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mercoledì 5 luglio 2017

LIBRO SULLE «GENTI DI CALABRIA» di Pino Bertelli

È DA POCO USCITO NELLE LIBRERIE - EDITO DA SUONI & LUCI - IL VOLUME DI PINO BERTELLI GENTI DI CALABRIA. ATLANTE FOTOGRAFICO DI GEOGRAFIA UMANA (PP. 204, € 50,00), CONTENENTE OLTRE 200 IMMAGINI IN B/N E CORREDATO DA TESTI DI FRANCESCO MAZZA, PAOLA GRILLO, HUBERTUS VON AMELUNXEN, OLIVIERO TOSCANI, MAURIZIO REBUZZINI, LUIGI MARIA LOMBARDI SATRIANI, LUIGI LA ROSA E PINO BERTELLI.


GENTI DI CALABRIA, UN PROGETTO AMBIZIOSO…
www.gentidicalabria.it

Il Mediterraneo ha la propria tragicità solare che non è quella delle nebbie. Certe sere, sul mare, ai piedi delle montagne, cade la notte sulla curva perfetta d’una piccola baia e allora sale dalle acque silenziose un angosciante senso di pienezza.
In questi luoghi si può capire come i Greci abbiano sempre parlato della disperazione solo attraverso la bellezza e quanto essa ha di opprimente. In questa infelicità dorata la tragedia giunge al sommo. Invece la nostra epoca ha nutrito la propria disperazione nella bruttezza e nelle convulsioni.
Ecco perché l’Europa sarebbe ignobile, se mai il dolore potesse esserlo. Noi abbiamo esiliato la bellezza, i Greci per essa han preso le armi​.
(Albert Camus)

Niente paesaggi, niente cartoline di Calabria, nessuna composizione, solo figure umane attraverso le quali, dai più piccoli ai più grandi, raccontare la storia, lo splendore, la sofferenza, la ricchezza, la povertà e la speranza di una Terra meravigliosa che non deve rassegnarsi agli eventi ma costruire il proprio destino, appunto come quei volti parlanti ci suggeriscono.
Ad accompagnare il racconto di Pino si insinueranno tra le foto narrazioni di antropologi e studiosi di chiara fama che ci restituiranno un racconto avvincente, una testimonianza che possa rimanere ai nostri figli prima ancora che a noi che decidiamo di sostenere questo lavoro. La collaborazione di tutti i partecipanti al progetto è naturalmente gratuita.
Il progetto prevede anche la realizzazione di una mostra itinerante di 30/50 foto (da esporre in Italia e all’estero) e di un DVD.
Il libro, la mostra, il DVD e l’archivio delle immagini saranno a sostegno della cultura calabrese. A noi non interessa nulla della fotografia corrente, civile, impegnata, democratica, mercantile, amatoriale ecc.: ciò che importa per noi è lavorare sull’immaginario dal vero, raccontare l’uomo o la donna non per quello che si vedono, ma per quello che sono e per come stanno al mondo. Qualsiasi persona - qualsiasi diversità - ha diritto alla bellezza (anche perduta), ciò che importa è respingere dappertutto l’infelicità. E il diritto alla bellezza, quindi alla giustizia, non tiene conto né di un necessario successo né di un eventuale consenso… per la libertà, come per l’amore, non ci sono catene! La libertà (non solo in fotografia, ma anche nella vita) non si concede, ce la si prende! La bellezza è l’ultima fermata prima del paradiso in terra! La bellezza seppellirà tutti, ma con grazia. Con queste idee in testa (e altri canti di fraternità radicale) vorremmo fare GENTI DI CALABRIA.

