IN ITALIANO
Cari compagni e care compagne,
posso finalmente darvi la conferma definitiva di una notizia che covava sotto la cenere.
Qualche settimana fa, con una lunga lettera, avevo chiesto a Humberto Vázquez Viaña di entrare a far parte del progetto di Utopia rossa sulla base dei sei punti etico-politici che abbiamo assunto come base comune e internazionale. Humberto ha risposto affermativamente, dicendo che considera "un onore" far parte della nostra iniziativa e del comitato di redazione di Utopia rossa (Ricordiamo che non esiste una struttura organizzativa vera e propria alla quale aderire, perché Utopia rossa non è un gruppo, ma un'associazione politica libera e libertaria).
Il suo nome è stato inserito nel blog e io gli ho già risposto che l'onore è tutto nostro.
Ricordo, per chi sia troppo giovane per saperlo, che Humberto ha fatto parte della guerriglia del Che in Bolivia (rete urbana, insieme a Loyola e Saldaña); che è ormai uno dei pochi guerriglieri sopravvissuti di quella vicenda; che di lui parla il Diario del Che alla giornata del primo gennaio 1967 (e non di Humberto Rhea, come si era creduto erroneamente); che fu lui ad accompagnare Tania fino alla guerriglia; che suo fratello Jorge ("El Loro") fu uno dei guerriglieri più celebri del gruppo boliviano; che per anni, benché profugo, Humberto si è battuto per la ricerca della verità su quella ed altre vicende delle guerriglie latinoamericane senza farsi intimidire da nessun governo o partito; che le sue ricerche sono raccolte in un primo volume (altri seguiranno) che ho pubblicato anche in italiano; che Humberto è ormai considerato il massimo studioso boliviano del Che, a fianco del carissimo Carlos Soria Galvarro.
Aggiungo che Humberto è diventato quasi cieco, ma continua a leggere e scrivere grazie a delle moderne attrezzature che gli ha fornito il governo svedese. Anche in questo è un esempio di coraggio e tenacia per tutti coloro che gli occhi ce li hanno ancora, ma non vedono al di là di un palmo del loro naso.
Dire che per Utopia rossa la notizia è fonte di gioia, è dire poco. In realtà stiamo avendo un'altra significativa conferma del fatto che la metodologia e l'onestà che stiamo utilizzando per raccogliere unitariamente le poche energie rivoluzionarie sopravvissute agli scempi di questi ultimi decenni, non hanno solo una forte rilevanza teorica (vedi i libri da noi fin qui pubblicati), ma possono conseguire anche dei risultati pratici: modesti quanto si vuole, ma concreti e di qualità.
Fuori da opportunismi elettoralistici, fuori da narcisismi individualistici, fuori da meccanismi gruppettari personalistici, fuori da disturbi della personalità mascherati come militanza politica (in realtà psicopatologia politica), stiamo riuscendo a mettere e a tenere insieme energie vitali di diversa matrice ideologica e di diversa esperienza storica: marxisti, marxisti libertari, femministe, anarcocomunisti, anarcosituazionisti, guevaristi, trotskisti, credenti rivoluzionari, atei anticlericali e via di seguito, costituendo uno spettro ideologico che speriamo diventi sempre più ampio, all'altezza delle sfide che ci lancia lo sviluppo del capitalismo contemporaneo, al momento più che vincente sull'intera faccia terrestre.
La presenza di un membro della guerriglia boliviana è per noi un simbolo di continuità con l'esperienza storica del Che, e in quanto tale ci onora. Allo stesso tempo ci offre una conferma sulla qualità del nostro modo veramente nuovo di praticare l'impegno politico rivoluzionario e internazionalistico.
Nell'abbracciare Humberto e nel dargli il benvenuto, non si può fare a meno di gridare tutti insieme
Hasta la victoria!
Roberto
EN ESPAÑOL
HUMBERTO VÁZQUEZ VIAÑA EN UTOPÍA ROJA, por Roberto Massari
Queridos compañeros y compañeras:
Puedo finalmente confirmarles una noticia que estaba latente desde hace un tiempo. Hace algunas semanas, con una larga carta, le propuse a Humberto Vázquez Viaña de unirse al proyecto de Utopia Rossa (Utopía Roja) en base a los seis puntos ético-políticos que hemos asumido como base común e internacional. Humberto ha respondido afirmativamente, diciendo que considera “un honor” hacer parte de nuestra iniciativa y de nuestro comité de redacción (recordemos que no existe una estructura organizativa propiamente dicha a la cual adherir, ya que Utopía Roja no es un grupo político sino una asociación política libre y libertaria).
Su nombre ya ha sido incluido en el blog y yo ya le respondí diciéndole que el honor es nuestro.
Para quienes son demasiado jóvenes para saberlo, les recuerdo que Humberto fue un integrante de la guerrilla del Che en Bolivia (en la red urbana, junto a Loyola Guzmán y Saldaña); que es uno de los pocos guerrilleros sobrevivientes de aquella epopeya; que a él se refiere el Diario del Che en la jornada del 1 de enero de 1967 (y no a Humberto Rhea, como se había creído erróneamente); que fue él quien acompañó a Tania a la guerrilla; que su hermano Jorge (“El Loro”) fue uno de los guerrilleros más notorios del grupo boliviano; que durante años, aún prófugo, Humberto luchó en busca de la verdad sobre aquella y otras experiencias guerrilleras latinoamericanas, sin dejarse intimidar por ningún gobierno o partido; que sus investigaciones han sido recogidas en un primer volumen (seguirán otros) que hemos publicado en italiano; que Humberto está considerado como el más grande estudioso boliviano del Che, junto al queridísimo Carlos Soria Galvarro.
Agrego que Humberto actualmente está casi completamente ciego, pero sigue leyendo y escribiendo gracias a las modernas soluciones tecnológicas que pone a su disposición el gobierno sueco. También éste es un ejemplo de coraje y tenacidad para todos aquellos che tienen los ojos pero no logran ver a un palmo de sus narices.
Decir que para Utopía Roja la noticia es motivo de alegría es poco. En realidad es una significativa confirmación del hecho que la metodología y la honestidad que estamos poniendo en práctica para reunir las pocas energías revolucionarias que han sobrevivido a la devastación de estas últimas décadas, no tienen solamente una relevancia teórica (ver los libros publicados por nosotros hasta ahora), sino que pueden conseguir resultados prácticos, modestos si se quiere, pero concretos y de calidad.
Fuera de los oportunismos electorales, fuera de los narcisismos individualistas, fuera de los mecanismos de los grupúsculos con liderazgos personalistas, fuera de los disturbios de la personalidad disfrazados de militancia política (en realidad sicopatología política), estamos logrando captar y mantener unidas a energías vitales de diversas matrices ideológicas y de diversas experiencias históricas: marxistas, marxistas libertarios, feministas, anarco-comunistas, anarco-situacionistas, guevaristas, trotskistas, creyentes revolucionarios, ateos anticlericales, etc., etc., constituyendo un espectro ideológico que esperamos que se vuelva cada vez más amplio y a la altura de los desafíos que nos lanza el desarrollo del capitalismo contemporáneo, por el momento vencedor sobre toda la faz del planeta.
La presencia de un miembro de la guerrilla boliviana es para nosotros un símbolo de continuidad con la experiencia histórica del Che, y como tal nos honra. Al mismo tiempo nos ofrece la confirmación sobre la calidad de nuestro modo verdaderamente nuevo de practicar el compromiso político revolucionario e internacionalista.
Al abrazar a Humberto y darle la bienvenida, no podemos menos que gritar todos juntos
¡Hasta la victoria!
Roberto