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martedì 7 maggio 2013

HUMBERTO – IN MEMORIAM

La primera misión de un intelectual revolucionario es buscar y decir la verdad. Aunque esa verdad sea molesta o dolorosa. Humberto dedicó muchos esfuerzos  a esta verdad. Y nos restituyó una imagen del Che hecha persona de carne y sangre con toda su grandeza y también con todas sus debilidades. Nos dejó un balance de la epopeya boliviana sin falsos oropeles, pero con hombres que dieron sus vida por un ideal que era de Humberto y que también es el nuestro.
Mucho aprendimos de los libros de Humberto. Las enseñanzas que deja la guerrilla boliviana sirven a todos los latinoamericanos para no cometer los mismos errores. Sirven también para templar el animo recordando el coraje y la fe de los que en ella combatieron.
Humberto trasmitía esa experiencia, sus vastos conocimiento con la modestia y la paciencia de los verdaderos enseñantes, siempre con la convicción de decir la verdad.
Eso le trajo el  rechazo de los que se sintieron molestos por esa verdad, pero le proporcionó la admiración y la gratitud de los que tuvimos el gusto y el honor de conocerlo.
Chau Humberto.

Alfredo Helman
(Argentina/Italia)

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Caro Roberto,
Faça chegar à família do Humberto meus sentimentos. Conheci o Humberto uns 15 anos atrás, em Santa Cruz, Bolívia. Foi meu único encontro com ele. Mas guardo ótimas recordações. Era um homem de valor. Uma lástima mesmo. Minha força à família.
Grande abraço.

Luiz Bernardo Pericás
(São Paulo)

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Roberto, la notizia mi rattrista e mi addolora, il mio primo pensiero va a Lola; mi sento un privilegiato per aver avuto l'opportunità di incontrare lei e Humberto (pur avendoci parlato, solo adesso me ne rendo conto appieno, troppo poco), prima a Jesi e poi ad Alessandria. Hasta siempre, Humberto…

Marco De Martin
(Auronzo di Cadore)

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Caro Roberto,
la notte tra il 1 e il 2 maggio mi sono svegliato alle 2.30 e non riuscivo più a dormire, come spesso mi capita, anche se mai così presto. Ho acceso d’istinto il computer e ho trovato una mail di Diego Cano con la brutta notizia della partenza di Humberto per altre battaglie. Anche se non l’ho conosciuto personalmente, sapevo da molti di voi della sua qualità umana, qualità che si rifletteva anche sulla suo opera di ricercatore, scrittore e intellettuale vero. Conserverò gelosamente i suoi libri, che aveva provveduto a farmi arrivare tramite degli amici.
Ciao, Humberto! Salutami tanto Ernesto…

Enzo Valls
(Santa Fe, Argentina)

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Sono incredulo e arrabbiato. Stento a crederci. Rileggo nuovamente il commovente comunicato di Roberto per convincermi della terribile notizia: Humberto è morto. Costernato e affranto, nel fare mio (con Alba, Daniele e Marta) il comunicato di Roberto, mi sento vicino al dolore di Lola sua amabile compagna di vita.
Sono onorato del privilegio di averlo conosciuto, di essere stato partecipe dei suoi trascorsi di guerrigliero e della sua storia di militante rivoluzionario raccontati nel caldo privato di una birreria, a casa e all'università di Trento al cospetto di tanti studenti in due partecipate assemblee.
Humberto apparteneva al piccolo cerchio degli immortali. Per questo la sua "fuga" mi stupisce. È una grave perdita per tutti noi di Utopia Rossa.
Quando se ne va un immortale, interrogo subito le stelle: ci saranno altri "maestri" in grado di confortarci?
Humberto ci lascia orfani, in sintonia inquieta con questo tempo di egoismi senza storia e con quella coscienza di immortalità che non ha bisogno né di eredi né di apostoli.
Hasta siempre.
Un caloroso abbraccio da parte di Alba e mio a Lola.

Antonio Marchi
(Trento)

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Che la terra ti sia lieve, compagno Humberto!!
Hasta siempre.

Ricky Vinciguerra
(Alessandria)

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Sapevo dei problemi di salute di Humberto, ma mi sembrava impossibile che la sua vita fosse davvero in pericolo. Provo così un grandissimo dolore per la sua scomparsa, un vuoto che non potrà essere colmato. Era un uomo gentile, buono, con una sua straordinaria dignità, oltre ad essere stato un guerrigliero e un intellettuale che ha posto l'esperienza del Che e lo studio critico della vicenda boliviana al centro della sua vita di militante rivoluzionario e della sua riflessione di studioso, sempre appassionato e integro. Con lui muore uno degli ultimi protagonisti di quegli anni straordinari, ma anche un uomo che ha sempre portato avanti le sue idee con coraggio e onestà, insegnandoci a guardare al Che oltre il mito e la demagogia. Se oggi possiamo ripensare alla meteora rivoluzionaria rappresentata da Guevara con sguardo appassionato e lucido, scevro da inutili orpelli osannatori, lo dobbiamo soprattutto a Humberto, alla sua capacità critica, alla sua riflessione umana e politica su un pezzo di storia rivoluzionaria che lo ha visto direttamente in trincea.
Di lui ricordo lo sguardo attento e limpido, il linguaggio chiaro e semplice, ma sempre straordinariamente illuminante. La sua umanità timida, la sua riservatezza. Averlo conosciuto e aver potuto tradurre un suo testo importante sulla vicenda boliviana (La guerriglia del Che in Bolivia) mi onora e mi fa sentire se possibile ancora di più il vuoto per la sua scomparsa. Il mio pensiero e il mio abbraccio va a Lola, la sua compagna.
Hasta siempre Humberto!

