Me sentía bajo el peso de una responsabilidad libremente aceptada y quise cumplirla a satisfacción de mi conciencia. Enemigo de la desigualdad social, no me limité a lamentarla en sus efectos, sino que quise combatirla en sus causas, seguro de que de ese modo se ha de llegar positivamente a la justicia, es decir, a aquella ansiada igualdad que inspira todo afán revolucionario.
(Francisco Ferrer Guardia)
Si presenta come un agile pamphlet il volume dedicato a Francisco Ferrer Guardia e intitolato La scuola moderna. Verso un’educazione senza voti né esami, uscito a fine gennaio per Avanguardia 21 Edizioni (a cura di A. Saccoccio, Roma 2014, pp. 100, € 9,09). Un atto d’accusa nei confronti della scuola contemporanea, con l’obiettivo di arginare la sconsiderata corsa all’efficientismo, al produttivismo e alla tanto celebrata meritocrazia.
«Educare equivale attualmente a domare, addestrare, addomesticare», denunciava, più di un secolo fa, Francisco Ferrer Guardia, proponendo di abolire voti ed esami scolastici, perché, lungi dall’essere validi strumenti educativi, sono tecniche di controllo impiegate per normalizzare e inquadrare sin dall’infanzia i futuri cittadini in un rigido sistema gerarchico. Sviluppare queste intuizioni (successivamente confermate da Freinet, Illich, Bernardi, Freire, Foucault, Chomsky e altri) è oggi quanto mai indispensabile per contrastare, nelle scuole, la sovrabbondanza di verifiche, registri, questionari, griglie di valutazione, esami di recupero. La salvezza della scuola non sta nel recuperare, come molti ancora credono, il rigore e la severità dei bei tempi andati, ma nell’eliminare, come voleva Ferrer, la coazione dai processi educativi.
Il pamphlet vuole lanciare messaggi precisi, anche dal punto di vista formale. Innanzitutto, nessuna chiusura del problema in un ambito strettamente nazionalistico: i contributi teorici raccolti nel volume sono stati scritti da pensatori e insegnanti italiani e spagnoli, le traduzioni sono state ottimizzate grazie alla collaborazione fra il sottoscritto e Gonzalo Jerez Sánchez. In quest’ottica si è deciso di lasciare in spagnolo alcune pagine del libro (le testimonianze di studenti e studentesse della “Scuola Ferrer”, di immediata comprensione). Inoltre, nessuna chiusura in un ambito temporale limitato: alle analisi di Ferrer, della cui opera principale si è scelto di tradurre e presentare solo i capitoli che ancora oggi possono suscitare l’interesse di chi si occupa di pedagogia, sono stati affiancati commenti da parte di tre insegnanti di orientamento libertario attualmente in servizio (Filippo Trasatti, Antonio Saccoccio e Carlos Martínez Aguirre), coprendo in tal modo un arco temporale che va dalla seconda metà dell’Ottocento ai primi due decenni del Duemila.
Nella diffusione e/o ripubblicazione di questo articolo si prega di citare la fonte: www.utopiarossa.blogspot.com