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martedì 26 maggio 2015

DAL LIBRO DI ROBERT J. ALEXANDER, di Roberto Massari

Cari compagni,
avendo partecipato con passione, ormai oltre quarant'anni fa, alla battaglia della Terza tendenza internazionale e condividendo le considerazioni di Roberto, vi invito a rendere pubblica sul blog di Utopia Rossa questa sua breve annotazione, eventualmente allegando le pagine del libro menzionato che ricordano la nostra storia. Sono certa che potrà essere utile alla conoscenza e alla riflessione soprattutto di quanti, tra i giovani, si avvicinano con interesse e curiosità alle vicende politiche di quei giorni lontani.
Antonella Marazzi

Carissimi, vi invio 4 pagine tratte da un librone gigantesco di Robert J. Alexander che ho visto solo di recente [International Trotskyism 1929–1985: a documented analysis of the movement, Duke University Press, Durham (NC) 1991 - 1.124 pagine], in cui si traccia una storia sintetica di tutti i gruppi e gruppetti trotskisti nel mondo, paese per paese.
Di Roberto Massari, della Lega comunista e della Terza tendenza internazionale si parla nelle 4 pagine allegate. Non mancano errori (come per es. quando si dice che scindemmo e invece fummo espulsi in Italia e in altri paesi) e vi sono grandi carenze, calcolando lo spazio dedicato a gruppetti molto ma molto più piccoli e meno importanti di noi. Ma per lo meno se ne parla.
Tenete conto che il Segretariato Unificato (nella persona di Maitan e suoi stretti collaboratori, Moscato compreso) fece di tutto per far scomparire tracce della Terza tendenza internazionale dai verbali del X Congresso mondiale della Quarta - 1973 - e in generale dalla storia del trotskismo. Maitan neanche vi accenna nelle sue due autobiografie (quella nazionale che pubblicai io e quella internazionale pubblicata da Alegre).
Onore quindi ad Alexander (studioso statunitense, a sua volta trotskista, morto nel 2010), anche se lui non si sarebbe mai immaginato gli effetti che avrebbero potuto avere gli enormi Indici posti alla fine del suo librone: scorrendo quelle le pagine con migliaia (non esagero: migliaia!) di sigle di gruppi e gruppetti trotskisti nel mondo si ha l'immagine visiva di una grande follia: si capisce anche fisicamente come tutto ciò non abbia niente a che vedere con la lotta di classe nella storia, ma piuttosto con le condizioni psichiche di chi tali gruppi ha creato (e mi ci metto anch'io, sia pure per il periodo 1975-1980 e con le dovute distinzioni qualitative) o vi ha militato dentro.
Impressiona, tuttavia, la capillare distribuzione del fenomeno in quasi tutti i paesi del mondo. L'intera vicenda meriterebbe uno studio di psicopatologia politica su grandissima scala, anche in considerazione del livello teorico-culturale mediamente alto (in certi casi molto alto) di vari personaggi coinvolti. Niente a che vedere con l'inconsistenza teorica della gruppettistica maoista o del localismo anarchico. Ma pur sempre un segno della follia umana, esaminata sotto l'angolo visuale del declino storico inarrestabile del movimento operaio organizzato…
Saluti,

Roberto

ALLEGATO
Cliccare qui per visualizzare e scaricare le immagini delle quattro pagine del libro di Robert J. Alexander citate nell'articolo (seguite dalla trascrizione delle stesse).

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