(Punto della Situazione n. 7)
di Alessandro Scuro
Punto della Situazione (PdS) è il nome di una serie di incontri sull’attualità del situazionismo secondo un’idea originaria dell’editore Roberto Massari. Il primo incontro si è tenuto a Sesta Godano (SP) nel settembre del 2014, in occasione della presentazione del mio libro su Il lettrismo. Da allora il grupo – mutevole e variegato, com’è giusto che sia - si è riunito a Livorno, Parigi, Cosio d’Arroscia e Roma. Dopo ogni incontro si è pubblicato un libro collettivo, l’ultimo dei quali è stato Fourier in salsa [post]situazionista, da me curato e dedicato alla relazione tra le teorie di Charles Fourier e il pensiero sviluppato dall’Internazionale Situazionista (l’occasione è stata data anche dal 250° anniversario della nascita di Fourier).
Il prossimo incontro intitolato DERIVAZIONI sarà nella città catalana di Girona l’11 e il 12 giugno e si svolgerà fundamentalmente in spagnolo e catalano (ma anche in italiano). Il testo che segue funge da prima introduzione al PdS n. 7.
[a.s.]
All’epoca della sua fondazione (1957) l’Internazionale Situazionista intendeva superare i movimenti di avanguardia che l’avevano preceduta rinunciando alla produzione di opere d’arte più o meno durature e ai protagonismi che avevano caratterizzato ognuna di quelle esperienze. L’azione collettiva, la sperimentazione di nuovi comportamenti e la trasformazione conseguente dello spazio urbano in una prospettiva ludica erano gli obiettivi primari del gruppo, nato dalla fusione di diversi movimenti artistici europei (l’Internazionale Lettrista, il Movimento internazionale per un Bauhaus immaginista e il Comitato psicogeografico di Londra) uniti contro il trionfo della logica funzionalista nel secondo dopoguerra e la mercificazione dell’arte.
La costruzione di situazioni, ovvero di momenti della vita deliberatamente e collettivamente predisposti per provocare concatenazioni di eventi e di incontri, viene definita come il centro dell’attività situazionista. A tal fine ogni tecnica ed ogni mezzo sono ammessi nella misura in cui, al di fuori dei limiti specifici della propria disciplina, sono in grado di concorrere alla costruzione di nuovi ambienti di vita. In questo consiste il détournement.
A partire da qui le attività si sviluppano sulla base di teorie e strumenti specifici: la psicogeografia, che riguarda lo studio e l’analisi degli effetti dei diversi ambienti urbani sulla sfera affettiva e sui comportamenti degli abitanti, e la deriva, che si rivela come l’esperienza sul campo della teoria psicogeografica, l’esplorazione consecutiva e il passaggio improvviso tra ambienti diversi, con predilezione per le zone periferiche e marginali della città.
Entrambe queste definizioni fanno parte del concetto di urbanistica unitaria (urbanisme unitaire). Ispirandosi nella concezione dell’Homo Ludens di Johan Huizinga i situazionisti preconizzano l’avvento di un’umanità finalmente liberata dal lavoro e dalla logica del profitto interamente dedicata al gioco. Il gioco viene rivendicato come atto politico, come unica attività creativa in aperta contrapposizione con la massificazione generalizzata, come sciopero dalle dinamiche quotidiane, della società dei consumi come uno spreco consapevole e sistematico del tempo utile. La città situazionista si mostra quindi come uno spazio in continua trasformazione, nella quale architetture e paesaggi vengono incessantemente ricreati e ricostruiti dai desideri e dalle azioni di un’umanità errante.
In questo senso un’importanza fondamentale va attribuita ai progetti di Constant Nieuwenhuys. Architetto autodidatta, Constant applicò per la prima volta le sue idee alla costruzione del campo nomadi di Alba (su un terreno di proprietà di Pinot Gallizio, che insieme ad Asger Jorn aveva fondato il Laboratorio sperimentale per una Bauhaus immaginistanella città piemontese) composto da ambienti con elementi mobili e adattabili alle esigenze di chi di volta in volta li abitava. Da qui nacque l’ispirazione per un progetto molto più esteso denominato New Babylon, una città concepita per derivare continuamente potenzialmente estendibile a scala planetaria. Il progetto (del quale esistono soltanto schizzi e modellini) prevedeva la costruzione di strutture reticolari sospese sul terreno nudo. Le strutture,interamente modificabili e ricomponibili in diversi assetti, erano composte da lunghi passaggi coperti connessi tra loro da zone di sosta.
