Il report sulla popolazione italiana 2015 pubblicato venerdì 19 febbraio dall'Istat dipinge uno scenario a tinte fosche, ma drammaticamente fedele, delle condizioni sociali del nostro paese. La crisi economica, che dal 2008 sembra non trovare vie d'uscita concrete, e gli effetti delle riforme neoliberiste imposte dalla Commissione europea e attuate dagli ultimi governi, hanno prodotto inevitabili contraccolpi sociali che gli indicatori dell'istituto centrale di statistica fotografano in maniera impietosa.
Un Paese piegato da una crisi economica senza sbocchi che, anche a causa di una politica industriale ormai inesistente, non solo ha registrato, dal 2008, una perdita del 25% della produzione industriale e una contrazione del Pil di circa il 10%, ma non riesce nemmeno a fermare l'incontenibile emorragia di aziende nazionali verso l'estero. Negli ultimi sette anni ben 473 marchi del made in Italy sono finiti in mano straniera: Telecom, Pirelli, Italcementi, Ansaldo Breda e Ansaldo Sts sono alcuni fra gli assi portanti della nostra economia sfuggiti al controllo dello Stato e del declinante capitalismo nostrano.
All'interno di questa cornice economica, il quadro sociale che emerge dagli indicatori dell'Istat non poteva che risultare allarmante, tant'è che il 2015 passerà alla storia come l'anno dei record negativi:
1) La popolazione residente diminuisce di 139.000 unità, attestandosi al 31/12 a quota 60.569.000, registrando, dopo la rettifica censuaria del 2011, la prima effettiva contrazione dal dopoguerra (tabella 1)1.
2) Le morti, in allarmante crescita (+54.000), salgono a ben 663.000 (+9,1%), raggiungendo il massimo dalla Seconda guerra mondiale (tabella 2)2.
3) Le nascite continuano a ridursi (-15.000), crollando a 488.000, minimo storico dall'unità d'Italia.
4) La speranza di vita, dopo una lunghissima fase - interrotta solo dalle Guerre mondiali - caratterizzata da un inarrestabile allungamento che ci ha portato ad essere una fra le tre popolazioni più longeve del pianeta, ha invertito la tendenza, iniziando per la prima volta a ridursi.
5) Continua il trend negativo, iniziato nel 2008, del numero di immigrati in entrata, fermatosi a 245.000 unità, mentre 45.000 stranieri residenti hanno lasciato il nostro paese (tabella 3)3.