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domenica 1 marzo 2020

Il virus dell'informazione

di Antonio Marchi
Cari di Utopia Rossa, la mia riflessione  non vuol essere in contrasto con quello che ha scritto Bernocchi, semplicemente l'avevo scritta e dato che siamo una comunità pensante, mi piace coinvolgervi.
Ogni giorno cerco di dedicare un po' di tempo all'informazione e lo faccio utilizzando diverse fonti. Ma in queste settimane la pazienza è messa a dura prova. C'è infatti solo una notizia, sempre quella. La psicosi collettiva. Il bollettino quotidiano dei contagi e dei morti. Le diatribe tra esperti e non. Le esternazioni di esponenti politici che cercano di cavalcare il fenomeno, patetici nelle loro mascherine o gretti nel cercare vittime sacrificali.

Nel mentre, ricevo messaggi di amici che - preoccupati dall'allarme mediatico che più rapido del virus attraversa i confini - mi chiedono se Daniele, io e la mia famiglia siamo sani e salvi. Lo siamo? 

Forse sì. Qui ed ora sì. Domani chissà (per scherzarci)

Questa bolla distopica in cui siamo finiti e fluttuiamo disorientati, è in qualche modo rassicurante, perché ci consente di non vedere altri pericoli, probabilmente più seri. Di non accorgerci di ciò che sta succedendo non molto distante da noi. Di dimenticarci del mondo là fuori. Qualche dato:  Morti per cononavirus nel mondo: 2.924.
Morti per coronavirus in Italia: 21.
“Prime pagine” sul coronavirus: innumerevoli.
Morti sul lavoro nel mondo nel 2019: oltre due milioni.
Morti sul lavoro in Italia nel 2019: oltre 1.400.
“Prime pagine” sulle morti bianche: nessuna.
Ci consente di non vedere che nel nord della Siria è in atto, in questi stessi giorni, forse la peggiore crisi umanitaria degli ultimi decenni, che colpisce molti civili, tra cui anche tantissimi bambini, vittime dei raid aerei o del freddo (30.000 vittime civili)
Di dimenticarci che in Africa è in corso un'enorme invasione di cavallette, che stanno mettendo in ginocchio diversi paesi, devastandone le coltivazioni. Quasi quattro milioni di bambini che vivono in Kenya, Etiopia e Somalia e che stanno già soffrendo la fame sono a rischio di ulteriori deprivazioni a causa dell’invasione degli sciami di questi insetti.
Di distogliere l'attenzione dal rapido scioglimento di ghiacciai e nevi di Artide e Antartide, dove si registrano in queste settimane le temperature più calde mai riscontrate (Al nord non piove più).
Assorbiti e ripiegati sulla micro-minaccia virtuale esercitata dal piccolo e terribile Covid-19, così potente da essere persino in grado di sopraffare la nostra dotazione minima di umanità verso altri membri della nostra stessa specie, siamo dunque esonerati dal preoccuparci e soprattutto dall'occuparci di catastrofi e pericoli dalle conseguenze probabilmente più durature ed estese, ma che nel presente immediato non sembrano disturbare il nostro benessere e la nostra tranquillità (né, soprattutto, quelli di chi ha in mano il governo della società in cui viviamo).




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