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lunedì 23 dicembre 2013

AUGURI AI LETTORI E AGLI OPERATORI DI UTOPIA ROSSA, di don Ferdinando Sudati

Presepe di Villa di Chiavenna
Con la citazione qui riportata - sincera testimonianza di John Shelby Spong, ex vescovo episcopaliano negli Usa - che forse è poco natalizia in apparenza, sebbene lo sia molto nella sostanza, vorrei accompagnare il mio augurio per tutti gli operatori, gli scrittori e i lettori del blog di Utopia Rossa, nel ricordo del giorno natale di Gesù di Nazareth.
Possiate iniziare e proseguire serenamente anche il nuovo Anno, nonostante le calamità e nefandezze presenti sulla faccia della Terra, alle quali possiamo almeno in parte far fronte adottando qualcuno degli insegnamenti «sociali» del Rabbi di Nazareth:
«[…] “Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”» (Lc 10,36-37).
E magari facendo nostro il sano «ateismo» del rabbi chassidico Moshe Lev di Sosov, che diceva: «Se un uomo viene a chiederti aiuto e assistenza, non dirgli: “Abbi fede in Dio”. Fa’ come se Dio non esistesse e come se, sulla terra, ci fossi soltanto tu a poterlo aiutare».
Cari auguri,
don Ferdinando Sudati

«Mi sono confrontato con la fede cristiana per 82 anni, e mi trovo in questo momento - con grande sorpresa dei miei critici tradizionalisti, ne sono sicuro - più che mai profondamente dedito al mio Cristo e alla mia fede. Il mio impegno è comunque verso una nuova comprensione sia del Cristo sia del cristianesimo. Sono sempre più attratto da un cristianesimo che non abbia barriere divisorie e che non mi vincoli alle credenze dell’antichità. Un cristianesimo che non possa essere confinato da, o espresso tramite forme liturgiche tradizionali. Non ho alcun desiderio di trovare certezze o di adagiarmi nella sicurezza di una religione. Ho scelto invece di vivere nella gioia sconfinata dell’insicurezza radicale propria della natura della vita umana e, così facendo, di scoprire che sto seguendo il percorso di Cristo. Non ho neppure alcun desiderio di seguire un altro percorso di fede. Ho tuttavia scoperto che se percorro il sentiero di Cristo con sufficiente profondità e perseveranza, mi porterà al di là di tutto ciò che ora conosco del cristianesimo. Non vedo questo in termini negativi, al contrario. Gesù ha camminato oltre i confini della sua religione verso una nuova visione di Dio. Credo che questo sia ciò che ho fatto anch’io, e questo è ciò che voglio celebrare. Dio è la realtà ultima, non il cristianesimo. Tuttavia, l’unico modo che conosco per camminare verso la realtà ultima di Dio è attraverso il cristianesimo. Non sostengo che il cammino cristiano sia l’unico possibile, ma è l’unico che io conosco e quindi l’unico che possa percorrere. Mi proclamo senza equivoci “cristiano”. Definisco la vita umana attraverso la lente dell’esperienza di Cristo, e questo mi soddisfa. Posso onestamente sostenere con profonda convinzione che io sono quel che sono grazie al mio rapporto con qualcuno chiamato Gesù di Nazareth e che è attraverso di lui che ho compreso il significato di ciò che chiamo Dio». (da J.S. Spong, Il quarto Vangelo. Racconti di un mistico ebreo, 2013)

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