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domenica 29 settembre 2024

LEBANON WAR: TWO KEY POINTS OF ANALYSIS CONFIRMED

by Roberto Massari


ENGLISH - ITALIANO - ESPANOL - FRANÇAIS


The military strikes that the Israeli government is inflicting on the main pro-Iranian terrorist organization (Hezbollah, Shia) clearly and concretely demonstrate the three main points of analysis of the Middle East crisis that I formulated a few weeks ago.

I present them updated.


1) The war in Gaza between the Hamas-controlled mini-State (which declared war on October 7, 2023) and the Israeli State (which has been defending its survival since May 15, 1948, when Egypt, Lebanon, Syria, Transjordan, and Iraq launched an attack against the newborn nation-State endorsed by the United Nations, thankfully being defeated) can no longer be considered the epicenter of the "Palestinian" issue. In reality, the entire "Palestinian" issue has long since ceased to be fundamentally such. Now, it finally appears to the general public for what it truly is: primarily an Iranian issue. The events of recent days and the defeat of the Iranian main Shia military agent outside of Iran clearly demonstrate this.


2) The theocratic dictatorship of the Iranian ayatollahs confirms itself as the main enemy of peace and, therefore, of humanity: this holds true for now, but the threat will remain until the fall of the fundamentalist Shia regime. The call to exterminate all the Jews of Israel was already part of Ruhollah Khomeini’s program when he came to power in 1979. Since then, this genocidal anti-Jewish intent has only strengthened, involving Shia factions in other parts of the world, such as Lebanon, Syria, Yemen, Nigeria, and Iraq, not to mention would-be terrorists or «sleeping» suicide bombers lurking in the rest of the world (see the large anti-Jewish bombing of July 1994 in Buenos Aires: 85 dead and about 300 wounded).


3) As a consequence of this state of affairs, I stated—and will continue to state until exhaustion—that the most responsible parts of humanity must do everything possible to prevent Iran from acquiring nuclear bombs and their launch devices. This is because the fundamental motivations of the ayatollahs are not primarily economic or political but are ideological and in an aberrant form: driven by religious fanaticism, which they demonstrate daily in the bloody repression of their own people (who are mostly hostile to them), the ayatollahs will not hesitate for a moment to launch the bomb on Israel, provoking inevitable Israeli retaliation and a possible escalation into a nuclear conflict.


Against the new anti-Semites, against the "reactionary left" and its most active components (i.e., the Hitlero-Communists) - who in Italy and other parts of the Western world are praising the terrorist organizations of Hamas, Hezbollah, etc., the inhumane pogrom of October 7, and their plans for anti-Jewish genocide - everything possible must be done to raise awareness of the danger humanity is facing. Even the most fanatical must be made to understand that, for the first time since the Cuban Missile Crisis in October 1962, humanity is truly on the brink of a nuclear conflict, for two possible reasons and sources.

The greatest threat stems primarily from the medieval ideology that drives the Iranian ayatollahs (whether Twelvers or Imamis). Meanwhile, the lesser but still significant threat comes from the pre-modern ideology that drives Putin’s oligarchic-mafia dictatorship in its attempt to recreate the Stalinist-Tsarist Empire.

However, while economic and political considerations may still help to curb Putin’s nuclear threats (which explains the U.S. hesitation in allowing Ukraine to win militarily), none of this applies to Iranian Shiism. In this theocratic ideology - never having left the Muslim Middle Ages - fundamentalism against "infidels," religious fanaticism, visceral anti-Semitism, anti-Westernism, and the aspiration to martyrdom fuse into a dangerous, bloody, and utterly irrational mix. The longer the ayatollahs remain in power and the closer they get to obtaining nuclear weapons (perhaps with North Korean, Russian, or Chinese help), the greater the chances of a nuclear conflict and thus a Third World War, and so on...

The members of the reactionary left, the Hitlero-Communists, the fake peace supporters, and fake environmentalists cannot understand this, unlike the rest of humanity, among which more conscious individuals of their species still prevail.

