La primera misión de un intelectual revolucionario es buscar y
decir la verdad. Aunque esa verdad sea molesta o dolorosa. Humberto
dedicó muchos esfuerzos a esta verdad. Y nos restituyó una imagen
del Che hecha persona de carne y sangre con toda su grandeza y también con
todas sus debilidades. Nos dejó un balance de la epopeya boliviana sin falsos
oropeles, pero con hombres que dieron sus vida por un ideal que era de Humberto
y que también es el nuestro.
Mucho aprendimos de los libros de Humberto. Las enseñanzas que deja la
guerrilla boliviana sirven a todos los latinoamericanos para no cometer los
mismos errores. Sirven también para templar el animo recordando el coraje y la
fe de los que en ella combatieron.
Humberto trasmitía esa
experiencia, sus vastos conocimiento con la modestia y la paciencia de los
verdaderos enseñantes, siempre con la
convicción de decir la verdad.
Eso le trajo el rechazo de los que se sintieron molestos por esa
verdad, pero le proporcionó la admiración y la gratitud de los que tuvimos el
gusto y el honor de conocerlo.
Chau Humberto.
Alfredo Helman
(Argentina/Italia)
* * * * *
Caro
Roberto,
Faça chegar
à família do Humberto meus sentimentos. Conheci o Humberto uns 15 anos
atrás, em Santa Cruz, Bolívia. Foi meu único encontro com ele. Mas
guardo ótimas recordações. Era um homem de valor. Uma lástima
mesmo. Minha força à família.
Grande
abraço.
Luiz Bernardo Pericás
* * * * *
Roberto, la notizia mi rattrista e mi addolora, il mio primo pensiero va a Lola; mi sento un privilegiato per aver avuto l'opportunità di incontrare lei e Humberto (pur avendoci parlato, solo adesso me ne rendo conto appieno, troppo poco), prima a Jesi e poi ad Alessandria. Hasta siempre, Humberto…
Marco De Martin
(Auronzo di Cadore)
* * * * *
Caro Roberto,
la notte tra il 1 e il 2 maggio mi sono svegliato alle 2.30 e non
riuscivo più a dormire, come spesso mi capita, anche se mai così presto. Ho
acceso d’istinto il computer e ho trovato una mail di Diego Cano con la brutta
notizia della partenza di Humberto per altre battaglie. Anche se non l’ho
conosciuto personalmente, sapevo da molti di voi della sua qualità umana,
qualità che si rifletteva anche sulla suo opera di ricercatore, scrittore e
intellettuale vero. Conserverò gelosamente i suoi libri, che aveva provveduto a
farmi arrivare tramite degli amici.
Ciao, Humberto! Salutami tanto Ernesto…
Enzo
Valls
(Santa Fe, Argentina)
* * * * *
Sono incredulo e arrabbiato. Stento a crederci. Rileggo nuovamente
il commovente comunicato di Roberto per convincermi della
terribile notizia: Humberto è morto. Costernato e affranto, nel
fare mio (con Alba, Daniele e Marta) il comunicato di Roberto, mi sento
vicino al dolore di Lola sua amabile compagna di vita.
Sono onorato del privilegio di averlo conosciuto, di essere
stato partecipe dei suoi trascorsi di guerrigliero e della sua storia
di militante rivoluzionario raccontati nel caldo privato di una
birreria, a casa e all'università di Trento al cospetto di tanti studenti
in due partecipate assemblee.
Humberto apparteneva al piccolo cerchio degli immortali. Per
questo la sua "fuga" mi stupisce. È una grave perdita per tutti
noi di Utopia Rossa.
Quando se ne va un immortale, interrogo subito le stelle: ci
saranno altri "maestri" in grado di confortarci?
Humberto ci lascia orfani, in sintonia inquieta con questo tempo
di egoismi senza storia e con quella coscienza di immortalità che non
ha bisogno né di eredi né di apostoli.
Hasta siempre.
Un caloroso abbraccio da parte di Alba e mio a Lola.
Antonio
Marchi
(Trento)
* * * * *
Che la terra ti sia lieve, compagno Humberto!!
Hasta siempre.
Ricky Vinciguerra
(Alessandria)
* * * * *
Sapevo dei problemi di salute di Humberto, ma mi sembrava impossibile
che la sua vita fosse davvero in pericolo. Provo così un grandissimo dolore per
la sua scomparsa, un vuoto che non potrà essere colmato. Era un uomo gentile,
buono, con una sua straordinaria dignità, oltre ad essere stato un guerrigliero
e un intellettuale che ha posto l'esperienza del Che e lo studio critico della
vicenda boliviana al centro della sua vita di militante rivoluzionario e della
sua riflessione di studioso, sempre appassionato e integro. Con lui muore uno
degli ultimi protagonisti di quegli anni straordinari, ma anche un uomo che ha
sempre portato avanti le sue idee con coraggio e onestà, insegnandoci a
guardare al Che oltre il mito e la demagogia. Se oggi possiamo ripensare alla
meteora rivoluzionaria rappresentata da Guevara con sguardo appassionato e
lucido, scevro da inutili orpelli osannatori, lo dobbiamo soprattutto a
Humberto, alla sua capacità critica, alla sua riflessione umana e politica su
un pezzo di storia rivoluzionaria che lo ha visto direttamente in trincea.
