da Les 500 affiches de mai 68, Balland, 1978 |
Questa volta avevamo una speranza in più. Potevamo sperare che l’innegabile “crisi” economica avrebbe spinto politici e partiti a inventarsi qualcosa di bello e nuovo. Un cambiamento di rotta. Un segno di discontinuità. Un’idea finalmente! E invece nulla di tutto questo. Siamo entrati già da settimane nel solito noioso penoso schifoso rincorrersi di vili attacchi, meschine difese, mediocrissime diatribe sul nulla. È il nulla infatti di cui si discute. Si discute (si litiga!) su quale ferita rimarginare in un corpo affetto ormai da decine di patologie mortali. Il corpo morirà lo stesso, e in breve tempo, ma volete mettere la soddisfazione di poter dire: “quella feritina l’ho curata io! e non loro che sono degli incapaci!”. E invece gli incapaci sono tutti. Tutti. Lo hanno dimostrato governando. E chi non ha governato lo dimostra chiacchierando in questo modo del nulla. Qualcuno di questi chiacchieroni sostiene che tutto si risolverà se tutti pagheranno tutte le tasse! Evviva! Per altri tutto andrà a posto se nessuno pagherà più la tassa sulla casa! Evviva! Di questo si parla. Su questo si litiga! La “crisi” - questo teatrino ne è la dimostrazione - non è affatto economica. È in crisi la nostra speranza, la nostra fiducia nell’uomo, la nostra fiducia in un altro mondo. In un mondo migliore.
Per fortuna, in pieno periodo elettorale, ritorna il triste spettacolo, ma ritorna anche la solita speranza. La speranza che aumentino coloro che, come me, decideranno di non votare, di stare a casa. Stare a casa per far comprendere a questi poveri di animo e di pensiero, che ora si mostrano belli e carini per poterci poi rappresentare, che qualcuno si sottrae al loro gioco. Che qualcuno è animato da passioni e attenzioni differenti. Che qualcuno sta lavorando per cacciarli via. Sta lavorando per un mondo differente da quello deprimente in cui ci troviamo a vivere.
Non è tanto il “non-voto” che può interessarci. È pieno di gente che non vota, ma per disinteresse, perché non ha nulla da dire, nulla da chiedere a questo mondo. Ma noi no. Alcuni di noi hanno da chiedere ancora molto a questo mondo e fino a quando ci reggeranno le forze ci batteremo per questo. E quindi noi non votiamo per alcuni precisi motivi. Sappiamo perché non votiamo. Io so perché non voto.
Non voto perché ciò che i politici propongono di fare non mi piace. Non mi piace per nulla. Non mi piace la loro visione del mondo. Non mi piace la loro visione del mondo perché coincide con quella presente, che non mi piace affatto. E poiché nessuno di loro mostra di credere in un mondo differente, io non voto.
Ma cosa dovrebbero pensare questi signori perché io possa credere in loro? Non è così difficile. L’avranno la mia stima e il mio appoggio, ma solo quando:
· Si renderanno conto che i beni più preziosi sono e saranno sempre la libertà e l’autonomia di ogni essere umano (nessun escluso!), libertà e autonomia che vanno preservate in ogni modo e non possono essere costantemente limitate da nessuna autorità. Anti-autoritarismo intransigente.
· Smetteranno di santificare il lavoro alienato e si proporranno come obiettivo irrinunciabile a breve termine la riduzione drastica delle ore lavorative per tutti gli impieghi e a medio termine la scomparsa, per mezzo dell’automazione, del lavoro alienante e alienato.
· Proporranno un modello di società in cui non regni la fanatica corsa al potere e al successo personale, l’arrivismo, l’utilitarismo, la competizione fine a se stessa, il trionfo della prepotenza. Contro ogni tipo di sfruttamento e di dominio.
· Lotteranno affinché tutta l’umanità abbia accesso libero, rapido e gratuito a tutto il sapere passato e presente. Limitazione radicale delle leggi sul copyright. Digitalizzazione di tutto il patrimonio bibliotecario mondiale.
· Comprenderanno che la scuola-lager attuale e i suoi subdoli meccanismi di controllo devono cedere il posto a momenti di liberissima aggregazione collaborativa, in cui l’autentica passione per la conoscenza si sostituirà all’imposizione brutale di regole e all’addestramento. Anti-dogmatismo. Pedagogia libertaria e descolarizzazione progressiva.
