Comunicato stampa delle
associazioni ambientaliste e comitati di cittadini dell’Orvietano, della Tuscia
viterbese e del lago di Bolsena in merito alla vertenza contro gli impianti
pilota geotermici dell'Alfina.
Cordiali
saluti,
a nome e per conto
delle associazioni
Vittorio
Fagioli
presidente
CISA-Orvieto
Geotermia sull’Alfina: nella legge 98/2013 di conversione del “Decreto
del fare” inserite norme che sottraggono la valutazione di
impatto ambientale alla competenza
della Regione Umbria e escludono gli impianti pilota geotermici dalla Direttiva
Seveso sulla prevenzione di incidenti rilevanti. La risposta contro la
realizzazione di tali impianti da parte delle popolazioni, ambientalisti ed
amministratori uniti non potrà che essere
ancora più determinata.
I denunciati estesi conflitti di interesse, gli errori
nelle procedure per le autorizzazioni, l’opposizione su vasta scala di
cittadini ed amministrazioni, sia umbre che laziali, che, avevano sin dall’inizio accompagnato la vicenda
dell’impianto geotermico pilota di Castel Giorgio, avevano avuto vasta eco presso la Regione
Umbria che aveva determinato di
approfondire con una “ inchiesta pubblica”
la ingarbugliata vicenda. Che la vicenda si potesse concludere con una
bocciatura del progetto era nelle cose, visti i pesanti dubbi in merito a
problematiche, non di poco conto, come
la sismicità indotta ed il possibile inquinamento delle falde dell’altopiano dell’Alfina e del
sottostante lago di Bolsena.
Il tutto poi senza che si potesse solo ipotizzare un ritorno economico ed
occupazionale sul comprensorio.
Il rischio concreto che corre la ITW & LKW Geotermia
Italia S.p.A. è di veder sfumare un “ritorno” di circa 7-8 milioni di euro
l’anno per 15 anni (!), pagati interamente da tutti noi attraverso le già
carissime (rispetto a quelle di altri Paesi europei, Germania compresa)
bollette per l’elettricità. Non è forse casuale (come sappiamo in Italia si può
fare molto con le giuste ” amicizie”) l’incredibile evento, si potrebbe dire la
“straordinaria combinazione”, che ha portato a sottrarre il progetto della ITW
& LKW (e gli altri similari) dalla valutazione ambientale regionale a
quella governativa, magari ritenuta più “morbida” in quanto popolata da
personaggi già entrati in questa storia per vistosi conflitti d’interessi.
Ed è così che tal on. Ignazio Abrignani
(PdL), un passato a capo
della segreteria politica dell’ex-ministro Scajola, vicepresidente della
Commissione X (Attività produttive, commercio e turismo) della Camera dei
Deputati - con pervicacia degna di
migliore causa- si fa carico di
proporre la modifica della legislazione di settore verso la ritenuta più sicura Commissione Valutazione Impatto
Ambientale - VIA e VAS del
Ministero dell’Ambiente e, cosa ancora più grave, di sottrarre gli impianti geotermici pilota del
tipo di Castel Giorgio dal rispetto
della Direttiva Seveso sul controllo
dei rischi da incidente rilevante che coinvolgano sostanze pericolose.
E
l’indomito ci prova ben 3 volte
(come si legge negli atti parlamentari) e l’ultima ...con successo nella notte
tra il 16 e 17 luglio 2013, durante la
discussione in commissione del “decreto del fare”. I suoi emendamenti
erano stati per ben due volte bocciati in quanto ritenuti inammissibili, ai sensi del Regolamento della Camera
dei Deputati perché non attinenti
alle materie oggetto di decisione, sia dal presidente
della I Commissione Francesco Paolo SISTO (PDL) che dal presidente della X
Commissione Ettore Guglielmo EPIFANI-PD (segretario del PD) . E’
così che la terza volta, durante la notte predetta, il nostro riesce
nell’impresa con Francesco Boccia (PD), presidente
relatore per la V Commissione che, a sorpresa, “dichiara di
valutare favorevolmente l'emendamento Abrignani 41.46”. Il colpaccio è fatto! Ma- come si legge sul Fatto Quotidiano
del 18.07.2013 - “nella stessa
notte (il favore delle tenebre evidentemente induce in tentazione!) lo stesso
indomito Abrignani tira fuori un altro emendamento che (come la geotermia:
NdR) con lo sviluppo e con
la disoccupazione ha davvero poco a che fare: cancellare l’incompatibilità di ruoli di governo
per chi ricopriva la carica di sindaco
e così salvaguardare il
ruolo di sindaco per chi è stato eletto parlamentare, a patto che il Comune
superi i 5 mila abitanti. Una sorta di “tana libera tutti”, per intenderci. Di
questi tempi, un passo non da poco, a proposito di “lotta alla casta”.
