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domenica 23 aprile 2023

ITALIANI DI CRIMEA

di Giorgio Amico

[Voce tratta dall’edizione italiana  - a cura di R. Massari & M. Nobile - dell’abbecedario realizzato collettivamente dalle Brigate editoriali di solidarietà,  Ucraina dalla A alla Z, fresco di stampa e in arrivo in libreria, in vendita al prezzo politico di 7 €.]

La presenza italiana in Crimea è attestata dal 1204, quando  Venezia approfittò della conquista crociata di Costantinopoli per occupare i porti nel sud della penisola. Ai veneziani si sostituirono i genovesi e, dopo la caduta di Costantinopoli, l’Impero ottomano. Ma la presenza genovese non scomparve e una parte della popolazione trovò rifugio presso i tatari dell’entroterra.
Con le campagne di popolamento avviate durante il regno di Caterina II, vi fu un’ondata migratoria anche dall’Italia e un migliaio di coloni liguri, corsi, sardi e toscani si insediarono nella regione di Cherson. Fra il 1820-1870 giunsero nel territorio di Kerč migranti italiani provenienti soprattutto dalla Puglia, insieme con una migrazione più ristretta ma più qualificata - che si concentrò nella città di Odessa - composta da architetti, notai, medici, ingegneri e artisti, ma anche da esuli antiborbonici. Secondo dati ufficiali, nel 1897 gli Italiani sarebbero stati l’1,8% della popolazione della provincia di Kerč, percentuale passata al 2% nel 1921; alcune fonti parlano di una minoranza variante da 3 a 5mila persone.
Negli anni dello stalinismo, con la collettivizzazione forzata delle campagne, anche gli italiani, per lo più proprietari di terre, furono obbligati a creare un kolchoz («Sacco e Vanzetti») e a sottostare alle campagne di «rieducazione socialista» organizzate da militanti comunisti rifugiatisi in Urss e di sicura fede staliniana. Fra questi Paolo Robotti e Giuliano Pajetta, che ne hanno parlato nei loro libri. Durante le «purghe» del 1933-37 molti di questi italiani, accusati di essere spie fasciste, furono arrestati e sparirono nell’inferno dei lager staliniani. (La tragedia degli italiani in Urss è stata ricostruita dettagliatamente da Dante Corneli, che trascorse 24 anni tra il Gulag e la Siberia e, tornato in Italia, denunciò nei suoi libri i crimini di Stalin e della dirigenza italiana comunista che ne fu complice. La sua insostituibile opera storica è ora tutta raccolta nella trilogia pubblicata da Massari editore nel 2017.)
Dopo la rottura del Patto di Stalin con Hitler gli italiani furono considerati potenziali agenti del nemico e nel 1942, dopo la riconquista della Crimea da parte dell’Armata rossa,  accusati di collaborazione coll’occupante nazista, anche gli italiani, come altre minoranze nazionali, furono deportati.
Il 29 gennaio 1942 l’intera comunità italiana di Crimea, compresi i rifugiati antifascisti stabilitisi a Kerč, venne radunata e inviata in carri bestiame nel Gulag siberiano (soprattutto verso il Kazakistan), potendo ognuno portare non più di 8 kg di bagaglio. Un’odissea di 8mila chilometri durata quasi due mesi in condizioni terribili, con temperature di oltre 30° sottozero, durante la quale la maggioranza dei bambini e dei vecchi morirono di malattia, fame e freddo. Le deportazioni continuarono fino a giugno del 1944.

Dante Corneli parla del dramma di oltre duemila italiani della Colonia agricola di Kerč. Una testimonianza confermata dalle stesse autorità sovietiche secondo cui solo durante il viaggio e il primo anno di deportazione morì un deportato su cinque. 
Nei lager la comunità italiana fu quasi annientata dalla fame, il freddo, le malattie e la durezza dei lavori forzati. Si calcola che i sopravvissuti, in totale, non furono più del 10 per cento dei deportati. Dopo il 1956 con la chiusura di gran parte dei lager, ciò che restava degli italiani di Crimea tornò a casa. Nel 1957 risultavano rientrati 460 esuli; ridottisi nel 1989 a 316 per lo più residenti a Kerč. Qui nel 2008 è stata costituita l’associazione «Cerkio» (Comunità degli emigrati in regione di Crimea, Italiani di origine) che tramanda l’uso della lingua italiana.
È una piccola minoranza che la russificazione forzata, imposta da Putin dopo l’occupazione della Crimea nel 2014, rischia di far scomparire definitivamente, benché le autorità russe abbiano votato un decreto di riabilitazione come minoranza perseguitata e deportata per motivi etnici.

• Dante Corneli, Ritorno dal Gulag, a cura di Andrea Furlan, Massari ed., Bolsena 2017.
• Dante Corneli, Italiani vittime di Togliatti e dello stalinismo, a cura di Antonella Marazzi, Massari ed., Bolsena 2017.
• Dante Corneli, Dal leninismo allo stalinismo, a cura di Roberto Massari, Massari ed., Bolsena 2017.


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