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venerdì 15 luglio 2011

EDUCARE ALLA LIBERTÀ (III), di Alessandro Gigli

Amore e approvazione (Alexander Neill)

La felicità e il benessere dei bambini dipendono dalla quantità di amore e di approvazione che diamo loro. Si deve stare dalla parte del bambino e questo significa che gli si deve dare amore ma non quello possessivo o sentimentale: basta comportarsi in modo che il bambino sappia che lo amiamo e che stiamo dalla sua parte. Faccio un esempio: quando un bambino di 10 anni scrive “cara mamma per favore mandami 50 centesimi. Spero che tu stia bene. Baci a papà” i genitori intelligenti sorridono perché sanno che un bambino di 10 anni, sincero e che non teme di esprimersi, scrive in questo modo; mentre i cattivi genitori leggendo una lettera simile pensano che il loro figlio sia un piccolo egoista che non sa far altro che chiedere. I più sani tra i genitori degli allievi della scuola comunitaria libertaria di Summerhill non domandano mai cosa facciano i loro figli, lo vedono da soli. I genitori sbagliati rivolgono continuamente domande impazienti: “è capace di leggere? Quando imparerà a stare pulito? Va sempre alle lezioni?” Tutto ciò è solo una questione di fiducia nei bambini. Alcuni ce l’hanno, la maggior parte non ce l’ha. Il bambino se ne accorge subito se questo tipo di fiducia manca e capisce che l’amore verso di loro non è un amore profondo.
Se si sanno approvare i bambini si può parlare con loro di qualsiasi argomento, perché l’approvazione toglie di mezzo le inibizioni. Ma è possibile approvare i bambini se non si approva se stessi? Se non si è consapevoli di se stessi non ci si può ritenere soddisfatti e, in altre parole, quanto più si è consapevoli di se stessi e dei motivi che ci portano ad agire, tanto più facilmente si può essere in pace con noi stessi. Bisogna nutrire la speranza che una migliore conoscenza di sé e della natura dei bambini possa aiutare i genitori a tenere questi ultimi lontani dalle nevrosi. Bisogna capire che i genitori rovinano i figli inculcando loro con la forza credenze sorpassate, abitudini sorpassate, una morale sorpassata, sacrificando, in questo modo, i figli al passato e questo vale soprattutto per i genitori che impongono ai loro figli quella stessa religione autoritaria che a suo tempo fu imposta loro.
Pinocchio e il Grillo Parlante, di Mario Madiai
da http://www.pinocchio.it/fondazionecollodi/collodi.php
I genitori devono rinunciare! Devono rinunciare all’odio che si nasconde sotto la loro autorità e le loro critiche. Devono rinunciare all’intolleranza che è il modo in cui si manifesta la paura. Devono rinunciare ai vecchi moralismi e alle vecchie convinzioni nel senso comune. Tutto ciò è molto difficoltoso e arduo poiché i genitori impongono l’autorità che già è stata loro imposta in quanto ogni uomo ha in se l’autorità del padre e ogni donna quella della madre. E’ l’impostazione di questa rigida autorità che alimenta l’odio ed è dall’odio che nascono i bambini difficili. Tutto ciò è l’esatto opposto di chi invece dimostra approvazione verso i figli. Il mondo soffre a causa delle troppe limitazioni e quindi soffre a causa dell’odio. E’ l’odio dei genitori che crea bambini difficili proprio come l’odio della società crea i criminali. La salvezza è nell’amore ma il problema è che non si può costringere ad amare.
I bambini difficili che vanno a Summerhill  hanno la possibilità di diventare, dopo un periodo di ambientamento, fanciulli felici e normali e gli ingredienti principali della terapia sono l’approvazione, la fiducia e la comprensione. L’approvazione è necessaria sia per i bambini normali che per quelli difficili. Il primo comandamento cui debbono obbedire sia gli insegnanti sia i genitori è: “si deve stare dalla parte del bambino”; è seguendo questa regola che a Summerhill si ottengono tanti successi. A Summerhill si è sempre solidali con il bambino e il fanciullo inconsciamente lo sa. Può sembrare strano ma si può essere dalla  parte del bambino anche se qualche volta lo si sgrida; infatti, se si è dalla sua parte, il bambino se ne accorge perché se si sta con lui senza mettere di mezzo l’autorità e la morale, il bambino sente che si è dalla sua parte. Bisogna anche rendersi conto che la sincerità si sprigiona solo in regime di libertà e approvazione: non bisogna imporre modelli di comportamento a cui adeguarsi, né tabù da rispettare e perciò i bambini non sono costretti a condurre una vita basata sui falsi atteggiamenti.
Alexander Neill crede che l’elemento essenziale di ogni intelligente riforma scolastica sia la possibilità di approvazione sociale. Finchè i bambini saranno costretti a salutare i superiori, a stare allineati in fila, a balzare sull’attenti quando entra in classe il preside, non vi sarà una vera libertà e di conseguenza non potranno svilupparsi forme di approvazione sociale.
Faccio l’esempio del Little Commonwealth  (la piccola repubblica, fondata da Homer Lane, un’istituzione rieducativa retta sull’autogoverno): quando arrivava un nuovo ragazzo, questi cercava di ottenere l’approvazione dei compagni, in genere mediante la tecnica usata nei bassifondi da cui proveniva cioè vantando le sue mascalzonate e la sua bravura a rubare nei negozi o nel prendere in giro i poliziotti. Quando si rendeva conto che le sue vanterie si rivolgevano a ragazzi che avevano superato questo modo di ottenere approvazione sociale, il nuovo venuto restava perplesso e spesso si allontanava con disprezzo dagli altri ritenendoli pappemolle. Gradatamente però, il naturale desiderio di approvazione lo spingeva a cercare il consenso delle persone del nuovo ambiente.
Così senza bisogno di analisi psicologiche individuali, il ragazzo riusciva ad adattarsi ai suoi nuovi compagni, trasformandosi, in pochi mesi in un essere sociale. Se Alexander Neill potesse dare oggi un consiglio a un genitore gli direbbe di approvare il proprio figlio così com’è e non cercare di modellarlo secondo la propria immagine.
Il suo motto per la famiglia, sia per l’educazione che per la vita era: “per amor del cielo, lasciate che ciascuno viva la sua vita”
Questo è il solo modo che favorisce la tolleranza che è la parola giusta per una scuola libera.
Si insegna la tolleranza essendo noi per primi, insegnanti o genitori, a mostrare tolleranza verso di loro.