Shalom and Adelante!

Roberto M.


ITALIANO


GUERRA IN LIBANO: CONFERMATI DUE PUNTI ESSENZIALI DI ANALISI

di Roberto Massari


I colpi militari che il governo israeliano sta infliggendo alla principale organizzazione terroristica filoiraniana (Hezbollah, sciita) dimostrano clamorosamente e concretamente i tre principali punti di analisi della crisi mediorientale da me formulati alcune settimane orsono.

Li ripropongo aggiornati.


1) La guerra di Gaza tra lo Staterello di Hamas (che l’ha dichiarata il 7 ottobre 2023) e lo Stato israeliano (che difende la propria sopravvivenza dal 15 maggio 1948, quando Egitto, Libano, Siria, Transgiordania e Iraq lanciarono l’aggressione contro il neonato Stato nazionale voluto dalle Nazioni Unite, uscendone per fortuna sconfitti) non si può più considerare epicentro della questione «palestinese». In realtà è l’intera questione «palestinese» che da tempo non è più fondamentalmente tale. Ora finalmente essa appare agli occhi del grande pubblico per ciò che è realmente: una questione in primo luogo iraniana. I fatti di questi giorni e la sconfitta del principale agente militare sciita fuori dell'Iran stanno lì a dimostrarlo.


2) La dittatura teocratica degli ayatollah iraniani si conferma come il principale nemico della pace e quindi dell’umanità: ciò vale per il momento, ma la minaccia resterà tale fino alla caduta del regime fondamentalista sciita. L'appello a sterminare tutti gli ebrei di Israele rientrava già nel programma di Ruhollah Khomeyni, quando giunse al potere nel 1979. Da allora questo intento genocida antiebraico si è solo rafforzato, coinvolgendo frazioni sciite in altre parti del mondo, come in Libano, Siria, Yemen, Nigeria e Iraq, senza contare gli aspiranti terroristi o terroristi-suicidi che si celano «in sonno» nel resto del mondo (vedi il grande attentato antiebraico di luglio 1994 a Buenos Aires: 85 morti e circa 300 feriti).


3) Come conseguenza di questo stato di fatto, affermavo - e continuerò ad affermare fino all’esaurimento - che l’umanità più responsabile deve fare tutto il possibile per impedire all’Iran di giungere a fabbricare la bomba atomica e i relativi  dispositivi di lancio. E questo perché le motivazioni fondamentali degli ayatollah non sono in primo luogo economiche o politiche, ma sono ideologiche e lo sono in una forma aberrante: animati dal fanatismo religioso che dimostrano tutti i giorni nella repressione cruenta del proprio popolo (che gli è in maggioranza ostile), gli ayatollah non esiteranno un istante a lanciare la bomba su Israele, provocando l’inevitabile rappresaglia israeliana e un possibile allargamento del conflitto nucleare.


Contro i nuovi antisemiti, contro la «sinistra» reazionaria e le sue componenti più attive (cioè gli hitlerocomunisti) - che in Italia e altre parti del mondo occidentale stanno inneggiando alle organizzazioni terroristiche di Hamas, Hezbollah ecc., al pogrom disumano del 7 Ottobre e ai propositi di genocidio antiebraico - occorre fare tutto il possibile per aiutare a prendere coscienza del pericolo che l’umanità tutta intera sta correndo. Bisogna far capire anche ai più fanatici che, per la prima volta dall’Ottobre cubano del 1962, l’umanità sta realmente sulla soglia di un conflitto nucleare, per due possibili cause e provenienze.

La minaccia peggiore si deve in primo luogo all’ideologia medievale che anima gli ayatollah iraniani (duodecimani o imamiti che siano). Mentre la minaccia minore, ma da non sottovalutare, si deve all’ideologia (anch’essa premoderna) che anima la dittatura oligarchico-mafiosa di Putin nel suo tentativo di ricreare l’Impero staliniano-zarista.

