IN DUE LINGUE (Italiano, Inglese)
Carissime, carissimi…
Cosa si può dire di fronte al fatto che viviamo in un mondo ormai così disumano… dove anche il più superfluo dei capricci personali, il più piccolo interesse o tornaconto privato è sufficiente a farci ignorare completamente gli altri o a considerarli (soprattutto se poveri, o per qualche ragione diversi) solo con fastidio e con disprezzo…
Un egoismo gretto, diffuso, spesso gratuito, indotto, immotivato… che proviamo pure a giustificare invocando un banale e frainteso senso del quieto vivere… che poi si traduce nell’ancor meno nobile facciamoci gli affari nostri o nel chi ce lo fa fare…
Lo stesso senso cosiddetto comune che all’inizio di questo 2017, per evitare di bagnarsi i vestiti o di beccarsi un raffreddore, lascia annegare Pateh, un giovane migrante che per protesta s’era tuffato nel Canal Grande della fiorente Venezia, centro d’impareggiabile commercio, lo stesso canale dove attraccano lussuose navi da crociera… quasi a sottolineare la sanguinante contraddizione sociale nella quale viviamo…
Un egoismo indifferente che sempre più ci toglie la capacità di ragionare, di osservare le cose criticamente e allo stesso tempo di sentire, di provare sentimenti… alimentato com’è da un insieme di forze negative e reazionarie che hanno dato e danno linfa a un nuovo oscurantismo, che rischia di accecare le coscienze… fino al punto di non farci più vedere la realtà, la verità che si palesa gigantesca ai nostri occhi… E mentre ignoriamo la trave che li attraversa, ci facciamo in quattro per indicare e deplorare la pagliuzza in quelli degli altri…
Una realtà dove vengono addirittura promosse, attivate e agite (scientemente, e con cinismo e crudeltà inimmaginabili) politiche economiche e sociali, governi, accordi internazionali, patti criminali, fedi religiose, affari e risorse d’ogni genere, apparati di controllo e di potere, mezzi di comunicazioni di massa, manipolazione delle informazioni e del consenso, guerre e conflitti, forze dell’ordine ed eserciti… nientemeno che per negare il pane agli affamati, l’acqua agli assetati, il soccorso a chi è in pericolo di morte, una mano a chi è in difficoltà, una famiglia o una comunità agli orfani di tutto, la cura agli ammalati, una casa ai senza casa, la terra ai senza terra, la parola ai senza parola, la dignità e la vita stessa… Miseria della ricchezza!
Per non parlare di tutte le libertà e i diritti innegabili, sacrosanti per nascita, direi naturali, negati in ogni angolo di questo martoriato Pianeta…
E meno male che si voleva inserire nella Costituzione Europea (ammesso che sia vero, naturalmente) la comune “matrice cristiana” dei popoli europei! Chi sa di quali princìpi cristiani vanno blaterando certi cristiani! Chi mi conosce sa che sono ateo. Ma non serve essere, sentirsi o proclamarsi cristiani per sapere che Gesù Cristo avrebbe buttato all’aria tutte le vetrine dei negozi e tutte le bancarelle dei mercatini di Como!
Quella del sindaco di Como che nega il pasto ai senzatetto per non disturbare lo shopping natalizio degli agiati è solo una pustola infinitesimale che affiora alla pelle di un Sistema (sociale, politico, culturale ed economico; locale e globale; pubblico e privato) che non ha più nulla da dire, da promettere o da rivelare, se non la catastrofe umana e ambientale.
Un Sistema schiavo di una logica e di valori ormai insopportabili che non possono più essere accettati, senza abdicare come umani dall’Umanità…
Quindi, in occasione di questo fine anno e del nuovo anno, voglio solo augurarmi e augurare a tutti di riuscire a ricordarci chi e cosa siamo: uomini o caporali?, si chiedeva Totò. Di ricordarci che siamo figli, co-abitanti (insieme ad altre forme di vita) e cittadini di una sola Comunità (quella Umana), di una sola Terra, di un solo Mare e di un solo Cielo…
E che chiunque di noi, dotato di un minimo di consapevolezza, non può più restare indifferente, a osservare inoperoso lo scempio sistematico dell’Umanità e della Nostra Casa Comune.
Che non passi giorno senza provare a costruire concretamente l’Utopia (ognuno col suo genio e il suo cuore, con le sue capacità e la sua fantasia). Che non passi pensiero o progetto che non tenga conto degli altri. Che non si perda occasione per denunciare e lottare il sopruso, la disuguaglianza, l’ingiustizia, il pregiudizio e il razzismo, ovunque si presentino. Questo è l’augurio che faccio per questo fine 2017 e per il 2018.
Questo augurio lo faccio a me, a tutte le persone (compagne e compagni, amiche e amici, parenti, conoscenti, colleghi d’ogni tipo, persone incontrate lungo il faticoso cammino della vita, del lavoro e del cambiamento, degli ideali e dei sentimenti) con le quali ho condiviso anche solo un singolo istante o un’idea, e idealmente lo faccio a tutti: proviamo a trasformare il nostro pensiero, i nostri gesti, le nostre parole, le nostre scelte, i nostri atti, il nostro impegno, il nostro lavoro in azioni e relazioni rivoluzionarie! Foriere di cambiamento… semplicemente per riaffermare la nostra umanità, per muoverci verso un mondo migliore, per poterci nuovamente guardare allo specchio… senza sputarci addosso per la vergogna!
Che un rinnovato sentimento di fratellanza e di comunanza ci unisca contro questo nuovo oscurantismo! Che la gioia del vivere invada le nostri menti e i nostri cuori!
Auguro a tutti tutto il Bene possibile, e perché no? (torniamo a pensare in grande) anche quello che sembra impossibile! Buon fine Anno! Buon 2018!
Michele Zizzari (Castellammare di Stabia, 1958), poeta, autore, regista e interprete teatrale, è un artista poliedrico che fonda le radici nel sociale e nei movimenti culturali e politici del ‘77. Conduce attività creative e teatrali con studenti, giovani a rischio, disabili, pazienti psichiatrici, migranti e detenuti, per le quali ha elaborato e perfezionato un suo metodo d’intervento creativo in ambito sociale particolarmente efficace.
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