Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia - Zambon editore, 2016 - è un libro unico nel suo genere, nato dalle «ceneri» di un lavoro documentaristico, Ernesto Che Guevara - El hombre nuevo en el siglo XXI di Walter-Uliano Pistelli e Favio Giorgio, al quale ha contribuito, come fotografa di scena e assistente della produzione, anche la curatrice del libro stesso: Enrica Matricoti.
Il libro racconta la Rivoluzione cubana e la guerriglia boliviana attraverso le testimonianze dei protagonisti sopravvissuti e dei famigliari di coloro che perirono durante la missione in Bolivia; un'impostazione originale che permette al lettore/studioso di identificarsi con le loro imprese, con le loro difficoltà, con la loro vita quotidiana: un ritratto, intimo, di quei rivoluzionari che cercarono di propagare in tutta l'America latina il sogno del socialismo, in un continente dalle fortissime disuguaglianze sociali.
Il volume raccoglie le interviste fatte ai protagonisti superstiti quali Pombo e Urbano; ai collaboratori del Che quali Orlando Borrego Díaz e Ulises Estrada Lescaille; ad altri testimoni dell'epoca quali i parenti e gli amici dei cubani caduti in terra boliviana.
Il lavoro è pregevole soprattutto perché si pone l'obiettivo di mantenere viva la memoria sulle gesta e sui sacrifici, tramite le varie testimonianze raccolte, del guerrillero heroico e dei suoi compagni: giovani uomini in carne e ossa, che mostrarono tutta la loro umanità, il loro carattere, le loro debolezze e i loro punti di forza di fronte alle prove sempre più ardue che la guerra di guerriglia metteva loro di fronte.
«La coerenza stessa dell'agire di questi uomini testimonia la loro lucida consapevolezza del sacrificio che comportava la scelta della lotta: il distacco dalla propria terra, dalla famiglia, la rinuncia a crescere i propri figli ancora piccoli, l'eventualità di perire lungo il cammino».
Il volume è completato da pregevoli schede tecniche dedicate alla Cuba pre-Batista e prerivoluzionaria, alla Bolivia e, per finire, l'ultima parte è dedicata alle note biografiche sui guerriglieri che combatterono con il Che.
Le domande rivolte ai famigliari dei combattenti aiutano a tratteggiare una doppia figura di ciascun militante. Da un lato emerge la figura paterna e famigliare, dall'altra quella inflessibile dell'uomo nuovo che dà un significato politico e strategico alla sua lotta.
Molto interessante sono le interviste fatte a Urbano (sincero nelle risposte sino a dire che non rientrava tra i «preferiti» del Che in quanto indisciplinato), e a Orlando Borrego Díaz (nella quale emergono molti particolari, poco noti, sui preparativi e sul significato che aveva la Bolivia per il Che).
Dalle miniere di Huanumi (Bolivia), uno storico avamposto della lotta contro l'imperialismo e lo sfruttamento, emerge l'intervista al figlio di Moisés Guevara che racconta le vicende del padre, anch'egli caduto nella guerriglia del Che.
José Martí ha detto che «il sangue dei giusti non è mai versato invano». In un continente in cui le classi dominanti fanno di tutto per cancellare la memoria degli stermini commessi contro le comunità indigene e contro i lavoratori, ricordare il ruolo delle guerriglie sorte nel ventennio 1960-1980 e l'eroismo dei caduti rappresenta senza dubbio un grande merito del volume. Vi si può cogliere con evidenza la natura dello slancio, disinteressato e fatto di privazioni e sofferenze, da parte di uomini che morirono nel tentativo di forgiare la solidarietà internazionalistica attraverso i vari Paesi del continente latinoamericano.
È molto interessante, in questo senso, la domanda rivolta ai famigliari dei caduti in Bolivia sul senso e sull'attualità del termine «rivoluzionario», e altrettanto significativa la risposta. In molti sottolineano che essere rivoluzionario, al giorno d'oggi, significa battersi per l'ambiente, per il cambiamento sociale e per un mondo più equo, cioè per quei princìpi diventati bandiere dei movimenti sociali latinoamericani e in gran parte del mondo. Del resto sono questi i tratti principali di quell'uomo nuovo di cui Ernesto Che Guevara ha rappresentato l'esempio più completo, a partire dalla disponibilità ad aiutare altri popoli ovunque fosse necessario e in qualsiasi momento.
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