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sabato 12 febbraio 2022

LA DISUGUAGLIANZA GLOBALE NELL'ERA CONTEMPORANEA[1]

di Andrea Vento

Antecedentemente alla Rivoluzione Industriale inglese di fine XVIII sec. la disuguaglianza globale, determinata dall'effetto congiunto delle differenze reddituali interne agli Stati e di quelle fra i redditi medi individuali dei vari Paesi, risultava in generale moderata, con valore dell'indice Gini globale pari a 0,54 (tab. 1). 

L'ascesa dell'Occidente sotto la spinta dall'industrializzazione innesca, tuttavia, una lunga di fase di incremento, peraltro a tassi costanti, della disuguaglianza globale fra il 1820 e la vigilia della I Guerra Mondiale che porta l'indice in questione a 0,68. Un aumento causato prevalentemente dal miglioramento dei livelli di reddito in Europa, in Nord America e, dopo la Rivoluzione Meiji (1869), anche in Giappone, e dalla stagnazione di Cina e India, ma sul quale hanno influito anche le crescenti disparità di reddito interne ai Paesi che si stavano configurando come "Primo Mondo". 

Nel ventennio successivo al 1918, a causa della stasi dei redditi occidentali provocata dalla I Guerra mondiale e dalla Grande Depressione, la disuguaglianza globale subisce una lieve flessione. 

Con la successiva ripresa economica degli anni '30, inizia nuovamente a salire per attestarsi, nel 1950 su un valore di + 0,04 superiore al picco di inizio secolo, per poi mantenersi elevata fino al 1980, allor che, a seguito di un lievissimo incremento rispetto a 30 anni prima, raggiunge il massimo valore storico pari a 0,73. 

Durante quest'ultimo periodo, il divario dei livelli di reddito medio fra Occidente e Asia (Cina e India in particolare) resta sostanzialmente stazionario, in quanto l'indipendenza dell'Unione Indiana (1947) e l'affermazione della Rivoluzione Cinese (1949) creano i presupposti per l'avvio dello sviluppo dei due Giganti Asiatici. La divergenza di reddito fra le due aree geoeconomiche, seppur stabile, rimane, tuttavia, elevata: il Pil pro capite occidentale si attesta, per tutto l'arco del quarantennio, su valori circa 10 volte superiori a quelli asiatici.

Con lo sviluppo delle economie oggi definite emergenti, il divario Occidente/Oriente a partire dagli anni '80, inverte la tendenza ripiegando sensibilmente, soprattutto fra il 2000 e il 2013, breve arco di tempo in cui l'indice Gini da 0,70 scende a 0,65. In particolare in Cina, gli alti tassi di crescita dell'ultimo quarantennio del reddito medio individuale, stimati intorno all'8% annuo, hanno consentito al Dragone, di ridurre sensibilmente le distanze rispetto alle economie occidentali. Alle soglie della crisi economica innescata dal Covid, infatti, il Pil pro capite cinese si attestava intorno al 30-35% della media Occidentale, praticamente allo stesso livello del 1820.

Alla vertiginosa crescita dell'economia cinese, mai registrata in precedenza nel corso della storia economica mondiale contemporanea, ha fatto seguito, nel corso dagli anni '80, il decollo di altre importanti econome dell'Asia meridionale, del Sud-est asiatico e dell'Estremo Oriente, fra cui India, Vietnam, l'Indonesia e Thailandia. Sviluppo che, benché abbia comportato un aumento delle disuguaglianze interne, in Cina addirittura di 201 punti Gini tra il 1981 e il 2008, ha generato un riequilibrio internazionale dei redditi medi, divenendo fattore preponderante della riduzione delle disuguaglianze globali successive al 1980.

Il bilanciamento dei redditi Asia/Occidente si è verificato, dunque, contemporaneamente alla rivoluzione digitale e informatica che ha contribuito sia ad una maggior crescita della prima area, che alla deindustrializzazione della seconda, parallelamente a quanto avvenuto in India durante la prima Rivoluzione Industriale.

Dall'analisi di Milanovic emerge come i cambiamenti di tendenza nell'andamento delle disuguaglianze globali siano coincise con due fasi di rapide innovazioni tecnologiche, quella industriale e quella dell'automazione delle produzioni, caratterizzate entrambe da una sensibile rimodulazione della classifica globale del reddito e da una spiccata concentrazione territoriali, sia dei ceti in ascesa, sia di quelli in arretramento. In sostanza, la prima rivoluzione industriale, spingendo al rialzo i redditi in Occidente, ha generato un aumento della disuguaglianza globale, mentre quella digitale e informatica, attraverso la rapida crescita dell'Asia, ha indotto un riequilibrio dei redditi a livello globale.

Milanovic al pari di molti altri economisti, prevede quindi che in un prossimo futuro, alla luce dei trend in atto, la convergenza[2]dei redditi medi su scala globale condurrà a un riequilibrio reddituale fra le economie sviluppate e quelle emergenti asiatiche. 

Una tendenza, ci permettiamo di aggiungere, di non esclusiva pertinenza della sfera economica ma che riguarderà inevitabilmente anche quella geopolitica la quale, sotto l'inesorabile ascesa della Cina, tenderà progressivamente ad assumere connotati multipolari, superando, in prospettiva, il dominio unipolare dell'Occidente seguito alla disgregazione dell'Urss, e determinando lo spostamento del fulcro geostrategico del domino mondiale nello scacchiere Asia/Pacifico.

 

 

Tabella 1: valori dell'indice Gini globale fra il 1820 e il 2013

Fonte: Branko Milanovic 2020

Periodo

Indice Gini

Fasi storiche

1820

0,54

 

Prima Rivoluzione industriale e ascesa dell'Occidente

1910

0,68

1930

0,67

I Guerra Mondiale e Grande Depressione

1950

0,72

 

Seconda Guerra Mondiale e dominio economico Usa

1981

0,73

2000

0,70

2013

0,65

Rivoluzione informatica e digitale con ascesa dell'Asia

 

 

 

Andrea Vento - 10 febbraio 2022

Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati



[1]Fonte "Capitalismo contro Capitalismo. La sfida che deciderà il nostro futuro" di Branko Milanovic Editori Laterza 2020. Capitolo 1 paragrafo 2 "L'ascesa dell'Asia e il riequilibrio del mondo" pag 7-14

[2]Tipologia di convergenza detta incondizionata in economia empirica.



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