Di lui ricordo lo sguardo attento e limpido, il linguaggio chiaro e
semplice, ma sempre straordinariamente illuminante. La sua umanità timida, la
sua riservatezza. Averlo conosciuto e aver potuto tradurre un suo testo
importante sulla vicenda boliviana (La guerriglia del Che in Bolivia) mi onora
e mi fa sentire se possibile ancora di più il vuoto per la sua scomparsa. Il mio
pensiero e il mio abbraccio va a Lola, la sua compagna.
Hasta siempre Humberto!
Antonella
Marazzi
(Bolsena)
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Two or three years ago Humberto very generously gave me warm
welcome, food and lodging for the few days I spent in Bolivia, and his company
on a trip from Santa Cruz to La Higuera, accompanied by his "seeing
eye" assistant. He suggested to our driver that we stop at El Fuerte,
an amazing pre-Incan archeological site near Samapaita, famous for this as
well as the transient visit of Che Guevara in search of medicines. I was
much saddened at his inabilty to see enough to make wandering around La
Higuera and El Fuerte worth the effort; patiently, uncomplainingly, he
waited until I had finished looking and asking. He also arranged for
his assistant to help me to an agency in Santa Cruz to get a ticket
onwards to Lima. Particularly valuable to my research was his showing me
some rare footage from documentaries about Che.
I do hope he died in peace, that very brave man who had known
and researched so many horrors in his country. He should be
especially honored there, as a writer and combatant, for his role in
preserving Che. If Che came to me in a dream last night, for the second
time in my life, was this in reaction to news of Humberto's death? (...)
You, too, Humberto, are an angel of resurrection. And I am
particularly happy to be putting the cover of your last book on Che, Dogmas y Herejias,
into my ChesuChristo book,
which is all about resurrection.
David
Kunzle
(Los Angeles)
* * * * *
Caro Roberto,
mi dai una notizia terribile. Ricordo bene le nostre chiacchierate
con Humberto. Con lui avevo anche la passione per Stoccolma. E' una
perdita incolmabile. Un abbraccio a tutti i compagni che lo piangono. Hasta
la victoria.
Aldo
Garzia
(Roma)
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Cari compagni,
l'amore per la verità in senso assoluto e in
particolare per la verità storica e politica è ciò che Humberto ci lascia a noi
tutti. In nome della verità non ha fatto sconti a nessuno, non ha mai al
ribasso fatto compromessi per entrare nelle grazie di qualche personalità o
governo, ha avuto il merito della coerenza nel difendere le proprie idee e ha
lottato sino alla fine come un leone contro il male che lo ha portato alla
morte. Humberto è stato un esempio sul come gli uomini veri si debbono
comportare nei confronti delle avversità della vita, sul come trattare le
vittorie e soprattutto le sconfitte, sul come tenere sempre la barra dritta sui
valori universali della fratellanza dei popoli ed è stato un interprete
fantastico del pensiero di Guevara sull'etica della politica difendendo sempre
la verità qualunque essa sia.
Arrivederci da un'altra parte del mondo.
Andrea Furlan
(Roma)
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Cari compagni.
Ernesto Che Guevara ha lottato con coerenza di pensiero e azione per
cambiare la geografia e la preistoria del mondo. Voleva farci avvicinare al
momento in cui passeremo dalla preistoria alla storia. Non è riuscito
nell’impresa, ma ha dato l’esempio, ha indicato il cammino. Un giorno altre due
gambe sosterranno altri due polmoni e riprenderanno il cammino interrotto a La
Higuera.
Alla fine di quel cammino forse non esisteranno più Cuba, Bolivia,
America del sud, Stati Uniti, Cina, Europa, etc, ma semplicemente un mondo
senza stati.
Il Che ha sognato in grande, ha sognato un mondo migliore, ha sognato
la fine dell’utopia, ma ha fatto molti errori nella sua azione. Humberto ci ha
aiutati a comprendere quegli errori.
Un giorno nessuno utilizzerà più il pensiero e la azione del Che per
guadagnare denaro né nessuno lo adorerà più come un mitico dio. Quel giorno a
tutti sarà perfettamente chiaro che Humberto ha aiutato il Che con tutto sé
stesso, senza nessun personale interesse e senza adorarne il mito. Finché il
Che è stato vivo lo ha aiutato operativamente, poi ha continuato a aiutarlo
studiandone e criticandone gli errori. Anche per Humberto l’unico scopo era la
lotta per un mondo migliore.
Chi ripartirà da La Higuera per intraprendere il cammino finale verso
la fine della preistoria porterà nello zaino anche i libri di Humberto. Io non
sarò presente nel giorno della fine di quel cammino, perché quel giorno non è
lontano ma neppure tanto vicino che io lo possa vedere. Però so già fino da ora
che quello zaino conterrà anche le ceneri di Humberto che saranno portate fino
a Santa Clara per essere depositate definitivamente accanto a quelle del Che.
