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mercoledì 22 febbraio 2023

Ucraina 23: NOI DICIAMO: GUERRA ALLA GUERRA!

Movimento socialista russo


Multilingue: ITALIANO - УКРАЇНСЬКА МОВА - FRANÇAIS - ESPAÑOL - DEUTSCH - PORTUGUÊS


Da un anno il regime di Vladimir Putin sta uccidendo ucraine e ucraini, manda a morte centinaia di migliaia di russi e minaccia il mondo con armi nucleari in nome del folle obiettivo di restaurare il suo impero. Per noi, donne e uomini della Russia che ci opponiamo all'aggressione e alla dittatura di Putin è stato un anno di orrore e vergogna per i crimini di guerra commessi quotidianamente in nostro nome.

Nel primo anniversario di questa guerra, chiamiamo tutti e tutte coloro che desiderano la pace a partecipare a manifestazioni e raduni contro l'invasione di Putin. Purtroppo non tutte le manifestazioni "per la pace" che si svolgeranno il prossimo fine settimana saranno azioni di solidarietà con l'Ucraina. Gran parte della sinistra occidentale non comprende la natura di questa guerra e sostiene il compromesso con il putinismo. Abbiamo scritto questa dichiarazione per aiutare i nostri compagni all'estero a comprendere la situazione e a prendere la giusta posizione.

Una guerra controrivoluzionaria

Alcuni scrittori occidentali attribuiscono la guerra a cause come il crollo dell'URSS, la "storia contraddittoria della creazione della nazione ucraina" e il confronto geopolitico tra potenze nucleari. Senza negare l'importanza di questi fattori, ci sorprende che questi elenchi trascurino la ragione più importante e ovvia di quanto sta accadendo: il desiderio del regime di Putin di reprimere i movimenti di protesta democratica in tutta l'ex Unione Sovietica e nella stessa Russia.

La presa della Crimea nel 2014 e le ostilità nel Donbas sono state una risposta del Cremlino alla "rivoluzione della dignità" in Ucraina che ha rovesciato la corrotta amministrazione filorussa di Viktor Janukovič, nonché alle manifestazioni di massa dei russi per elezioni giuste nel 2011/12 (note come proteste di Piazza Bolotnaya). L'annessione della penisola di Crimea è stata una vittoria per la politica interna per Putin. Ha usato con successo la retorica revanscista, anti-occidentale e tradizionalista (nonché la persecuzione politica) per espandere la sua base sociale, isolare l'opposizione e trasformare Maidan in uno spauracchio con cui spaventare la popolazione.

domenica 19 febbraio 2023

Ucraina 22: PERVERSIONE PUTINIANA DELL’«ANTINAZISMO»

di Michele Nobile

 

«Per quanto incredibile, è un dato di fatto: siamo di nuovo minacciati dai carri armati Leopard tedeschi, segnati con croci. C’è di nuovo un piano per combattere la Russia in terra ucraina, usando i successori di Hitler, i banderisti».

È una citazione dal discorso del presidente Putin in occasione del concerto di gala per celebrare l’80° anniversario della sconfitta delle forze naziste nella battaglia di Stalingrado, ora Volgograd1. Nel momento in cui scrivo questo è il più recente esempio dell’arroganza della propaganda di guerra proveniente dal vertice politico russo. Arrogante perché, alla maniera di uno stupratore, Putin nega alla vittima anche la legittima difesa; arrogante perché equipara l’Ucraina al Terzo Reich; arrogante perché usa la guerra di liberazione dal nazismo per sostenere una nuova guerra coloniale in Europa, in questo ricalcando proprio il disegno hitleriano. È il ritornello che si trova continuamente nella propaganda putiniana e filo-putiniana riguardo l’aggressione russa all’Ucraina, iniziata non nel 2022, ma nel 2014. Non è solo un abuso dell’epiteto «nazista». È peggio, è una perversione dell’antifascismo. Invadere un Paese in nome dell’antinazismo - ma con gli obiettivi di soggiogarlo e di annetterne una parte - è un’atroce perversione della lotta per cui tanti sacrificarono la vita contro il fascismo e il nazismo reali. Come nella neolingua totalitaria del 1984di Orwell, secondo cui «la guerra è pace», questo «antifascismo» si rovescia nel suo opposto: da battaglia per la libertà politica e l’indipendenza nazionale si trasforma in strumento d’oppressione politica e d’aggressione coloniale. 