Tuttavia, mentre riguardo alle minacce nucleari di Putin potrebbero ancora  valere a frenarle considerazioni di ordine economico e politico (e ciò spiegherebbe le esitazioni degli Usa nel concedere all’Ucraina la possibilità di vincere militarmente), nulla di tutto ciò può valere contro lo sciitismo iraniano. In questa ideologia teocratica - mai uscita dal Medioevo mussulmano - il fondamentalismo contro gli «infedeli», il fanatismo religioso, l'antisemitismo viscerale, l'antioccidentalismo e l'aspirazione al martirio si fondono a formare un pericolosissimo mix, sanguinario e totalmente irrazionale. Più a lungo gli ayatollah resteranno al potere e più si avvicineranno ad avere l’atomica (magari con l’aiuto nordocoreano, russo o cinese), tanto maggiori diventeranno le possibilità di un conflitto nucleare, quindi di una Terza guerra mondiale, quindi...

I membri della sinistra reazionaria, gli hitlerocomunisti, i finti sostenitori della pace e i finti ecologisti non lo possono capire, a differenza del resto dell’umanità all’interno della quale prevalgono ancora gli esseri umani più consapevoli della propria appartenenza alla specie.

Shalom e Adelante!

Roberto M. 



ESPANOL


GUERRA EN LÍBANO: DOS PUNTOS CLAVE DE ANÁLISIS CONFIRMADOS

por Roberto Massari


Los ataques militares que el gobierno israelí está infligiendo a la principal organización terrorista proiraní (Hezbolá, chiita) demuestran de manera clara y concreta los tres principales puntos de análisis de la crisis en Medio Oriente que formulé hace algunas semanas.

Los presento actualizados.


1) La guerra de Gaza entre el mini-Estado de Hamas (que la declaró el 7 de octubre de 2023) y el Estado israelí (que ha estado defendiendo su supervivencia desde el 15 de mayo de 1948, cuando Egipto, Líbano, Siria, Transjordania e Irak lanzaron un ataque contra el recién nacido Estado-nación respaldado por las Naciones Unidas, saliendo derrotados afortunadamente) ya no se puede considerar el epicentro del problema "palestino". En realidad, todo el problema "palestino" hace tiempo que dejó de ser fundamentalmente tal. Ahora finalmente aparece ante los ojos del gran público lo que realmente es: un problema principalmente iraní. Los hechos de estos días y la derrota del principal agente militar chiita fuera de Irán lo demuestran claramente.


2) La dictadura teocrática de los ayatolás iraníes se confirma como el principal enemigo de la paz y, por lo tanto, de la humanidad: esto es válido por ahora, pero la amenaza permanecerá hasta la caída del régimen fundamentalista chiita. El llamado a exterminar a todos los judíos de Israel ya formaba parte del programa de Ruhollah Jomeini cuando llegó al poder en 1979. Desde entonces, este intento genocida antijudío solo se ha fortalecido, involucrando a facciones chiitas en otras partes del mundo, como en Líbano, Siria, Yemen, Nigeria e Irak, sin mencionar a los aspirantes a terroristas o suicidas que están "durmiendo" en el resto del mundo (véase el gran atentado antijudío de julio de 1994 en Buenos Aires: 85 muertos y alrededor de 300 heridos).


3) Como consecuencia de este estado de cosas, afirmaba —y seguiré afirmando hasta el agotamiento— que la humanidad más responsable debe hacer todo lo posible para evitar que Irán llegue a fabricar la bomba atómica y los dispositivos de lanzamiento correspondientes. Esto se debe a que las motivaciones fundamentales de los ayatolás no son principalmente económicas o políticas, sino que son ideológicas y en una forma aberrante: impulsados por el fanatismo religioso que demuestran todos los días en la represión sangrienta de su propio pueblo (que en su mayoría les es hostil), los ayatolás no dudarán ni un momento en lanzar la bomba sobre Israel, provocando la inevitable represalia israelí y una posible escalada en un conflicto nuclear.


