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lunedì 6 dicembre 2010

GUY DEBORD, di Pino Bertelli

GUY DEBORD, SON ART ET SON TEMPS (1994)
di Guy Debord, realizzato da Brigitte Cornand

I. IL FILM/TESTAMENTO DI GUY DEBORD
“Perciò io vorrei soltanto vivere pur essendo poeta,
perchè la vita si esprime anche solo con se stessa.
Vorrei esprimermi con gli esempi. Gettare il mio corpo nella lotta…
Solo la rivoluzione salva il passato”.
Pier Paolo Pasolini

Il testamento spirituale, etico, poetico di Guy-E. Debord (non solo nel cinema) è GUY DEBORD, SON ART ET SON TEMPS, realizzato con Brigitte Cornand nel 1994, ma dietro sua richiesta scritta, sarà mandato in onda da Canal+ il 9 gennaio 1995, insieme a LA SOCIÉTÉ DU SPETTACLE e RÉFUTATION DE TOUS LES JUGEMENTS, TANT ÉLOGIEUX QU’HOSTILES, QUI OM ÉTÉ JUSQU’ICI PORTÉS SURE LE FILM LA SOCIÉTÉ DU SPETTACLE… nel frattempo Debord si era sparato un colpo al cuore.
Le opere cinematografiche di Guy-E. Debord praticano e allargano la critica radicale della civiltà dello spettacolo. L’utopia situazionista disseminata in questi film s’incentra su una poetica del fuoco e sulle tentazioni di appiccarlo a tutti i Palazzi d’Inverno. È l’utopia che guida le passioni e moltiplica i contrasti e i sogni, spezza destini e annuncia nuove epifanie dell’anima. Dove la merce ha seminato la sua seduzione non spunta più che la sua tirannia. I falsi bisogni si sostituiscono all’autenticità dei desideri e la psicologia individuale, la ripetizione dei comportamenti, la seduzione dei corpi in disfatta, prende forma nella filosofia balorda dei grandi magazzini. “Un umanesimo astratto ha sparso ai quattro venti i diritti della libertà e della dignità e coloro che li raccolgono non sono soltanto privati del loro uso, ma vedono per di più impoverirsi una sopravvivenza che, per quanto insufficiente, era almeno necessaria al superamento e al compimento di una vita fondata sull’emancipazione dei desideri.
La sola libertà effettiva è quella che la merce si attribuisce, di scambiarsi con se stessa e di non aver altro uso. Il futuro così immaginato si lacera tra la volontà di vivere e la potenza del denaro che ne fa la parodia e la nega assolutamente” (Raoul Vaneigem). Tutto vero. Gli arrivisti della fatalità e della chiacchera da portinai sono all’origine di tutte le persecuzioni della storia. Chi si schiera con i palafranieri del proprio tempo, seppellisce il proprio genio nel letame. “Tremare è facile, ma saper dirigere il proprio tremito è un’arte: da qui derivano tutte le ribellioni” (E.M. Cioran). Chi non ha mai conosciuto la barbarie di un confine, non possiederà mai la saggezza dell’esilio.

Pino Bertelli

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