A Mosca il «Ministero della verità» di orwelliana memoria continua a lavorare ma, a quasi un anno dall’invasione, non si tratta più di dimostrare l’assurdità secondo cui l’Ucraina sarebbe governata da una banda di nazisti che, sostenuta dall’Occidente, minaccerebbe l’esistenza stessa della Russia. Le questioni ora sono altre. Tra queste ne metto a fuoco una: quali sono i presupposti e le conseguenze dell’abuso d’attribuzione del marchio di «nazista» a un regime politico e della complementare perversione dell’antinazismo? E più precisamente: quali sono gli specifici presupposti russidell’abuso del termine «nazismo» e della perversione dell’antifascismo? Qual era la natura politica del movimento popolare ucraino - la «Rivoluzione della dignità» del 2014 che portò alla caduta del presidente Janukovyč, cleptocrate e assassino - contro il quale Putin scagliò per la prima volta l’anatema di «nazista»? 

giovedì 16 febbraio 2023

EL FUTURO DE CUBA. ALTERNATIVAS

BILINGUE: ESPAÑOL - ENGLISH


por Samuel Farber6 de Febrero 2023


                    (Foto: Jonathan Alpeyrie / Polaris Imágenes)

[La que sigue es la parte dedicada a Cuba de un artículo mas extenso, escrito por nuestro amigo cubano Samuel Farber y publicado en La Joven Cuba (revista cubana de la oposición de izquierda) el 6 de Febrero de 2023 (r.m.)] 


La situación que atraviesa Cuba es sumamente difícil, y sería atrevido, y hasta imprudente, predecir su futuro. Lo que sí se hace posible, es analizar las maneras en que puede evolucionar si nos basamos en una serie de indicios que sugieren dónde estamos parados y hacia qué rumbo posiblemente vamos, para poder desarrollar una perspectiva y acción políticas más certeras y efectivas

[…]

En Cuba el liderazgo político parece estar inclinado, pero a un grado muy limitado, a adoptar aspectos del modelo sino-vietnamita. Tanto la vieja guardia de los líderes históricos —cuyos exponentes máximos ya se encuentran en su décima década de vida—, como la nueva guardia nacida tras 1959, se han mostrado renuentes a las reformas económicas que reducirían el poder económico del estado.

sabato 11 febbraio 2023

VERSO UNA SETTIMANA GLOBALE DI AZIONE PER LA SOLIDARIETÀ CON L'UCRAINA

European Network for Solidarity with Ukraine - Réseau européen de solidarité avec l'Ukraine


ITALIANO - FRANÇAIS - ENGLISH - POLSKI - PORTUGUÊS


3 gennaio 2023

Fermare la guerra di aggressione russa! Pace per l'Ucraina!

Venerdì 24 febbraio ricorrerà il primo anniversario dell’invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo, per ordine di Putin e del suo regime. Un anno di indescrivibili sofferenze e di spargimento di sangue per il popolo ucraino.

L'invasione totalmente ingiustificata è già costata la vita a decine di migliaia di civili e soldati ucraini. Ogni giorno il popolo ucraino si confronta con la brutalità e la violenza. Milioni di civili sono stati costretti a fuggire all'estero, milioni di altri sono sfollati all’interno del paese.

Intere città e villaggi sono stati ridotti in rovina dagli attacchi aerei e dai bombardamenti russi. Le infrastrutture civili (reti elettriche e di riscaldamento, scuole, ospedali, ferrovie, porti, ecc.) sono state sistematicamente distrutte, rendendo il Paese invivibile.

Putin vuole rendere impossibile un’Ucraina indipendente e vitale:

• L'esercito russo ha commesso omicidi di massa di civili e soldati ucraini in molti luoghi. Il destino di diverse migliaia di persone è ancora sconosciuto. Le campagne di stupro di massa e l’omicidio per stupro sono strategie di attacco consolidate. Con ogni liberazione di un villaggio o di una città ucraina, nuovi crimini vengono rivelati.

• Molti civili ucraini (tra cui diverse migliaia di bambini) sono stati deportati in territorio russo, senza permesso e spesso con la forza.

Giustamente il popolo ucraino rifiuta di essere una vittima passiva di questa guerra di aggressione e resiste attivamente e massicciamente all’invasione, con o senza armi. La diffusa solidarietà reciproca e l’autorganizzazione della popolazione giocano un ruolo cruciale nel permettere a questa resistenza di continuare, così come il sostegno internazionale in molte differenti forme.