Ricordo Humberto con tutto l’affetto del mondo.
Roberto
Porfiri
(Roma)
* * * * *
Humberto Vázquez Viaña ha fallecido. En los últimos años, casi
completamente ciego completó su trabajo documental y testimonial sobre la
Guerrilla del Che en Bolivia, con tal premura que es de suponer presentía que
le quedaba poco tiempo.
Vazquez Viaña, era hijo del insigne historiador boliviano Humberto
Vázquez Machicado y hermano de Jorge “Loro” Vázquez, guerrillero capturado y
asesinado por las Fuerzas Armadas. Estuvo relacionado directamente con el
proyecto guerrillero, cumplió tareas en el aparato urbano y fue miembro del
Ejército de Liberación Nacional (ELN) hasta poco después de la muerte de
“Inti”. Refugiado político en Suecia, estudió sociología y realizó un
conjunto de investigaciones y estudios sobre lo que fue la pasión de toda su
vida: establecer la verdad histórica de los sucesos guerrilleros de 1967,
descubrir sus entretelones y encontrarles un sentido.
Despúes de varios “adelantos” de sus obras, presentó el año 2000 su
libro Una guerrilla par a el Che. Ocho años después hizo una segunda edición con varias modificaciones y
con la inclusión de nuevos anexos.
El año 2011 entregó, lo que podría considerarse la culminación de sus
investigaciones: Dogmas y
herejías en la guerrilla del Che. En 2012, entre mayo y junio, el autor volvió a
sorprendernos con tres nuevas publicaciones prácticamente simultáneas, todas de
Heterodoxia y Editorial El País de Santa Cruz de la Sierra: Cambas, Collas y Chiriguanos en la guerrilla del Che, mayo
de 2012. 93 p. Del Churo a Teoponte. El traumático nacimiento del nuevo ELN, mayo
de 2012. 225 p. “Mi
campaña junto al Che” atribuido a Inti Peredo, es una falsificación, junio
de 2012. 165 p.
La característica de estos tres libros es que son reelaboraciones
de textos anteriores, muy poco difundidos, a los que se les hizo algunas
adaptaciones y/o actualizaciones.
[...] En síntesis, tres publicaciones muy valiosas por su sólido aporte
testimonial y documental, un digno cierre al monumental aporte de Humberto
Vázquez Viaña a la historia contemporánea de Bolivia y América Latina. Sus
interpretaciones y conclusiones pueden ser discutibles, pues abordan temas
abiertos a la polémica, pero en nada ponen en duda la importancia de su obra.
Carlos
Soria Galvarro
(La Paz)
* * * * *
¿Qué hacer cuando alguien al cual le une una estima enorme deja este
mundo? Me parece un buen homenaje reivindicar sus cosas positivas, sus luchas y
recuperar su legado, que en este caso creo que habría sido uno de sus mayores
deseos. Lamentablemente ayer, 1 de mayo de 2013, falleció Humberto Vázquez
Viaña. Militante político, escritor, participante de la red urbana del ELN del
Che Guevara en Bolivia, y fundamentalmente un permanente crítico de todo lo
existente. Nadie se ha atrevido a escribir como él, de manera heterodoxa, como
él mismo definía sus escritos, sobre el Che Guevara y su experiencia boliviana.
Polemizó con todos de manera abierta y franca, como los que saben que gran
parte de su relato corre con la verdad de su lado. Abrió las puertas de su casa
en Santa Cruz de la Sierra para todo aquel que sin prejuicios y con actitud de honestidad intelectual quisiera
debatir sobre el más importante suceso revolucionario de nuestra historia
reciente latinoamericana. Muchos colegas historiadores bolivianos y argentinos
recogieron su guante y siguen las líneas que él trazó. No en vano ha sido
atacado por esa posición sobre los porqués de esa heterodoxia, el papel concreto
en la guerrilla, la falta de fuerza de la red urbana, sus fuertes críticas al
papel de Cuba, sus alianzas y apoyos políticos recientes, su crítica a la
fuerza y estrategia que supo tener el guevarismo, y la vinculación con la
conexión “alemana”. Todas estas críticas flotan en el aire delante del enorme
esfuerzo intelectual frente a la estatura mitológica interesada que se ha
sabido construir del más importante revolucionario reciente, frente al Che.
Humberto escribió un libro original que se publicó recién en el año 2000 “Una
guerrilla para el Che” el cual es la guía de sus otros trabajos. Publicó más recientemente “Dogmas y herejías
de la guerrilla del Che”, “Mi campaña junto al Che, atribuido a Inti Peredo es
una falsificación”, “Cambas collas y Chiriguanos en la guerrilla del Che”, y
“Del Churo a Teoponte. El traumático nacimiento del nuevo ELN”, todos encarando
la polémica y el debate. Su hermano Jorge Vázquez Viaña (El Loro) participante
de la guerrilla del Che, fue otro de los asesinados por los militares
bolivianos, quienes lo habían capturado vivo.
Su obra intelectual falta todavía ser debatida de forma pública más
allá del pequeño circuito de iniciados en estos temas. Ese sería su mejor
homenaje.
Diego Cano
(Buenos
Aires)
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