di Roberto Massari
In memoria di questo coraggioso combattente per la libertà, ucciso di morte lenta dalla dittatura di Putin, pubblichiamo un breve capitolo dedicato ai più recenti delitti della polizia zarista-sovietica-putiniana tratto dal libro di Massari, Se questi sono uomini. Dalla Čeka a Kronštadt al Gulag, Bolsena 2024 [La Redazione]
Cadaveri eccellenti
Con Putin il raggio d’azione del Fsb si è nuovamente esteso all’estero (cioè a paesi esterni alla Federazione russa e anche all’ex Impero sovietico) come accadeva all’epoca di Stalin. Il più celebre di questi assassinî ha avuto tanta risonanza internazionale che lo si può ricordare in due righe: Aleksandr Val’terovič Litvinenko (1962-2006), ex membro del Kgb e del Fsb, divenuto scomodo anche per aver sollevato l’accusa che i servizi russi lo avessero incaricato di uccidere l’oligarca miliardario russo Boris Abramovič Berezovskij (1946-2013), ex sostenitore di Putin e poi suo avversario. Litvinenko fu ucciso a Londra con avvelenamento da radiazione di polonio-210, un isotopo radioattivo del polonio. Berezovskij a sua volta morirà presso Londra in circostanze non chiare, per apparente «suicidio».
Altrettanto celebre è stato il tentativo di uccidere il dissidente politico e blogger russo Aleksej Anatol’evič Naval’nyj (n. 1976). Leader di Russia del Futuro dal 2013, presidente della Coalizione democratica (copresieduta in precedenza da Boris Nemtsov), fondatore della Fondazione Anticorruzione, oppositore su posizioni nazionaliste e liberali, favorevole alla legalizzazione dei matrimoni omosessuali, critico irriducibile del partito nazional-liberista di Putin (Edinaja Rossija [Russia Unita]), è stato ridotto in fin di vita nel 2020 tramite avvelenamento con il Novičok, un agente nervino di «quarta generazione» che si cominciò a produrre in Urss nel 1971 su approvazione del Cc del Pcus. L’avvelena- mento avvenne su un aereo di linea russo (S7 Airlines) in volo da Tomsk a Mosca. Da successive indiscrezioni sembrerebbe che il veleno fosse stato fatto assorbire dalle mutande di Naval’nyj nell’albergo di Tomsk.
Le indagini di parte inglese hanno portato invece all’individuazione di una unità apposita del Fsb, specializzata in avvelenamenti con sostanze chimiche.
Naval’nyj ha ricevuto varie condanne dal Tribunale di Mosca, tra le quali quella di marzo 2022 che gli aveva inflitto 9 anni di carcere in una colonia penale di massima sicurezza. Ma ad agosto 2023, lo stesso Tribunale ha aggiunto 19 anni di «lager», e la Corte d’appello ha confermato la nuova sentenza in una sessione a porte chiuse, con l’imputato in videocollegamento.
Con lo stesso Novičok, insieme alla figlia Julija, era stato avvelenato a Salisbury, nel 2018, Sergej Viktor- ovič Skripal’(n. 1951), ex colonnello del Gru, condannato nel 2006 come spia, riparato in Inghilterra grazie a uno scambio di spie Usa-Russia. Andati entrambi in coma, padre e figlia, erano stati comunque salvati dal pronto intervento dell’ospedale cittadino.
Il ricorso all’eliminazione fisica da parte del Fsb, come normale strumento di soluzione di problemi, non riguarda però solo oppositori politici, «traditori» o critici di Putin. Da alcuni anni si va infatti allungando la lista di «cadaveri eccellenti» tra le file dell’oligarchia economica. In particolare sembra preso particolarmente di mira il top-management della Lokoil, il secondo grande gruppo produttore di petrolio in Russia, ma anche una delle poche aziende che ha criticato pubblicamente la guerra in Ucraina. In un comunicato del 3 marzo 2022, il consiglio d’amministrazione della Lukoil aveva espresso preoccupazione per i «tragici eventi» in Ucraina, chiedendo la «fine quanto prima del conflitto armato» e l’apertura di negoziati di pace.