Contra los nuevos antisemitas, contra la "izquierda" reaccionaria y sus componentes más activos (es decir, los hitlerocomunistas) —que en Italia y otras partes del mundo occidental están elogiando a las organizaciones terroristas de Hamas, Hezbolá, etc., el pogromo inhumano del 7 de octubre y los propósitos de genocidio antijudío—, es necesario hacer todo lo posible para ayudar a tomar conciencia del peligro que enfrenta toda la humanidad. Debemos hacerles entender, incluso a los más fanáticos, que, por primera vez desde la crisis de los misiles cubanos en Octubre de 1962, la humanidad está realmente al borde de un conflicto nuclear, por dos causas y procedencias posibles.

La amenaza más grave proviene principalmente de la ideología medieval que impulsa a los ayatolás iraníes (ya sean duodecimanos o imamíes). Mientras tanto, la amenaza menor, pero no por ello despreciable, proviene de la ideología (también premoderna) que impulsa a la dictadura oligárquico-mafiosa de Putin en su intento de recrear el Imperio estalinista-zarista.

Sin embargo, mientras que con respecto a las amenazas nucleares de Putin podrían valer aún consideraciones de orden económico y político (y esto explicaría las vacilaciones de Estados Unidos para permitir que Ucrania gane militarmente), nada de esto vale contra el chiismo iraní. En esta ideología teocrática —que nunca ha salido del Medioevo musulmán—, el fundamentalismo contra los "infieles", el fanatismo religioso, el antisemitismo visceral, el antioccidentalismo y la aspiración al martirio se fusionan para formar una peligrosa mezcla, sangrienta y totalmente irracional. Cuanto más tiempo permanezcan los ayatolás en el poder y cuanto más se acerquen a obtener la bomba nuclear (quizás con la ayuda norcoreana, rusa o china), mayores serán las posibilidades de un conflicto nuclear y, por lo tanto, de una Tercera Guerra Mundial, y así...

Los miembros de la izquierda reaccionaria, los hitlerocomunistas, los falsos defensores de la paz y los falsos ecologistas no pueden entender esto, a diferencia del resto de la humanidad, entre los cuales prevalecen aún los seres humanos más conscientes de su pertenencia a la especie.

Shalom y Adelante!

Roberto M.



FRANÇAIS


GUERRE AU LIBAN : DEUX POINTS ESSENTIELS D’ANALYSE CONFIRMÉS

par Roberto Massari


Les coups militaires que le gouvernement israélien est en train d'infliger à la principale organisation terroriste pro-iranienne (Hezbollah, chiite) démontrent de manière éclatante et concrète les trois principaux points d’analyse de la crise au Moyen-Orient que j’ai formulés il y a quelques semaines.

Je les présente mis à jour.


1) La guerre de Gaza entre le mini-État de Hamas (qui l’a déclarée le 7 octobre 2023) et l’État israélien (qui défend sa survie depuis le 15 mai 1948, lorsque l’Égypte, le Liban, la Syrie, la Transjordanie et l’Irak ont lancé une attaque contre l’État-nation nouveau-né approuvé par les Nations Unies, et ont heureusement été vaincus) ne peut plus être considérée comme l’épicentre de la question « palestinienne ». En réalité, la question « palestinienne » tout entière a depuis longtemps cessé d’être essentiellement celle-ci. Maintenant, elle apparaît enfin aux yeux du grand public pour ce qu’elle est vraiment : une question principalement iranienne. Les événements de ces derniers jours et la défaite du principal agent militaire chiite hors d’Iran le prouvent clairement.


2) La dictature théocratique des ayatollahs iraniens se confirme comme le principal ennemi de la paix et donc de l’humanité : cela vaut pour l’instant, mais la menace restera telle jusqu’à la chute du régime fondamentaliste chiite. L’appel à exterminer tous les Juifs d’Israël faisait déjà partie du programme de Ruhollah Khomeini lorsqu’il est arrivé au pouvoir en 1979. Depuis lors, cette intention génocidaire antijuive n’a fait que se renforcer, impliquant des factions chiites dans d’autres parties du monde, comme au Liban, en Syrie, au Yémen, au Nigeria et en Irak, sans oublier les aspirants terroristes ou kamikazes dormants dans le reste du monde (voir l’attentat anti-juif de juillet 1994 à Buenos Aires : 85 morts et environ 300 blessés).