Lo stesso Abrignani è salito alle cronache recenti per la
presentazione alla Camera dei Deputati –nello scorso mese di giugno- di una
proposta di legge
anti-contestatori (concepita dopo lo scontro di piazza della manifestazione di
Berlusconi a Brescia) che prevede da uno a tre anni di carcere e fino a 2.500
euro di multa per chi "impedisce o turba" una manifestazione o
riunione politica. “Chiunque con qualsiasi mezzo impedisce o turba una riunione
politica, sia pubblica che privata, è punito con la reclusione da uno a tre
anni e con la multa da 1.000 a 2.500 euro; se la riunione è di propaganda
elettorale la multa è raddoppiata, e la reclusione diventa da due a cinque anni, se il 'contestatore' è un
pubblico ufficiale”.
Quali le prime considerazioni su quanto sopra esposto?
1. l’approvazione parlamentare della nuova
normativa, avvenuta peraltro di
notte, all’interno di un
vero e proprio provvedimento «omnibus», come è risultato alla fine il “decreto del fare”
recando norme che incidono sui più disparati ambiti di intervento- come da più
forze parlamentari è stato
osservato, come risulta dagli atti
parlamentari quella notte tra il
16 ed il 17 luglio, quando è
avvenuto “il fattaccio”-
rappresenta un modo di legiferare che non aiuta la trasparenza del lavoro
legislativo e la chiarezza e la buona formulazione delle norme, che sono valori
importanti per la certezza del diritto e che “ non consente un adeguato e
meditato esame dell'articolato”;
2. con
l’approvazione delle nuove norme
vengono espropriate con “un colpo di mano” competenze istituzionali delle Regioni interessate a poter
decidere in merito all’inserimento nel proprio territorio di impianti industriali sperimentali,
come i “1o impianti pilota geotermici” (che interessano ad oggi le Regioni Umbria(1), Lazio(1), Toscana
(4), Campania(3) e Sicilia (2)),
con un grave vulnus di democrazia che ci auguriamo le Regioni vorranno
reclamare. Con l’aggravante che così
si è introdotta una grave
immotivata discrepanza con impianti del tutto uguali, che non rientrano nei “magnifici 10”, che pertanto restano di competenza
regionale. Tutto questo quando poi, comprovate testimonianze tecniche e pareri
di altissimo livello di tecnici di valenza internazionale, dimostrano come tali
impianti possano essere seriamente pericolosi come causa di terremoti;
3. la sottoposizione del progetto ITW-LKW alla Commissione Valutazione Impatto Ambientale -
VIA e VAS del Ministero
dell’Ambiente riaprirà immediatamente una problematica di conflitto di
interesse nei confronti del presidente ing. Guido Monteforte Specchi–
essendo ancora ad oggi nella
posizione di presidente della citata Commissione. Nonostante le sollecitazioni
delle associazioni al Ministro Andrea Orlando durante la sua visita ad Orvieto
del 9.07.2013 e successivamente con nota del 25.07.2013, nonché dell’assessore
all’Ambiente della Regione Umbria Silvano
Rometti il quale in data 27.07.2013 manifesta “forti perplessità in
merito agli aspetti deontologici connessi al ruolo esercitato dallo stesso in
seno al procedimento regionale di valutazione dell’impatto ambientale,...
avendo partecipato in sede di prima riunione della conferenza di VIA ed essendo
estensore per la ITW-LKW di una relazione pro-veritate relativamente alla
opportunità di pubblicazione delle
modifiche apportate al progetto de quo”. Sul punto
sarà necessario un nuovo incisivo intervento congiunto per manifestare
al Ministro la necessaria
opportunità di intervenire sul caso;
4.
L’aver escluso dalle previsioni della Direttiva Seveso i “magnifici 10 impianti
pilota” getta ulteriori preoccupazioni rispetto alla sicurezza delle operazioni
di trivellazione ed esercizio di tali impianti, con particolare riferimento
alla prevenzione di incidenti rilevanti connessi a
determinate sostanze pericolose ed alla limitazione delle conseguenze per
l’uomo e per l'ambiente nonché per l’assenza ex- lege dei requisiti
minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale, con
riferimento alla destinazione e utilizzazione dei suoli che tengano conto della
necessità di mantenere le opportune distanze tra stabilimenti e zone
residenziali o frequentate dal pubblico. A Castel Giorgio infatti il progetto
ITW-LKW prevede i pozzi di
re-immissione vicinissimi alle case del paese. Nonché con l’aggravante di aver
così introdotto un regime valutativo incomprensibilmente diverso verso gli
altri progetti geotermici che saranno giustamente sottoposti alla Direttiva Seveso.
La forza e la compattezza finora dimostrata tra istituzioni locali
e cittadini ed anche dalle forze politiche tutte, avendo avanti agli occhi gli effetti della geotermia nei
territori delle prime “vittime storiche" di questa tecnologia in Italia
che è l‘Amiata, è un patrimonio di esperienza e di passione da cui dobbiamo
partire per rafforzare la nostra influenza verso le Regioni, scippate del
diritto di decidere dei propri territori, verso l’incrudimento della battaglia
per annullare le norme impudentemente approvate in Parlamento ed impedire
l’accesso nei nostri territori di “imprenditori” che credono di poter agire a
loro piacimento ed esclusivo interesse, senza avere in nessun conto e
preoccupazione gli interessi e la qualità della vita dei residenti.