Il primo a morire in circostanze sospette a maggio 2022 è stato il miliardario Aleksander Subbotin (n. 1979), ex amministratore delegato di Lukoil, dopo essersi sottoposto, come d’abitudine, a un trattamento con veleno di rospo somministratogli da uno sciamano.
Il secondo a morire, a settembre 2022, è stato Ravil Ul’fatovič Maganov (n. 1954), tra i fondatori della Lukoil e poi presidente, «caduto» da una finestra del 6° piano dell’ospedale clinico centrale di Mosca, dove era ricoverato per un infarto.
Il terzo è stato Vladimir Ivanovič Nekrasov (n. 1957), presidente del consiglio d’amministrazione della Lukoil, morto il 24 ottobre 2023 per un’«insufficienza cardiaca acuta», come ha riportato la Tass.
Vari altri oligarchi russi sono morti in circostanze strane o sospette, come Aleksander Tjuljakov (n. 1961), vicedirettore generale del Gazprom Unified Settlement Center per la sicurezza aziendale, a febbraio 2022. Ad aprile, l’ex vicepresidente della Gazprom- bank, Vladislav Avaev (n. 1971): con la moglie Elena e la figlia Maria di 13 anni sono stati trovati morti in un appartamento di Mosca. Secondo la versione della polizia, Avaev avrebbe sparato alla moglie e alla figlia, e poi si sarebbe ucciso. Negli stessi giorni d’aprile, in una residenza turistica nella cittadina catalana di Lloret de Mar, l’ex dirigente della Novatek, Sergej Protosenja (n. 1976) è stato trovato impiccato, con la moglie finita a colpi d’ascia e la figlia a coltellate.
La lista continua ad allungarsi. A parte la stampa scandalistica - che ovviamente sguazza nella morìa per «sindrome da oligarca russo» - vi sono anche ricerche accurate che consentono di trarre conclusioni abbastanza attendibili sul comportamento dei servizi segreti nei confronti di quegli oligarchi che, per una o altra ragione, non si attengono alle regole del gioco. Come i «38 uomini d’affari e oligarchi russi vicini al Cremlino, morti in circostanze misteriose o sospette tra il 2014 e il 2017», secondo un’indagine condotta da USA Today.
Sconvolgente e rigorosa è l’analisi dell’ente pubblico radiotelevisivo olandese Nos - Nederlandse Omroep Stichting - giunta alla conclusione che dall’inizio del 2022 all’autunno del 2023 vi sono stati in Russia 48 decessi di milionari od oligarchi legati alle industrie del petrolio e del gas, avvenuti in circostanze poco chiare o sospette. L’elenco dei «cadaveri eccellenti» [consultabile anche on-line: https://en.wikipedia.org/wiki/Suspi- cious_deaths_of_Russian_businesspeople_(2022–2023)] è suddiviso per anni, con i relativi profili professionali, date, luoghi e circostanze della morte, includenti spiegazioni cliniche e testimoni presenti. Un’indagine seria che presenta risultati sbalorditivi: per il 2022 sono analizzati 27 decessi; per il 2023, 19 (incluso Prigožin).
I dati parlano chiaro e il lettore può trarre autonomamente la conclusione, per quanto brutale: il Fsb è un’istituzione «totale» al servizio di una dittatura spietata per la quale uccide, rapisce, avvelena. Insomma si tratta di un’associazione omicida, con unità speciali di assassini, come lo furono la Čeka, Gpu, Kgb ecc. In questi delitti, e nella copertura che viene data loro dalla stampa e dalle autorità giudiziarie, si ritrova identica la traccia lugubre e crudele, sadica e sinistra delle polizie criminali sovietiche, che hanno preceduto e rivivono nel Fsb.
Si dovrebbe aggiungere un’appendice sul ruolo dei servizi segreti russi nelle due guerre d’aggressione all’Ucraina (2014 e 2022 in corso). Ma ciò ci porterebbe sul terreno dello scontro tra eserciti in cui anche le agenzie poliziesche non possono che svolgere un ruolo militare, a loro modo. E non ci sono ragioni per supporre che i servizi ucraini compiano azioni qualitativamente diverse da quelle dei russi: à la guerre comme à la guerre...