Il massacro del popolo ucraino sotto agli occhi del mondo e la distruzione dell’Ucraina indipendente devono finire! La protesta internazionale più forte possibile contro l’invasione russa e la più ampia solidarietà possibile con il popolo ucraino sono più che mai necessarie.

Noi, organizzazioni e individui di tutto il mondo, chiediamo che la settimana del 24 febbraio sia una settimana globale di azione contro l’invasione russa e di solidarietà con l’Ucraina.

• Pace per l’Ucraina, no alla guerra russa! Cessazione immediata dei bombardamenti e ritiro di tutte le truppe russe dall’Ucraina.

• Il più ampio sostegno possibile e la più ampia solidarietà al popolo ucraino nella sua giusta resistenza all’invasione russa.

Per aggiungere il nome della tua organizzazione a questo appello, scrivici a info@ukraine-solidarity.eu.

 

SEGUE L’APPELLO IN FRANCESE, INGLESE, POLACCO E PORTOGHESE 

giovedì 9 febbraio 2023

AVEUGLES ET SOURD·ES…

de Didier Epsztajn, Mariana Sanchez, Patrick Silberstein

(membres des Brigades éditoriales de solidarité)

 

des amnésiques, des bonimenteur·euses et des complices jouent sa partition


Peut-être ne savons-nous pas qu’il existe des Ukrainien·nes qui luttent contre l’invasion de leur pays et contre les politiques néolibérales de leur gouvernement.

Peut-être ne savons-nous pas qu’il existe des organisations syndicales, étudiantes, féministes et politiques en Ukraine qui partagent nos combats et nos idées.

Peut-être ne savons-nous pas qu’il existe des forces antiguerre et progressistes et des peuples opprimés dans la Fédération de Russie.

Peut-être ne savons-nous pas qu’il existe des forces antiguerre et progressistes au Bélarus.

Peut-être n’avons-nous pas entendu Vladimir Poutine parler de la destruction de l’Ukraine et de la non-existence des Ukrainien·nes en tant que peuple.

Peut-être n’avons-nous pas saisi que les armées de la Fédération de Russie ont violé les frontières d’un pays indépendant (crime d’agression), bombardé des populations civiles (crime de guerre), déporté des adultes et des enfants (crime de guerre), utilisé le viol comme arme de guerre (crime contre l’humanité), etc.

Peut-être ne savons-nous pas que si les armées poutiniennes se retirent sans conditions, de toute l’Ukraine, il n’y aura plus de guerre et que la paix redeviendra un horizon du possible.

Peut-être ne savons-nous pas que si les Ukrainien·nes renoncent à résister, l’Ukraine sera détruite comme peuple et comme nation indépendante.

Peut-être ne savons-nous pas que si les Ukrainien·nes ne sont plus suffisamment armé·es, l’Ukraine sera détruite comme nation indépendante.

Peut-être ne savons-nous rien ou si peu de choses.

Mais est-ce une raison de croire les bonimenteur·euses?

lunedì 6 febbraio 2023

A PIERO (BERNOCCHI) DA ROBERTO (MASSARI)

    Caro Piero,

mi ha fatto piacere leggere la tua ricostruzione della mobilitazione di vent’anni fa, quando a Firenze sfilammo per protestare contro la presenza del presidente degli Usa, mentre davanti a lui Roberto Benigni si esibiva da pagliaccio. Ma mi ha fatto soprattutto piacere leggere, in chiusura del tuo comunicato, le seguenti parole:

 

...non unicamente sulla guerra russo-ucraina, certo al momento la più sanguinosa e tragica soprattutto per il popolo ucraino, ma anche per quello russo, che deve via via prendere coscienza dell’ecatombe che colpisce anche i propri connazionali, mandati al massacro dalle mire neo-imperiali putiniane in una guerra feroce, ma presentata inizialmente come operazione militare facile e di breve durata di “riconquista” di presunti propri territori.

Inutile dire che queste parole mi fanno piacere per due motivi: 1) perché denunciano l’aggressione russa come una guerra imperialistica animata dal folle progetto putiniano di ricostruire parte del vecchio Impero zarista (poi staliniano-brezneviano); 2) perché considerano vittime di tale aggressione anche il popolo russo oltre all'ucraino. Entrambi i motivi condurrebbero alla sola, unica ed elementare parola d’ordine loro corrispondente: «Fuori le truppe putiniane dall’Ucraina/ Soldati russi a casa» (è l'intramontabile «Yankee go home», tradotto ora in lingua ucraina e russa).

