Per raggiungere non tanto la felicità quanto l'equilibrio,
dovremmo liquidare una buona parte dei nostri simili,
praticare quotidianamente il massacro,
sull'esempio dei nostri fortunatissimi avi.
(E.M. Cioran)
dovremmo liquidare una buona parte dei nostri simili,
praticare quotidianamente il massacro,
sull'esempio dei nostri fortunatissimi avi.
(E.M. Cioran)
Che bello! La notte degli Oscar 2017 ancora una volta ci ha fatto ridere a crepapelle! Il baraccone circense che rappresenta può piacere soltanto all'imbecillità conclamata della critica italiana e a un pubblico abituato alle sagre festivaliere da "tappeto rosso" (qui puttanelle col vezzo dell'avanspettacolo e cialtronetti vestiti Armani fanno i selfie con tutti, perfino con gli straccioni di colore)… le televisioni ne parlano, i giornalisti fanno finta di aver compreso quel film o quell'altro… spesso li confondono o parlano di un film che nemmeno hanno visto (le veline dell'azienda vengono riprodotte fedelmente da amanuensi serventi)… tutti sono proni alla macchina delle illusioni (Hollywood) e alla domesticazione dell'immaginario assoggettato che ne consegue… ma tutti i film e tutti gli Oscar del mondo non valgono un bicchiere di rosso con un amico! C'è più verità nelle lacrime dei bambini morti per fame (o sotto le guerre) che in tutte le storie del cinema! Il cinema autentico non salva il mondo, è vero… però può aiutare a diventare uomini e donne migliori che dicono sì alla realtà e affrontano a viso aperto la filosofia libertaria dell'uomo in rivolta (quello che sostituisce il genio dell'artista con quello del ribelle e mette fine alla sozzura splendente della civiltà dello spettacolo).
Il film di Damien Chazelle, La La Land, di Oscar ne ha ottenuti sei (era candidato a quattordici premi)… ha fatto incetta di Golden Globes, BAFTA Awards e diversi altri riconoscimenti e sembra davvero continuare ad essere amato e premiato da critica e pubblico… quando in preda all'estasi del vuoto ci si abbandona a quella del mito ogni stupidità è permessa, basta che porti la gente al botteghino… I fucilieri del Bengala (un brutto film di László Benedek, 1954, sulle rivolte indiane) non saranno mai lodati abbastanza per aver cercato di spegnere come si deve le lune dei luna park (di finti politici, finti artisti, finti clown) di fine Ottocento… avevano compreso, forse, che qualunque ordine sociale è nefasto e va combattuto, a principiare dai linguaggi multimediali sui quali ogni potere fonda i propri deliri. Le ideologie, come le merci, sono il sottoprodotto, usando un'espressione un po' volgare, delle puttanate messianiche o dei mercati globali… sono loro che forniscono il pasto quotidiano alle iene di Wall Street.
La La Land è un'accozzaglia di citazioni, molto malamente ricostruite, dei musical americani degli anni Cinquanta e Sessanta… il titolo sembra riferirsi alla città di Los Angeles (il mondo dei sogni o fuori dalla realtà)… ma il film di Chazelle è tutt'altro che fuori dalla realtà e dai sogni… è una confezione (nemmeno pregiata) della macchina/cinema hollywoodiana che prefigura una vita di successo per tutti gli sfigati di ogni forma d'arte… un'idea di felicità possibile che solo nella città degli angeli di celluloide può diventare vera… ma al cinema e dappertutto il servo respira e si emancipa soltanto alla morte del padrone, sempre. Nulla è più sospetto della gioia mercantile… la rassegnazione e la stanchezza collettiva determinano un universo di carogne soddisfatte… un cinema senza banalità sarebbe altrettanto noioso di un parlamento senza stupidi.