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lunedì 15 febbraio 2016

NICARAGUA: ARCHITETTURA DEL QUOTIDIANO, di Alberto Sipione

Il Nicaragua e l'America Latina continuano, nonostante le difficoltà della vita quotidiana, a sognare un cambiamento politico e sociale ancora possibile.
Anche le abitazioni esprimono con la loro semplicità e profondità una voglia di riscatto necessario. Qui le mura colorate e no accompagnano e riempiono la vita sociale, fatta di racconti, di sogni e di condivisioni. Alle lacrime si sostituisce necessariamente il suono della marimba, lo strumento musicale nazionale: c'è sempre tempo per ballare.
Ogni oggetto ha il suo valore fino alla sua morte, per poi trasformarsi e riadattarsi ad un nuovo uso. Niente viene buttato, niente è superfluo in uno dei paesi più poveri del mondo.
Con gli ospiti si divide tutto, anche il niente. L'ospite è ancora sacro, specialmente se straniero. Si sa che forse un giorno potrebbero anch'essi diventare stranieri: migranti, clandestini, extracomunitari. I rapporti sociali (famigliari, di amicizia, di vicinato) continuano ad essere un saldante forte in una società della sopravvivenza.

Che vantaggio c'è se uno guadagna tutto il mondo, ma poi perde la sua anima?
(Marco 8,36)

Radici che noi in Europa abbiamo definitivamente perso in questa accelerata della società globalizzata negli ultimi 30/40 anni. Abbiamo festeggiato/adorato l'indipendenza economica, il carrierismo, i beni di lusso e partecipato alla «società dello spettacolo». In questa corsa frenetica abbiamo dimenticato chi siamo e da dove veniamo. Viviamo nei «grattacieli», che si son rivelati delle prigioni del vivere adattati. Lontani dall'odore della terra, dal suo grido e dall'umanità.
Le luci, i colori e gli odori ci ricordano le nostre periferie degli anni '50 e '60, con le loro diversità, con un proletariato provvisto della propria cultura e identità.
Ciò che Pier Paolo Pasolini aveva sentito e annunciato, il processo di perdita culturale, si è pienamente realizzato. È difficile ritrovarsi in un mondo neutrale che ha perduto così velocemente le proprie tradizioni e i propri rituali.

Se insisti a sognare, insisti a ravvivare il fuoco della tua vita.
(Rubén Darío)























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