Se questo obiettivo si realizzasse (e a un certo punto certamente si realizzerà, se prima lo Zar/Dottor Stranamore non ricorre veramente alle armi atomiche ponendo termine alla «breve» avventura umana), avremmo alcune conseguenze positive per tutto il mondo: 1) la Nato smetterebbe di inviare armi all’Ucraina (cioè cesserebbero la guerra e la crescita delle politiche di riarmo); 2) la Russia giungerebbe finalmente alla modernità riemergendo dal pantano feudale in cui annaspa dall’epoca staliniana; 3) cesserebbe l’anacronistico regime di dittatura che il popolo russo e bielorusso subiscono da oltre un secolo (a parte la breve e contraddittoria parentesi con Gorbačëv); 4) forse la Russia entrerebbe finalmente a far parte della UE (rendendola così finalmente e veramente europea) e 5) forse la Nato tornerebbe a smobilitarsi come stava lentamente accadendo prima dell’invasione russa. (Ma di questo dubito anch'io, perché troppo goloso è il pretesto per «riarmarsi/ci» che questa guerra ha fornito alle lobbies militari europee, italiane comprese; solo la malafede può spingere a non vedere che il rilancio militare della Nato è stato uno dei frutti amari e più immediati dell’invasione russa: una ragione in più per porvi termine.)

sabato 4 febbraio 2023

Ucraina 21: DÉLIBÉRÉMENT OU PAR DISTRACTION ?

Bernard Dréano
LES CAHIERS DE L’ANTIDOTE, « SPÉECIAL UKRAINE », N° 15, 1er FÉEVRIER 2023
ÉEÉDITIONS SYLLEPSE (PARIS) 

Les éditions Syllepse se sont associées pour la série sur l’agression de la Russie poutinienne contre l’Ukraine aux éditions Page 2 (Lausanne), M Éditeur (Montréal), Spartacus (Paris) et Massari Editore (Italie), aux revues New Politics (New York), Les Utopiques (Paris) et ContreTemps (Paris), aux sites À l’encontre (Lausanne) et Europe solidaire sans frontières, ainsi qu’aux blogs Entre les lignes entre les mots (Paris),  Centre Tricontinental (Louvain-la-Neuve), Utopia Rossa/Red Utopia et au Réseau syndical international de solidarité et de luttes.

BRIGADES ÉDITORIALES DE SOLIDARITÉ

À l’encontre: https://alencontre.org/ Centre Tricontinental: www.cetri.be/ ContreTempslesdossiers-contretemps.org/ Éditions Page 2: https://alencontre.org/ M Éditeur: https://m-editeur.info/  Éditions Spartacus: www.editions-spartacus.fr/ Éditions Syllepse: www.syllepse.net/ Massari Editore, www.massarieditore.it

Entre les lignes, entre les mots: https://entre- leslignesentrelesmots.blog/ Europe solidaire sans frontières: www.europe-solidaire.org/ Les Utopiques: lesutopiques.org/ New Politicsnewpol.org/ Réseau syndical international de solidarité et de lutteslaboursolidarity.org/ Utopia Rossa/Red Utopia: www.utopiarossa.blogspot.com/


Les paradoxes des gauches, la guerre en Ukraine et la solidarité

 Pourquoi les mouvements se réclamant de la gauche, libertaire, radicale ou réformiste, de la justice sociale, de l’écologie, du féminisme, de la non-violence et autres, ignorent-ils autant leurs homologues en Ukraine et en Russie. 

Les gauches, les écolos et autres mouvements supposés progressistes ne soutiennent généralement pas (ou peu) leurs homologues ukrainiens, russes et biélorusses… 

En ce début d’année 2023, alors que nous approchons du premier anniversaire du déclenchement de la guerre d’agression que Poutine, diverses questions restent en suspens, concernant l’attitude des progressistes en France, en Europe, dans le monde vis-à-vis de cette guerre et des forces progressistes dans les pays concernés. 

Ignorer la guerre ? Ignorer les militants locaux… 
Une partie de la gauche sociale et écologiste en Europe et plus encore dans d’autres parties du monde, aux Amériques, en Asie, au Moyen- Orient, en Afrique, a plus ou moins adopté le « narratif » poutinien selon lequel l’Ukraine est considérée comme simple pion passif de l’Occident, lequel serait (puisque « potentiellement agresseur ») le responsable de cette guerre.