Nato in seno all’IS il progetto di New Babylon continuò ad essere sviluppato da Constant anche dopo la sua espulsione dal gruppo, il cui pretesto fu la costruzione di un labirinto situazionista allo Stedelijk Museum di Amsterdam in occasione della manifestazione prevista nel 1959. Con il titolo di Die Welt als Labyrinth (Il mondo come labirinto) il progetto non venne mai realizzato per disaccordi tra la direzione del museo e i situazionisti stessi, divisi su diverse posizioni.
Dai documenti rimasti si possono intuire alcuni dettagli del progetto. Un percorso di lunghezza e dimensioni variabili, all’interno del quale sarebbero stati predisposti oggetti installazioni sonore, effetti di luce e proiezioni volti alla creazione di ambienti cangianti sui quali era possibile intervenire. Indicazioni e toponomastica fasulle sarebbero servite a provocare un ulteriore senso di straniamento ai visitanti, che all’uscita si sarebbero in imbattuti in Guy Debord y Abdelhafid Khatib giocando a Kriegspiel, il gioco della guerra inventato dall’autore della Società dello spettacolo. Il progetto prevedeva che i visitanti accedessero al labirinto da un varco appositamente creato sfondando una parete del museo.
Per quanto mai realizzati New Babylon e Die Welt als Labyrinth restano le prove più tangibili dell’urbanistica unitaria e delle intenzioni dell’IS alle sue origini. «New Babylon è una città ludica, un’opera collettiva costruita dalla creatività architettonica di una nuova società errante da un popolo che va costruendo e ricostruendo fino all’infinito il proprio labirinto nel quadro di un nuovo paesaggio artificiale» scrive Francesco Careri promotore del corso di Arti Civiche all’università di Roma Tre. Il corso eminentemente pratico si basa su esperienze collettive di deriva attraverso quelle che definisce amnesie urbane, territori ai margini della pianificazione e della legislazione urbanistica, che in contrasto con esse mutano e si sviluppano, generando zone franche con regole e codici di comportamento propri.
Alla base delle proposte di Careri si trova l’esperienza del Gruppo Stalker, fondato nel 1995 da un collettivo di artisti ed architetti. Il nome si ispira al film omonimo di Andreij Tarkovski il cui scenario è «la Zona» un territorio al quale l’accesso è stato proibito in seguito a un atterraggio extraterrestre per via del manifestarsi di strani fenomeni che ne modificano continuamente l’aspetto e la morfologia. Solo con l’aiuto di una guida i personaggi del film riescono ad entrare in maniera intrusiva nella Zona e percorrerla seguendo strategie che tengono conto di un paesaggio nel quale la loro stessa presenza provoca mutamenti. Nella Zona perdere tempo è necessario e bisogna al tempo stesso essere degni di quel che accade.
Nel suo manifesto il collettivo Stalker rivendica il valore dell’unica giungla sopravvissuta al turismo, alla circolazione e alla speculazione edilizia, il «negativo della città contemporanea» che rappresenta al tempo stesso l’essenza dello scarto e della risorsa.
Con questi presupposti l’11 e il 12 giugno la città catalana di Girona ospiterà il Punto della Situazione n.7, l’ultimo di una serie di incontri promossi a partire dal 2014 dall’editore Roberto Massari intorno alle teorie e alle pratiche dell’Internazionale Situazionista. Per l’occasione sabato 11 è stata organizzata una deriva collettiva condotta dallo stesso Francesco Careri e la mattina seguente, dentro il rifugio antiaereo dei Giardini dell’infanzia verrà inaugurato un labirinto ispirato al progetto situazionista e che starà aperto per tutta la giornata. Nel pomeriggio della domenica, ai Jardins dels Alemanys è prevista una conferenza alla quale saranno presenti, oltre ai già citati, Eduardo Subirats (che alla fine degli anni 60 ebbe contatti con i situazionisti per fondare la mai fondata sezione spagnola del movimento), Alessandro Scuro (autore per Massari e Avanguardia 21 di due libri su Isidore Isou e il Movimento Lettrista e organizzatore dell’incontro insieme agli artisti Pierre D.La e Francesco Deri), José Sagasti (che collabora con l’Archivo Situacionista Hispánico e che ha riprodotto artigianalmente il Gioco della guerra ideato da Debord), Lourdes Martínez e José Manuel Rojo (membri del Grupo Surrealista de Madrid). L’evento intitolato DERIVACCIONES si svolge grazie alla collaborazione del Bòlit (il centro d’arte contemporanea di Girona), il Museo di Storia di Girona e della libreria 22 (dove si svolgerà la conferenza in caso di pioggia).
Per informazioni: derivacciones@gmail.com
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