3) En conséquence de cet état de fait, j’affirmais — et je continuerai à l’affirmer jusqu’à épuisement — que l’humanité la plus responsable doit faire tout ce qui est possible pour empêcher l’Iran d’acquérir la bombe atomique et les dispositifs de lancement correspondants. Cela parce que les motivations fondamentales des ayatollahs ne sont pas d’abord économiques ou politiques, mais idéologiques et dans une forme aberrante : animés par le fanatisme religieux qu’ils démontrent tous les jours dans la répression sanglante de leur propre peuple (qui leur est en majorité hostile), les ayatollahs n’hésiteront pas un instant à lancer la bombe sur Israël, provoquant une riposte israélienne inévitable et une possible escalade en conflit nucléaire.


Contre les nouveaux antisémites, contre la « gauche » réactionnaire et ses composants les plus actifs (c’est-à-dire les hitléro-communistes) — qui en Italie et dans d’autres parties du monde occidental louent les organisations terroristes de Hamas, Hezbollah, etc., le pogrom inhumain du 7 octobre et leurs projets de génocide anti-juif —, tout doit être fait pour aider à prendre conscience du danger auquel toute l’humanité est confrontée. Il faut faire comprendre, même aux plus fanatiques, que, pour la première fois depuis la crise des missiles de Cuba en Octobre 1962, l’humanité est véritablement au bord d’un conflit nucléaire, pour deux raisons et provenances possibles.

La pire menace provient principalement de l’idéologie médiévale qui anime les ayatollahs iraniens (qu’ils soient duodécimains ou imamites). Alors que la menace moindre, mais non négligeable, provient de l’idéologie (elle aussi prémoderne) qui anime la dictature oligarchico-mafieuse de Poutine dans sa tentative de recréer l’Empire stalinien-tsariste.

Cependant, tandis que des considérations d’ordre économique et politique pourraient encore valoir pour freiner les menaces nucléaires de Poutine (ce qui expliquerait les hésitations des États-Unis à permettre à l’Ukraine de remporter une victoire militaire), rien de tout cela ne vaut contre le chiisme iranien. Dans cette idéologie théocratique — qui n’est jamais sortie du Moyen Âge musulman —, le fondamentalisme contre les « infidèles », le fanatisme religieux, l’antisémitisme viscéral, l’anti-occidentalisme et l’aspiration au martyre se fondent en un mélange dangereux, sanglant et totalement irrationnel. Plus les ayatollahs resteront longtemps au pouvoir et plus ils se rapprocheront de la bombe nucléaire (peut-être avec l’aide nord-coréenne, russe ou chinoise), plus grandes seront les chances d’un conflit nucléaire et donc d’une Troisième guerre mondiale, et ainsi de suite...

Les membres de la gauche réactionnaire, les hitléro-communistes, les faux partisans de la paix et les faux écologistes ne peuvent pas comprendre cela, contrairement au reste de l’humanité, au sein de laquelle prédominent encore les êtres humains les plus conscients de leur appartenance à l’espèce.

Shalom et Adelante!

Roberto M.



Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com

RED UTOPIA ROJA – Principles / Principios / Princìpi / Principes / Princípios

a) The end does not justify the means, but the means which we use must reflect the essence of the end.

b) Support for the struggle of all peoples against imperialism and/or for their self determination, independently of their political leaderships.

c) For the autonomy and total independence from the political projects of capitalism.

d) The unity of the workers of the world - intellectual and physical workers, without ideological discrimination of any kind (apart from the basics of anti-capitalism, anti-imperialism and of socialism).

e) Fight against political bureaucracies, for direct and councils democracy.

f) Save all life on the Planet, save humanity.

g) For a Red Utopist, cultural work and artistic creation in particular, represent the noblest revolutionary attempt to fight against fear and death. Each creation is an act of love for life, and at the same time a proposal for humanization.

