Vignette sataniche
Qualsiasi tentativo d'impedire la satira, nel caso specifico la pubblicazione di vignette, va certamente combattuto, senza se e senza ma. E in questo io sto con Charlie Hebdo. Lo sottolineo, anche se ovviamente «non sono Charlie Hebdo», in primo luogo per miei limiti in campo grafico e umoristico, in secondo luogo per limiti politici della rivista stessa. Alla quale comunque in questi giorni va tutta la mia solidarietà, per quel che può contare.
Tra la marea di dissociazioni dalla nota rivista francese lette in questi giorni (è triste dirlo, ma andava molto di moda anche dire «je ne suis pas Charlie» - provando un brivido compiaciuto di trasgressione anticonformistica) ho trovato motivazioni reazionarie accanto a motivazioni «di sinistra», posizioni della Chiesa cattolica accanto a quelle ben note del mondo musulmano, oltre ovviamente alla solita marea di complottisti - una genìa destinata a crescere in maniera esponenziale, anche a causa delle facilitazioni che la Rete offre all'esibizione delle proprie turbe mentali. Ci torno tra breve.
Prima però voglio ricordare che l'odio per le vignette che ironizzano sui Grandi capi o le Divinità (in questo caso Allah o Maometto) non è tipico del solo Islam, e neanche del solo mondo religioso-devozionale. La storia è piena di esempi tratti da regimi totalitari che hanno impedito l'ironia verso i capi di governo, equiparati in genere a delle autentiche divinità. Basti pensare alla Russia di Stalin o alla Cina di Mao, dove ogni forma di satira verso i Beneamati Capi era proibita, ma si finiva ugualmente nei rispettivi Gulag anche solo per un'intonazione ironica della voce (figuriamoci per una vignetta…).
Pochi sanno però che ancora oggi esiste un Paese laico e ad alcuni di noi molto caro - Cuba - in cui è assolutamente proibito ironizzare sulla figura del Comandante en jefe. Non esiste neanche una vignetta pubblicata nell'Isola o sulla stampa cubana in cui vi sia ironia (neppure affettuosa, garbata o moderata) verso la figura di Fidel. Chi lo facesse in pubblico, finirebbe immediatamente nei guai. C'è il precedente di un povero cantante straniero che, avendo fatto una battuta sul líder máximo durante un concerto all'Avana, fu sbrigativamente accompagnato all'aeroporto la mattina dopo. Da allora non ci ha più provato nessuno e quindi a Cuba niente vignette su Fidel. Ed è veramente un peccato, perché la sua figura si sarebbe prestata ottimamente per una satira grafica e di contenuti.
Complottismo
Veniamo all'Italia. Leggendo un suo articolo in Rete, vediamo che anche Augusto Illuminati si è inserito nella marea di demenza complottistica che sta dilagando in Internet. Tale demenza è alimentata internazionalmente da quel Thierry Meyssan di cui lessi a suo tempo i due libri pubblicati da Fandango, nel primo dei quali deduceva la teoria dell'autoattentato statunitense per l'11 Settembre informandoci che l'aereo lanciato sul Pentagono non compariva nelle foto del disastro; ma trascurava di dirci dove fossero finiti l'aereo di linea e gli oltre cento passeggeri morti in quello stesso volo, dei quali i famigliari stavano piangendo la scomparsa. Ora Meyssan ha colpito ancora, ma questa volta a pochissime ore dalla strage. E devo fare degli sforzi per non diventare complottista anch'io, con forti sospetti nei suoi riguardi, visto che l'ondata di complottismo cresciuta intorno alle due stragi parigine un effetto pratico lo sta avendo, confondendo le acque (cioè le coscienze) e fornendo giustificazioni politiche per l'accaduto.
Se penso che agli inizi della mia radicalizzazione (anni '60) Illuminati rappresentava la punta più celebre di una speranza di rinnovamento del marxismo in Italia, mi rendo conto di dove siamo… anzi sono arrivati (mi riferisco a quell'intellighenzia intramontabile «di sinistra marxista» passata attraverso il maoismo, l'operaismo, i nouveaux philosophes e vari altri «piccoli» sbandamenti teorici, dovuti in genere alla pressione di semplici mode passeggere: ma è una questione di audience, compagno…).
Wolinski
Una delle cose che più mi mancheranno sarà proprio la penna di Wolinski, che di questo mondo intellettuale fatto di sbandati mentali, radicali e presuntuosi, ammalati di presenzialismo e psicologicamente instabili seppe fare strame per decenni e senza risparmiare nessuno già all'indomani del Maggio francese. Credo che nessuno sia riuscito a ridicolizzarli tanto bene come lui: uno dei pochi che ebbe il coraggio di fare ironia anche sul femminismo più sciocco o ingenuo, attirandosi la nomea di erotomane, maschilista ecc.
Mi fa piacere pensare che se la stia ridendo tra le nuvole e stia disegnando vignette per gli angeli in cui mostra tutta l'imbecillità del mondo radical-chic terrestre. Ma un tipo come lui sarà probabilmente già occupatissimo a ridicolizzare le stesse gerarchie angeliche, visto che pure loro qualche problemino psicologico devono averlo, a furia di tenersi lontane dalla realtà quotidiana, praticando solo il famigerato sesso… degli angeli, suonando sempre le stesse cantilene e adorando sempre lo stesso Padre padrone.
Un tempo ci si consolava col vecchio slogan anarchico: «Sarà una risata che vi seppellirà». Ora, però, sta accadendo il contrario: è la risata che viene seppellita, più che dai kalashnikov di pochi pazzi esaltati e disperati, dall'ingordigia della società dello spettacolo. Di questa ingordigia il complottismo sta diventando una componente di massa in crescita esponenziale, anche se non è l'unica. E non è detto che a breve emergano dei nuovi Wolinski capaci di contrastarla con mezzi semplici e rudimentali, come le vignette tracciate a china con pochi tratti di penna.
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