LA RICERCA DELLA BELLEZZA
Oliviero Toscani

Le immagini non sono altro che accumulo di situazioni, volti, paesaggi, oggetti: se parlano di tragedie è meglio rimuoverle invece di guardarle con l’impegno con cui si guarda la pittura antica, per soddisfare anche quell’emozione estetica di cui continuiamo, nonostante tutto, ad avere bisogno.
La tensione verso la bellezza è una necessità epidermica: fa parte del progetto umano. È un’esigenza di sopravvivenza. Per queste ragioni la ricerca della bellezza di Pino Bertelli, come per Pier Paolo Pasolini, è un profondo progetto umano ed artistico che indaga sulla sensibilità degli sguardi umani… La ricerca della bellezza in una tragedia umana e sociale è il risultato estremo che Pino Bertelli ha creato e realizzato in modo eccelso. Queste immagini dei volti, degli sguardi, della dignità di questi esseri umani sospesi in un’espressione di attesa di un futuro migliore, quindi della bellezza della speranza umana, ci fa sperare positivamente.
Bertelli è riuscito a realizzare, in questo libro, la ricerca di questa speciale bellezza in modo emozionante, insegnandoci questo esercizio che tutti noi dovremmo fare costantemente, ogni giorno, nel nostro quotidiano; scovare la bellezza nelle tragedie può esserci di aiuto per fortificare il nostro ottimismo e quello della società che ci circonda, invece di accettare di vivere soffocati dalla paura; che ormai è l’emozione che ha preso il sopravvento nella vita di tutti noi.
Abbiamo bisogno di questo ottimismo generato dalla forza di questa bellezza, che ci aiuta ad affrontare la realtà più degradata, quell’ottimismo che ci permette di continuare a vivere, mentre il mondo intorno a noi sembra crollare.

Pino Bertelli è nato in una città-fabbrica della Toscana, tra Il mio corpo ti scalderà e Roma città aperta. Dottore in niente, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema e fotografia. I suoi lavori sono affabulati su tematiche della diversità, dell’emarginazione, dell’accoglienza, della migrazione, della libertà, dell’amore dell’uomo per l’uomo come utopia possibile. È uno dei punti centrali della critica radicale neo-situazionista italiana.
Nel 1993 il regista tedesco Jürgen Czwienk ha girato un documentario sulla vita politica e l’opera fotografica di Pino Bertelli, Fotografare con i piedi. Il regista Bruno Tramontano ha realizzato un cortometraggio, Adoro solo l’oscurità e le ombre, tratto dal suo libro Cinema e diversità 1895-1987: storie di svantaggio sul telo bianco. Mascheramento, mercificazione, autenticità - il pittore Fiormario Cilvini ne ha illustrato il testo in una cartella di 18 disegni a colori e una scultura.
I suoi scritti sono tradotti in diverse lingue. La statunitense International Writers Association l’ha riconosciuto scrittore dell’anno 1995 per la «non-fiction». Nel 1997 i suoi ritratti pasoliniani di fotografia di strada sono esposti (unico fotografo) in una mostra - Le figure delle passioni - con 16 maestri d’arte a Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno [Pier Paolo Pasolini, maestro e amico, gli ha regalato la sua prima macchina fotografica quando aveva quindici anni]. È direttore responsabile della rivista di critica radicale Tracce, del giornale online Stile libero e direttore editoriale della casa editrice TraccEdizioni. Collabora con Le Monde diplomatique, FOTOgraphia, Sicilia libertaria e altre testate.
Nel 1999 ha ricevuto il premio Castiglioncello per la fotografia sociale e nel 2004 il Premio Internazionale Orvieto per il miglior libro di reportage, Chernobyl. Ritratti dall’infanzia contaminata. Nel 2014 l’Associazione di bioarchitettura BACO gli ha assegnato il Premio Internazionale Vittorio Giorgini. Nel 2008 Alessandro Allaria gli ha dedicato - per la televisione tedesca - un reportage, Pino Bertelli. Il fotografo e le donne di Napoli. Nel 2014 a Buenos Aires il regista Antonio Manco ha realizzato Pino Bertelli. Ritratto di un fotografo di strada, prodotto dal Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli e Buenos Aires. I suoi fotoritratti si trovano in gallerie internazionali, musei, accademie e collezioni private.
L’Archivio Internazionale di Fotografia Sociale di Pino Bertelli è curato dalla documentalista Paola Grillo (paolapieragrillo@gmail.com). Una parte del suo archivio fotografico è depositata all’Università di Parma. La mostra fotografica Ferro, Fuoco, Terra! 50 anni di lavoro in Maremma si trova al MAGMA (Museo delle Arti in Ghisa nella Maremma) di Follonica. Una selezione delle sue fotografie è presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Nel 2011 la sua opera Contro tutte le guerre è stata esposta alla Mostra d’Arte Biennale di Venezia, e adesso si trova presso la Galleria degli Uffizi.
Fa parte di Reporters sans frontières.

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