* * *

a) El fin no justifica los medios, y en los medios que empleamos debe estar reflejada la esencia del fin.

b) Apoyo a las luchas de todos los pueblos contra el imperialismo y/o por su autodeterminación, independientemente de sus direcciones políticas.

c) Por la autonomía y la independencia total respecto a los proyectos políticos del capitalismo.

d) Unidad del mundo del trabajo intelectual y físico, sin discriminaciones ideológicas de ningún tipo, fuera de la identidad “anticapitalista, antiimperialista y por el socialismo”.

e) Lucha contra las burocracias políticas, por la democracia directa y consejista.

f) Salvar la vida sobre la Tierra, salvar a la humanidad.

g) Para un Utopista Rojo el trabajo cultural y la creación artística en particular son el más noble intento revolucionario de lucha contra los miedos y la muerte. Toda creación es un acto de amor a la vida, por lo mismo es una propuesta de humanización.

* * *

a) Il fine non giustifica i mezzi, ma nei mezzi che impieghiamo dev’essere riflessa l’essenza del fine.

b) Sostegno alle lotte di tutti i popoli contro l’imperialismo e/o per la loro autodeterminazione, indipendentemente dalle loro direzioni politiche.

c) Per l’autonomia e l’indipendenza totale dai progetti politici del capitalismo.

d) Unità del mondo del lavoro mentale e materiale, senza discriminazioni ideologiche di alcun tipo (a parte le «basi anticapitaliste, antimperialiste e per il socialismo».

e) Lotta contro le burocrazie politiche, per la democrazia diretta e consigliare.

f) Salvare la vita sulla Terra, salvare l’umanità.

g) Per un Utopista Rosso il lavoro culturale e la creazione artistica in particolare rappresentano il più nobile tentativo rivoluzionario per lottare contro le paure e la morte. Ogni creazione è un atto d’amore per la vita, e allo stesso tempo una proposta di umanizzazione.

* * *

a) La fin ne justifie pas les moyens, et dans les moyens que nous utilisons doit apparaître l'essence de la fin projetée.

b) Appui aux luttes de tous les peuples menées contre l'impérialisme et/ou pour leur autodétermination, indépendamment de leurs directions politiques.

c) Pour l'autonomie et la totale indépendance par rapport aux projets politiques du capitalisme.

d) Unité du monde du travail intellectuel et manuel, sans discriminations idéologiques d'aucun type, en dehors de l'identité "anticapitaliste, anti-impérialiste et pour le socialisme".

e) Lutte contre les bureaucraties politiques, et pour la démocratie directe et conseilliste.

f) Sauver la vie sur Terre, sauver l'Humanité.

g) Pour un Utopiste Rouge, le travail culturel, et plus particulièrement la création artistique, représentent la plus noble tentative révolutionnaire pour lutter contre la peur et contre la mort. Toute création est un acte d'amour pour la vie, et en même temps une proposition d'humanisation.

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a) O fim não justifica os médios, e os médios utilizados devem reflectir a essência do fim.

b) Apoio às lutas de todos os povos contra o imperialismo e/ou pela auto-determinação, independentemente das direcções políticas deles.

c) Pela autonomia e a independência respeito total para com os projectos políticos do capitalismo.

d) Unidade do mundo do trabalho intelectual e físico, sem discriminações ideológicas de nenhum tipo, fora da identidade “anti-capitalista, anti-imperialista e pelo socialismo”.

e) Luta contra as burocracias políticas, pela democracia directa e dos conselhos.

f) Salvar a vida na Terra, salvar a humanidade.

g) Para um Utopista Vermelho o trabalho cultural e a criação artística em particular representam os mais nobres tentativos revolucionários por lutar contra os medos e a morte. Cada criação é um ato de amor para com a vida e, no mesmo tempo, uma proposta de humanização.