Antonella Marazzi
(Bolsena)

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Two or three years ago Humberto very generously gave me warm welcome, food and lodging for the few days I spent in Bolivia, and his company on a trip from Santa Cruz to La Higuera, accompanied by his "seeing eye" assistant. He suggested to our driver that we stop at El Fuerte, an amazing pre-Incan archeological site near Samapaita, famous for this as well as the transient visit of Che Guevara in search of medicines. I was much saddened at his inabilty to see enough to make wandering around La Higuera and El Fuerte worth the effort; patiently, uncomplainingly, he waited until I had finished looking and asking. He also arranged for  his assistant to help me to an agency in Santa Cruz to get a ticket onwards to Lima. Particularly valuable to my research was his showing me some rare footage from documentaries about Che.
I do hope he died in peace, that very brave man who had known and researched so many horrors in his country. He should be especially honored there, as a writer and combatant, for his role in preserving Che. If Che came to me in a dream last night, for the second time in my life, was this in reaction to news of Humberto's death? (...)
You, too, Humberto, are an angel of resurrection. And I am particularly happy to be putting the cover of your last book on Che, Dogmas y Herejias,
into my ChesuChristo book, which is all about resurrection.

David Kunzle
(Los Angeles)

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Caro Roberto,
mi dai una notizia terribile. Ricordo bene le nostre chiacchierate con Humberto. Con lui avevo anche la passione per Stoccolma. E' una perdita incolmabile. Un abbraccio a tutti i compagni che lo piangono. Hasta la victoria.

Aldo Garzia
(Roma)

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Cari compagni,
l'amore per la verità in senso assoluto e in particolare per la verità storica e politica è ciò che Humberto ci lascia a noi tutti. In nome della verità non ha fatto sconti a nessuno, non ha mai al ribasso fatto compromessi per entrare nelle grazie di qualche personalità o governo, ha avuto il merito della coerenza nel difendere le proprie idee e ha lottato sino alla fine come un leone contro il male che lo ha portato alla morte. Humberto è stato un esempio sul come gli uomini veri si debbono comportare nei confronti delle avversità della vita, sul come trattare le vittorie e soprattutto le sconfitte, sul come tenere sempre la barra dritta sui valori universali della fratellanza dei popoli ed è stato un interprete fantastico del pensiero di Guevara sull'etica della politica difendendo sempre la verità qualunque essa sia.
Arrivederci da un'altra parte del mondo.

Andrea Furlan
(Roma)  
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Cari compagni.
Ernesto Che Guevara ha lottato con coerenza di pensiero e azione per cambiare la geografia e la preistoria del mondo. Voleva farci avvicinare al momento in cui passeremo dalla preistoria alla storia. Non è riuscito nell’impresa, ma ha dato l’esempio, ha indicato il cammino. Un giorno altre due gambe sosterranno altri due polmoni e riprenderanno il cammino interrotto a La Higuera.
Alla fine di quel cammino forse non esisteranno più Cuba, Bolivia, America del sud, Stati Uniti, Cina, Europa, etc, ma semplicemente un mondo senza stati.
Il Che ha sognato in grande, ha sognato un mondo migliore, ha sognato la fine dell’utopia, ma ha fatto molti errori nella sua azione. Humberto ci ha aiutati a comprendere quegli errori.
Un giorno nessuno utilizzerà più il pensiero e la azione del Che per guadagnare denaro né nessuno lo adorerà più come un mitico dio. Quel giorno a tutti sarà perfettamente chiaro che Humberto ha aiutato il Che con tutto sé stesso, senza nessun personale interesse e senza adorarne il mito. Finché il Che è stato vivo lo ha aiutato operativamente, poi ha continuato a aiutarlo studiandone e criticandone gli errori. Anche per Humberto l’unico scopo era la lotta per un mondo migliore.
Chi ripartirà da La Higuera per intraprendere il cammino finale verso la fine della preistoria porterà nello zaino anche i libri di Humberto. Io non sarò presente nel giorno della fine di quel cammino, perché quel giorno non è lontano ma neppure tanto vicino che io lo possa vedere. Però so già fino da ora che quello zaino conterrà anche le ceneri di Humberto che saranno portate fino a Santa Clara per essere depositate definitivamente accanto a quelle del Che.
Ricordo Humberto con tutto l’affetto del mondo.

