Un reportage fotografico in forma di appello al Tribunale dei Diritti dell'Uomo contro il governo del Burkina Faso per violazione della dignità e della bellezza di uomini, donne e bambini…
Gli schiavi del Burkina Faso sono centinaia di persone che lavorano ai limiti della sopravvivenza nella cava di pietre di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso… la cava è in mano al malaffare… e bambini, donne, uomini ricevono pochi centesimi a cesto di pietre… la corruzione passa sotto silenzio e nessuno denuncia questo crimine contro gli ultimi della terra!
Il mio amico e maestro don Gallo diceva: «Il diritto della forza va combattuto con la forza del diritto!».
P.B.
SULL'ARTE DI STRISCIARE AD USO DEI CORTIGIANI DELLA FOTOGRAFIA
Un buon cortigiano non deve mai avere un'opinione personale ma solamente quella del padrone o del ministro, e deve saperla anticipare facendo ricorso alla sagacia; ciò presuppone un'esperienza consumata, una profonda conoscenza del cuore degli uomini. Un buon cortigiano non deve mai avere ragione, non è in nessun modo autorizzato ad essere più brillante del suo padrone o di colui che gli dispensa benevolenze, deve tenere ben presente che il Sovrano [Papa, Banchiere, Generale, Primo ministro] e più in generale l'uomo che sta al comando non ha mai torto.
[Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach (1723-1789)]
[Paul Heinrich Dietrich, barone d'Holbach (1723-1789)]
I filosofi dionisiaci, che sovente sono di cattivo umore per i dolori millenari che il canagliume dei privilegiati infligge agli ultimi della terra (non solo nel mare di mezzo)… considerano (non a torto) il mestiere del fotografo pari a quello del cortigiano, stupido, vigliacco e infame! I fotografi del mondano riciclato (e tutta la razza di artisti serventi), come i cortigiani, praticano la condiscendenza, l'adulazione, la benevolenza in cambio di trenta denari… basta una passata televisiva o una mezza pagina sui giornali a grande tiratura (anche on-line)… il portfolio poi impresso nelle pagine delle riviste specializzate, commentato dallo storico o dal critico che lavora per le banche, fondazioni, assessorati, università o i beni culturali… è il naturale battesimo d'ingresso del fotografo a corte.