosos ataques y lanzamiento de cohetes contra civiles indefensos en Israel durante décadas, las atrocidades del 7 de octubre y la guerra resultante obviamente no son parte de una lucha por dos Estados y dos pueblos que vivan pacíficamente uno al lado del otro. Es el anticipo de una yihad contra los "infieles" como nosotros, como vosotros.

Para nosotros, israelíes o judíos en la diáspora, esta es otra guerra existencial, Ser o No Ser en el único refugio que se nos concede en el mundo. Mientras que, para ustedes, los bienhechores, que, como muchos de sus camaradas pseudo progresistas en el mundo, no nos han brindado más de 24 horas de simpatía después de nuestra mayor tragedia desde la Shoá, que nos señalan, que cuentan chistes sobre nosotros.  

Judíos, que dicen que no hay humo sin fuego, que en el fondo pensáis que tenemos colas y cuernos, para vosotros que habéis elegido en nuestro caso intercambiar los horrores de la guerra, de todas las guerras, con el genocidio, es un blanco y negro paradigma en el que inmediatamente se puso del lado de quienes siempre han socavado con terror cualquier intento de compromiso entre los dos pueblos.  Por ignorancia, por interés, por moda o, ¡ay!, por esa antigua enfermedad incurable llamada antisemitismo.

Si realmente les importa el destino de los palestinos, principalmente los de la Franja de Gaza -donde, les recuerdo, hasta el 7 de octubre ni  un solo soldado israelí había puesto un pie desde que Israel se retiró por iniciativa propia, hace 19 años-, es Hamás. terroristas a los que deberías recurrir.

Es contra ellos contra quienes deberías manifestarte. Ellos son los asesinos. Son responsables de decenas de miles de palestinos muertos, heridos y desplazados. Ellos son quienes tienen las llaves de esta guerra. Todo lo que necesitan hacer es deponer las armas y liberar a los 133 rehenes restantes, a quienes se les ha negado cualquier visita de la Cruz Roja durante más de 207 días. Vivo o muerto.

 133 niños, mujeres, hombres, ancianos, torturados y violados cada día en la oscuridad de sus túneles, esta ciudad subterránea construida con los miles de millones de dólares que sus patrocinadores, Qatar e Irán, han inyectado en la Franja en más de 15 años. con la cortesía de los malos gobiernos de Bibi Netanyahu.

Miles de millones con los que Hamás habría podido transformar la pequeña franja de pobreza, ignorancia, violencia, penurias y fundamentalismo islámico inspirada en el Estado Islámico y conservada durante décadas como un gran campo de refugiados, en un pequeño Singapur, un oasis de paz, un ejemplo a emular. en Cisjordania, promoviendo así la solución de dos Estados para dos pueblos.

En cambio, los amos de la yihad prefirieron invertirlos en armas, muerte, hambre y desolación. Y hasta que amen a sus hijos más de lo que nos odien a nosotros, como dice la frase atribuida a nuestra Primera Ministra Golda Meir, lamentablemente tendremos que seguir defendiendo nuestra propia existencia, nuestra identidad y nuestra cultura con las espadas desenvainadas. Incluso sufriendo tus acusaciones hipócritas, injustas y mentirosas.



Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

* * *

a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.