Roberto Porfiri
(Roma)
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Humberto Vázquez Viaña ha fallecido. En los últimos años,  casi completamente ciego completó su trabajo documental y testimonial sobre la Guerrilla del Che en Bolivia, con tal premura que es de suponer presentía que le quedaba poco tiempo.
Vazquez Viaña, era hijo del insigne historiador boliviano Humberto Vázquez Machicado y hermano de Jorge “Loro” Vázquez, guerrillero capturado y asesinado por las Fuerzas Armadas. Estuvo relacionado directamente con el proyecto guerrillero, cumplió tareas en el aparato urbano y fue miembro del Ejército de Liberación Nacional (ELN) hasta poco después de la muerte de “Inti”.  Refugiado político en Suecia, estudió sociología y realizó un conjunto de investigaciones y estudios sobre lo que fue la pasión de toda su vida: establecer la verdad histórica de los sucesos guerrilleros de 1967, descubrir sus entretelones y encontrarles un sentido.
Despúes de varios “adelantos” de sus obras, presentó el año 2000 su libro Una guerrilla par a el Che. Ocho años después hizo una segunda edición con varias modificaciones y con la inclusión de nuevos anexos.
El año 2011 entregó, lo que podría considerarse la culminación de sus investigaciones: Dogmas y herejías en la guerrilla del Che. En 2012, entre mayo y junio, el autor volvió a sorprendernos con tres nuevas publicaciones prácticamente simultáneas, todas de Heterodoxia y Editorial El País de Santa Cruz de la Sierra: Cambas, Collas y Chiriguanos en la guerrilla del Che, mayo de 2012. 93 pDel Churo a Teoponte. El traumático nacimiento del nuevo ELN, mayo de 2012. 225 p.  “Mi campaña junto al Che” atribuido a Inti Peredo, es una falsificación, junio de 2012. 165 p.
La característica de estos tres libros es que son reelaboraciones de textos anteriores, muy poco difundidos, a los que se les hizo algunas adaptaciones y/o actualizaciones.
[...] En síntesis, tres publicaciones muy valiosas por su sólido aporte testimonial y documental, un digno cierre al monumental aporte de Humberto Vázquez Viaña a la historia contemporánea de Bolivia y América Latina. Sus interpretaciones y conclusiones pueden ser discutibles, pues abordan temas abiertos a la polémica, pero en nada ponen en duda la importancia de su obra.

Carlos Soria Galvarro
(La Paz)
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¿Qué hacer cuando alguien al cual le une una estima enorme deja este mundo? Me parece un buen homenaje reivindicar sus cosas positivas, sus luchas y recuperar su legado, que en este caso creo que habría sido uno de sus mayores deseos. Lamentablemente ayer, 1 de mayo de 2013, falleció Humberto Vázquez Viaña. Militante político, escritor, participante de la red urbana del ELN del Che Guevara en Bolivia, y fundamentalmente un permanente crítico de todo lo existente. Nadie se ha atrevido a escribir como él, de manera heterodoxa, como él mismo definía sus escritos, sobre el Che Guevara y su experiencia boliviana. Polemizó con todos de manera abierta y franca, como los que saben que gran parte de su relato corre con la verdad de su lado. Abrió las puertas de su casa en Santa Cruz de la Sierra para todo aquel que sin prejuicios y con  actitud de honestidad intelectual quisiera debatir sobre el más importante suceso revolucionario de nuestra historia reciente latinoamericana. Muchos colegas historiadores bolivianos y argentinos recogieron su guante y siguen las líneas que él trazó. No en vano ha sido atacado por esa posición sobre los porqués de esa heterodoxia, el papel concreto en la guerrilla, la falta de fuerza de la red urbana, sus fuertes críticas al papel de Cuba, sus alianzas y apoyos políticos recientes, su crítica a la fuerza y estrategia que supo tener el guevarismo, y la vinculación con la conexión “alemana”. Todas estas críticas flotan en el aire delante del enorme esfuerzo intelectual frente a la estatura mitológica interesada que se ha sabido construir del más importante revolucionario reciente, frente al Che. Humberto escribió un libro original que se publicó recién en el año 2000 “Una guerrilla para el Che” el cual es la guía de sus otros trabajos.  Publicó más recientemente “Dogmas y herejías de la guerrilla del Che”, “Mi campaña junto al Che, atribuido a Inti Peredo es una falsificación”, “Cambas collas y Chiriguanos en la guerrilla del Che”, y “Del Churo a Teoponte. El traumático nacimiento del nuevo ELN”, todos encarando la polémica y el debate. Su hermano Jorge Vázquez Viaña (El Loro) participante de la guerrilla del Che, fue otro de los asesinados por los militares bolivianos, quienes lo habían capturado vivo.
Su obra intelectual falta todavía ser debatida de forma pública más allá del pequeño circuito de iniciados en estos temas. Ese sería su mejor homenaje.

Diego Cano
(Buenos Aires)

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