· Ridurranno drasticamente il numero di norme e leggi e il numero di coloro che hanno il compito di controllare le nostre vite tramite quelle norme e quelle leggi.
· Contrasteranno l’iper-medicalizzazione della nostra esistenza.
· Lotteranno contro la spettacolarizzazione della vita e contro il divismo mediatico. Non permetteranno a nessun professionista dello spettacolo (giornalisti, attori, artisti, intellettuali, musicisti, sportivi ecc.) di assumere posizioni di visibilità e di potere.
Una spinta a De Gaulle… (da Les 500 affiches de mai 68) |
Sono solo alcuni dei temi da affrontare radicalmente e senza vie di fuga. Ma fino a quando questi non saranno i temi proposti io non voterò. E nessuno dovrebbe votare. Solo così si creerà una competizione (sana, questa sì!) tra chi propone di più e meglio degli altri. Una volta condivisa questa nuova prospettiva, poi andremo a valutare i metodi per tradurla in realtà.
È chiaro quindi che non basterà non votare. Bisognerà impegnarsi quotidianamente nel dissenso, impegnarsi in una contro-attività, organizzarsi in gruppi di discussione e costruzione, scrivere e diffondere il nostro malcontento e queste nostre proposte alternative.
Io non andrò a votare, come tanti, il meno peggio. Per catturare qualche voto di qualche sprovveduto, si fa un gran parlare ultimamente di onestà e disonestà (paroloni per giunta usati a sproposito, ma passino pure!). Ebbene, io non credo che si debba votare il più onesto, o il meno disonesto. Io credo che si debba votare chi ha idee che corrispondono a quelle in cui crediamo. E l’onestà è solo uno dei valori in cui si può credere. A me di certo non può bastare. Non me ne faccio nulla di uno stupido onesto. Al massimo può farmi tenerezza, ma non gli affiderei mai il compito di rappresentarmi. Sia chiaro, quindi, una volta per tutte: il mondo continuerà a essere grigio sia con politici che intascano i nostri soldi, sia con politici che non intascano i nostri soldi ma governano con miopia portandoci nella direzione sbagliata. Se il politico intasca personalmente denaro, o ne regala all’opinionista comico star della tv, o lo spreca per finanziare la scuola-carcere attuale, o sponsorizzando la più inutile esposizione del più inutile “artista” (pensando negli ultimi tre casi di fare un servizio culturale al paese, e invece dilapidando nel modo più scriteriato risorse preziose), in tutti i casi ci troviamo di fronte a fenomeni gravi. La differenza - mi dirà qualcuno - è che la prima cosa è illegale, e le altre tre no. Benissimo, ed è proprio quello che voglio proporre: dovrà pur diventare illegale prima o poi che una star dello spettacolo riceva decine di migliaia di euro per due ore di trasmissione! Dovrà pur diventare illegale una scuola che rinchiude adolescenti per 5 ore la mattina, costringendoli a mandare a mente pseudo-saperi frammentari per altre 5 ore durante il pomeriggio! Questo vorrei dai nostri politici. Che cambino! Non che si limitino al rispetto delle leggi esistenti!
Continuare a sprecare la nostra vita nelle carceri della scuola prima, del lavoro salariato poi, e del divertimento alienato sempre (mostre, cinema, concerti, shopping, discoteche, calcio, videopoker, teatro e tutta questa bella roba qua per ogni gusto, dall’intellettualismo radical chic alle misere gioie del piccolo e medio borghese), questo è il mondo che ci propongono i signori che andrete a votare! Continueranno a dirci che è giusto e sano massacrarci di studio e lavoro per tutta la vita, e dover comunque sempre lottare, ogni giorno, per un pezzo di pane! O per una settimana di vacanze! O per un vestitino carino!
Questa è la grave responsabilità di tutti coloro che andranno a votare. Anche a causa loro il mondo non cambierà. Non sostenete quindi chi non vi propone nulla di nuovo. Riunitevi, organizzatevi, discutete, pensate pensate pensate a un modo per uscire fuori da questo incubo.
E non li votate!
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